Si parla tanto di condivisione e poi se un agente immobiliare si da da fare per trovare al cliente la soluzione giusta, senza fargli fare giri a vuoto, senza fargli perdere tempo, senza fargli cercare decine di agenzie riuscendo a presentare cose di interesse si dice che scarseggia. E anche vero che il suo darsi da fare per accontentare il cliente gli può portare la brutta sorpresa che il secondo agente non appena conosce il cliente fa le scarpe al collega, (a me è successo) ma in questo caso siamo sempre li "onestà professionale" e bisognerebbe firmare un contratto di collaborazione che però sembra non esistere. Vorrei vedere quanti hanno tutto il territorio in vendita, tu Piersilvio hai spiegato perfettamente una realtà riscontrata in tanti che giudicano la collaborazione mancanza di acquisizione e di capacità. Io invece penso che un servizio condiviso e ben fatto possa portare bene a tutti anche se la provvigione ogni tanto è dimezzata, sempre se hai la fortuna di trovare colleghi onesti (cosa rara)
@francesca7 permettimi di darti una imbeccata e nel diffidare nella condivisione e di "pensare con la testa dei clienti".
Per la prima cautela non ho nessun dubbio, quando dici che hai avuto spiacevoli sorprese e cioè che un collega ti abbia fatto le scarpe.
..è un classico!
Sul secondo suggerimento necessita sottolineare il fatto che ciascuna delle parti debba tenere la posizione:
Tu proponi, vendi e tuteli.
Il cliente gira, guarda e sceglie.
Gira diverse agenzie..? Ma è chiaro che sia così!
Uno gira 4 negozi per trovare un maglione figuriamoci per trovare una casa.
Se pensi che, "poverino il cliente perde tempo"..
Prova a pensare al tempo e alle risorse che impieghi tu, inutilmente qualora dopo tutte le "carezze" e cure, che hai prestato al cliente, questo alla fine decide di comprare da altri.
Scommetto che ti è accaduto pure questo nevvero...?
Questo premesso, l'ho detto in diversi altri post e lo ripeto su questo, la provvigione, le commissioni etc.. sono l'ultima cosa a cui devi pensare.
L'obbiettivo è reperire la casa gradita al cliente e tutelarlo nelle fasi dell'acquisto.
Fatto ciò la provvigione vien da sè e il cliente, se hai lavorato bene, sarà contento di pagarti.
Quindi bisogna reperire case no pensare alle condivisioni.
Dico ciò perchè queste problematiche appena descritte, sono solo le marginali seccature, che possono accadere durante le condivisioni.
Ti è mai capitato di ritirare una proposta di acquisto e di non eseguire la vendita per negligenza dell'altro collega...?
Non c'è nulla di più odioso.
A me capitò di peggio.
Un mio cliente di quelli "d'oro" si rivolse a me per l'acquisto di una proprietà confinante con la sua.
Conoscevo il soggetto e la sua capacità di acquisto, per via di passati e buoni affari conclusi precedentemente.
Una vendita già fatta.
Molto più facile farla che non farla!
La casa in questione era in vendita da pochissimo, con due agenzie, in assenza di mandato.
Per velocità mi rivolsi ad uno dei colleghi che trattava la casa.
Raccolta la proposta (nota bene formulata senza manco vedere la casa) la portai al collega con l'assegno.
"Ti raccomando" gli dissi. "conto su di te"
Due ore dopo il collega perse l'assegno con tutto il portafoglio, mentre faceva jogging...
Quindi carabinieri e denunce di rito e il mio cliente venne a sapere della mia "manovra di condivisione".
Inoltre nei giorni successivi "le pratiche" di denuncia, la casa venne acquistata dall'altro confinante.
Oltre il danno la beffa..
La volta successiva che ci sentimmo, sua moglie mi riferì che, considerato quello che era successo, il commendatore preferiva concludere lì i nostri rapporti.
A nulla servirono le mie giustificazioni sul fatto che non fosse stata mia la responsabilità di quanto era accaduto.
Fu allora che decisi e promisi a me stesso.
Collaborazioni...?
Forse.
Tuttavia MAI se parte venditrice non la gestisco io.