Per quanto riguarda le CPI vengono richieste sia per i mutui con CAP sia per variabili o fissi. Il PAC (piano di accumulo capitale) può essere una soluzione intelligente se si tratta di un prodotto finanziario a basso costo (ETF, FONDI COMUNI), non è altrettanto intelligente se viene fatto attraverso polizze vita (gestioni separate, unit/index linked) perchè gravate da costi che di fatto annullano i rendimenti se si porta a termine il piano, producono perdite se invece si disinveste prima a causa delle penali. Inoltre di solito chi fa un mutuo è perchè non ha i soldi per acquistare e prima di affiancare un PAC alla rata del mutuo è bene analizzare la posizione economica del cliente. Per quanto mi riguarda molto meglio costruire un piano assicurativo che permetta al cliente o alla sua famiglia di poter far fronte al pagamento delle rate in caso di eventi negativi imprevisti, al fine di evitare di vedersi "buttare fuori di casa" dalla banca creditrice. Per quanto riguarda il variabile con opzione tranne i rari casi in cui si può esercitare liberamente, per il resto sono da evitare perchè nel momento in cui è prevista la facoltà di scelta (2,3,5 anni non importa), dovrò prendere la decisione in base ai tassi in vigore in quel momento, e non avendo la sfera di cristallo è pura illusione che l'opzione mi permette di scegliere, anche in questo caso si tratta di prodotti "commerciali" che non tutelano il cliente in alcun modo, senza dimenticare che anche per questi prodotti lo spread è più alto di un variabile puro, in nome della facoltà di scelta. Io mi domando di chi è la facoltà del cliente o della Banca?