ab.qualcosa

Membro Storico
Agente Immobiliare
Onere nel senso letterale di posizione giuridica soggettiva per la quale un soggetto è tenuto ad un determinato atto al fine di ottenere o conservare un vantaggio giuridico (bieco copia e incolla).

Quindi se fai l'atto, ovverosia raccogliere la proposta o comunque impostare la trattativa, hai diritto, altrimenti no.
 

il_dalfo

Membro Senior
Professionista
concordo con ab.qualcosa sul fatto che se raccogli hai diritto.

Già spiegato il mio punto di vista, nel precedente messaggio!
E' un punto di vista....personale!!
Quindi si tratta di un punto di vista privo di fondamenti deduttivi efficaci, non avvalorato da dati certi... insomma un punto di vista confuso ed inutile :sorrisone:

Non credo che la giurispudenza abbia annoverato leggi sulle provvigioni o accordi fra costruttore e venditore o sulle vendite del parentato!!
Credi male: la legge prevede che la provvigione sia dovuta da entrambe le parti (art 1755 cc). e lo stesso vale per le vendite del "parentato": fintanto che l' AI non ha titolo di proprietà esclusiva, può richiedere la provvigione su quanto non di sua proprietà(poi che per deontologia professionale, si eviti di chiederla se si media su un'immobile in quote, è pura cortesia)

Sarebbe utile avere un moderatore od un membro dello staff che vada ad eliminare interventi (od account) inutili...
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Quindi se fai l'atto, ovverosia raccogliere la proposta o comunque impostare la trattativa, hai diritto, altrimenti no.
Concordo; hai l'onere di prendere la proposta, se vuoi vedere i frutti del lavoro, ma hai la facoltà di prenderla o meno, a seconda che la reputi "accettabile".
Quindi , in generale, hai la facoltà di decidere.
"Onere" generalmente ha una connotazione più negativa, ma mi rendo conto che sono questioni di lana caprina...;)
 

ab.qualcosa

Membro Storico
Agente Immobiliare
280px-Domestic_goat_kid_in_capeweed.jpg
 

CheCasa!

Moderatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Buonasera,
Mi sono imbattuta in un caso particolare. Io e mio marito abbiamo visionato un appartamento con l’agenzia A, dopo la seconda visita ci rechiamo fiduciosi nell’ufficio dell’agente immobiliare per fare la nostra proposta. Quando ci sediamo a parlare di cifre non ci troviamo d’accordo per circa 20000€ e lui ci dice chiaramente che “non è la casa per noi”. Seguono due giorni di scambio di email, dove noi cercavamo di convincerlo ad almeno presentare la nostra proposta al costruttore, quando alla fine ci scrive “dobbiamo per forza trovare altro”.
A noi la casa piaceva moltissimo e ingenuamente abbiamo pensato che ci fosse il libero mercato anche in questo campo. Quindi siamo andati da un’altra agenzia B che aveva in consegna l’immobile e abbiamo raccontato tutto. Loro hanno detto che avrebbero presentato la nostra offerta al costruttore. L’agenzia B ha fatto tutta la trattativa che è andata a buon fine e abbiamo fatto il compromesso. Abbiamo pagato la regolare fattura all’agenzia B per l’intermediazione. Ora due settimane dopo l’agenzia A ci manda lettera dall’avvocato a noi e al costruttore che vuole le provvigioni.
Da precisare che l’agenzia A sapeva di questo nostro altro contatto con l’agenzia B dall’inizio della trattativa perché informati direttamente dal costruttore e in questo io vedo la malafede. Non avrebbe potuto palesare un eventuale suo diritto prima? E comunque visto che io ho tutto lo scambio di sopracitate mail con tanto di date, lui può davvero pretendere una seconda provvigione a tassi mai concordati?
Sicuramente la legge non ammette ignoranza, però onestamente io cosa potevo saperne? E soprattutto è stato lui a non voler trovare l’accordo, perché dovrei pagarlo per un lavoro che non ha voluto svolgere?

I diversi interventi dei colleghi, spesso in antitesi fra loro, mostrano, da soli, come sulla questione ci siano posizioni, anche della giurisprudenza, non del tutto univoche.

Se è quindi "probabile" che il giudice ritenga che l'affare si sia concluso grazie al solo intervento "determinante" della seconda agenzia, si corre anche il rischio che, soprattutto in primo grado, possa essere fatto valere il concorso di più agenzie o che venga stabilito un nesso causale esclusivo con la prima agenzia.

Questo perchè il giudice è chiamato ad entrare nel merito della questione e non sempre in tribunale emerge ciò che è realmente accaduto.

L'unica causa che ho perso, l'ho persa in quanto prima agenzia con un prezzo però di conclusione dell'affare pari al 50% di quello da me pubblicizzato (erano altri anni.... intendetemi... ).

Ho pure però vinto una causa in cui ero il primo operatore, in presenza di un secondo operatore, con attribuzione del 50% della mediazione spettante... (presso il giudice di pace) ed una in cui mi è stato riconosciuto il 100% della mediazione pur essendo stato concluso l'affare "apparentemente" con un altro collega (le testimonianze, in quest'ultimo caso si sono rivelate estremamente importanti) presso il giudice ordinario.

Stante il principio che l'agente immobiliare debba prendere parte alla conclusione dell'affare ma non necessariamente concluderlo lui (si pensi ad esempio ad un soggetto che dopo aver visto l'immobile con l'agente lo acquisti privatamente... ), in merito alle specifiche situazioni è il giudice chiamato ad esprimere la propria valutazione...

In tutti i casi, ribadisco, è molto più probabile, se dovesse emergere la "tua" verità, che l'agente immobiliare "A" risulti soccombente...
 

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