Gli immobili donati sono difficili da vendere perché la donazione può essere revocata, con giustificati e legali motivi, entro 20 anni dalla data del rogito di donazione (se il donante è vivente), OPPURE entro 10 anni dalla data di decesso del donante.
Inoltre, esiste un caso ancora più particolare: qualora un avente diritto eserciti legalmente la sua OPPOSIZIONE ALLA DONAZIONE, ed effettui la TRASCRIZIONE DI TALE OPPOSIZIONE, l'immobile resta difficilmente mutuabile e vendibile ANCHE OLTRE 20 ANNI DALLA DATA DEL ROGITO DI DONAZIONE.
Come Francesca, anche io - essendovi personalmente invischiato - SCONSIGLIO VIVAMENTE DI RICORRERE ALL'ATTO NOTARILE DI DONAZIONE. Salvo casi molto, molto particolari, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, il caso di togliere la proprietà a una persona molto anziana, che sta andando via di testa, prima che regali la casa a qualcuno mettendo la sua firma sul foglio sbagliato (per lui) e giusto (per qualcun altro). Noi in famiglia abbiamo fatto ricorrere alla donazione il nonno nel 2008, ci siamo acquistati la nuda proprietà e gli abbiamo lasciato l'usufrutto; nonno è deceduto nel 2010, e fino a Gennaio 2020 la donazione non può ancora considerarsi consolidata. Legittimaria pretermessa (= avente diritto a quota di tale immobile, ma ignorata dall'atto di donazione) è mia mamma, che ben si guarda dal protestare per quieto vivere, ma che legalmente ha tempo fino a Gennaio 2020 per opporsi legalmente alla donazione, chiedendomi tramite avvocato di liquidarle la sua quota (mai lo farà, ma legalmente potrebbe farlo). Questo per farti capire cosa innescano le donazioni.