Kia86

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Buonasera

Mi trovo in una situazione particolare e vorrei dei consigli su come muovermi.
Ho stipulato con impresa costruttrice un preliminare a novembre 2022.
Sull'atto è riportato chiaramente che l'impresa costruttrice si impegna a convocare la parte acquirente per il rogito entro e non oltre il 31 dicembre 2023.
Il costruttore ha già detto chiaramente che per quella data non sarà in possesso né della dichiarazione di fine lavori né tantomeno nella agibilità da parte del comune e per cui l'atto slitterà nelle migliori delle ipotesi alle prime settimane di febbraio 2024.

Ho già versato una caparra di €60.000.
Sarebbe possibile per me a questo punto recedere dal contratto e richiedere la restituzione della caparra?

Grazie
 

philippo

Membro Assiduo
Professionista
Le date scritte dai costruttori non sono mai attendibili anche per cause non dipendenti da loro e questo lo trovi scritto sul contratto che hai firmato . Il preliminare e tutti gli acconti li hai versati da un notaio ? Hai fatto la trascrizione del preliminare dal notaio ?
Se ti ritiri perdi i soldi fin qui versati ,ma questo già lo sai
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Sarebbe possibile per me a questo punto recedere dal contratto e richiedere la restituzione della caparra?
Impossibile rispondere senza leggere il contratto sottoscritto: ma è molto probabile, direi quasi certo, che il costruttore si sia tutelato per ogni eventuale ritardo, come solitamente avviene, inserendo clausole specifiche .
Diciamo che, per casa in costruzione, riuscire a fare il rogito in febbraio (cioè con meno di due mesi di ritardo) sarebbe un risultato
accettabile.
Sarebbe possibile per me a questo punto recedere dal contratto e richiedere la restituzione della caparra?

Hai cambiato idea sull’acquisto ?
 

philippo

Membro Assiduo
Professionista
Buonasera

Mi trovo in una situazione particolare e vorrei dei consigli su come muovermi.
Ho stipulato con impresa costruttrice un preliminare a novembre 2022.
Sull'atto è riportato chiaramente che l'impresa costruttrice si impegna a convocare la parte acquirente per il rogito entro e non oltre il 31 dicembre 2023.
Il costruttore ha già detto chiaramente che per quella data non sarà in possesso né della dichiarazione di fine lavori né tantomeno nella agibilità da parte del comune e per cui l'atto slitterà nelle migliori delle ipotesi alle prime settimane di febbraio 2024.

Ho già versato una caparra di €60.000.
Sarebbe possibile per me a questo punto recedere dal contratto e richiedere la restituzione della caparra?

Grazie
Il preliminare è stato trascritto dal notaio ? Hai avuto la fideiussione per tutti gli importi pagati ?
Continui a non rispondere
 

Giuseppe Di Massa

Membro Senior
Agente Immobiliare
Buonasera

Mi trovo in una situazione particolare e vorrei dei consigli su come muovermi.
Ho stipulato con impresa costruttrice un preliminare a novembre 2022.
Sull'atto è riportato chiaramente che l'impresa costruttrice si impegna a convocare la parte acquirente per il rogito entro e non oltre il 31 dicembre 2023.
Il costruttore ha già detto chiaramente che per quella data non sarà in possesso né della dichiarazione di fine lavori né tantomeno nella agibilità da parte del comune e per cui l'atto slitterà nelle migliori delle ipotesi alle prime settimane di febbraio 2024.

Ho già versato una caparra di €60.000.
Sarebbe possibile per me a questo punto recedere dal contratto e richiedere la restituzione della caparra?

Grazie
Ho venduto diversi cantieri, mai un atto puntuale.
Oltre tutto spessissimo il costruttore incassa acconti e non caparre, in questo caso la massimo puoi chiedere la restituzione, salvo danni dimostrabili e quantificabili, ma nell'ambito delle compravendite immobiliari non essendo scadenze perentorie e per di più in caso di acquisto in cantiere, dimostrare che il ritardo è la causa del danno è difficile, perchè il ritardo andrebbe messo in previsione.
Se l'ipotesi è febbraio 2024 non fai neppure in tempo a metterlo in mora (non puoi farlo prima del 31/12 o date molto vicine) e convocarlo a nuovo rogito, posto che una convocazione già in partenza impossibile perchè l'immobile non è pronto è contestabile.
Pertanto se vuoi avviare questo iter per eventuali maggiori ritardi potrebbe essere una idea prudente, per lo meno potrai liberarti dal contratto con piena ragione a marzo, aprile.
L'augurio è che invece tra 2/3 mesi andrai ad atto, ma i costruttori raramente dicono da subito di che ritardo si parla, forniscono queste notizie a rate.
Ovviamente quello che ti ho scritto nasce da esperienza diretta, probabilmente, in linea teorica, la Legge ti darà maggiori tutele.
 

CheCasa!

Moderatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Buonasera

Mi trovo in una situazione particolare e vorrei dei consigli su come muovermi.
Ho stipulato con impresa costruttrice un preliminare a novembre 2022.
Sull'atto è riportato chiaramente che l'impresa costruttrice si impegna a convocare la parte acquirente per il rogito entro e non oltre il 31 dicembre 2023.
Il costruttore ha già detto chiaramente che per quella data non sarà in possesso né della dichiarazione di fine lavori né tantomeno nella agibilità da parte del comune e per cui l'atto slitterà nelle migliori delle ipotesi alle prime settimane di febbraio 2024.

Ho già versato una caparra di €60.000.
Sarebbe possibile per me a questo punto recedere dal contratto e richiedere la restituzione della caparra?

Grazie

La norma sulle nuove costruzioni rende obbligatoria la determinazione del termine massimo per il fine lavori sul compromesso(legge 210/2004), tacendo invece sulla scadenza per la stipula notarile, quest'ultima, a tutti gli effetti, non necessariamente legata al termine previsto per la conclusione dei lavori.
(se ci pensiamo, questa scadenza non dipende solo dai tempi di realizzazione del fabbricato ma anche, magari, dalle necessità dell'acquirente che, ad esempio, potrebbe avere bisogno di accendere un mutuo la cui perizia non può certo precedere gli accatastamenti).

La presenza di clausole che cerchino di rendere incarta una data (quella "massima" di fine lavori) che per legge deve invece essere certa, possono essere giusto legate a questioni di forza maggiore che il costruttore avrà la necessità di dover rendicontare...

La questione più importante è ovviamente quella legata alla copertura fideiussoria dei pagamenti effettuati dal cliente al costruttore, pagamenti che debbono essere garantiti sino al rogito di vendita. Poiché le fideiussioni scadono in prossimità della data prevista per la sottoscrizione dell'atto notarile, il mancato rispetto della scadenza per addivenire alla stipula del definitivo è sicuramente motivo di grave inadempimento del costruttore qualora, quanto meno, non provveda al rinnovo delle medesime per garantire, come previsto dalla normativa, il promissario acquirente sino alla stipula.

Se il mancato previsto rispetto dei termini stabiliti nel contratto determinasse un danno concreto in seno al promissario acquirente, sarebbe stato invece utile inserire una clausola risolutiva espressa o una penale (ad esempio quando la scadenza si lega alla perdita delle agevolazioni prima casa per il mancato riacquisto entro 12 mesi). In tutti i casi è possibile inviare una diffida preventiva al venditore intimandolo al rispetto delle date stabilite ed informandolo del danno che potrebbe arrecarti.

Quello che però, ripeto, assume la massima importanza è la verifica che non si corra il rischio di trascorrere un determinato lasso di tempo senza la "protezione" della fideiussione. Preoccupati in primo luogo di questo aspetto!

In bocca al lupo.
 
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