Purtroppo troppo spesso siamo orientati a considerare certi adempimenti, solo come meri intralci burocratici e paravento ai soliti balzelli.
Devo raccontarvi un caso concreto.
Qui al nord è diventato ad es. obbligatorio installare sistemi di contabilizzazione calore anche nei condomini preesistenti: ora potete immaginare facilmente che quasi tutte le costruzioni anni 60-70 sono classificate generalmente in classe G: ma questo dice ancora poco. In queste condizioni, gli squilibri e le dispersioni sono all'ordine del giorno.
A questa situazione si rimediava con una distribuzione diseguale di radiatori: cioè non si ricercava l'equilibrio dei fabbisogni/consumi, (leggi coibentazione) bensì quello della temperatura media nei vari locali.
Con l'introduzione della contabilizzazione obbligatoria e la ripartizione dei costi in funzione degli assorbimenti (tipicamente incidente per il 50 ÷ 70% ) i guai vengono al pettine: gli ultimi piani, o gli alloggi con pareti esposte a nord e/o non confinanti con pareti riscaldate, scoprono adesso di dover spendere dal 40 al 70% in più di prima, con grossi divari tra gli alloggi all'interno del condominio.
Se allora vogliamo fare una critica a queste direttive, non mi focalizzerei sugli obblighi sanciti, sulle cui finalità generali dovremmo trovarci d'accordo, ma sui risvolti taciuti e lasciati alla mercé del buono o cattivo "buonsenso" delle assemblee condominiali: oggi il poveretto (si fa per dire) che si trova proprietario dell'unità svantaggiata, pur avendo ragione a chiedere interventi di isolamento condominiali, (la LR lombarda lo prevederebbe...) si troverà quasi certamente in minoranza, e dovrà scegliere se intraprendere una lite o rinunciare alla comprensione condominiale. In ogni caso dovrà metter mano al portafoglio.