E' quindi...ognuno la vede a modo suo
...dimentincando il punto dove con un fisso al 5% e un CAP al 2,7% le capacita' di redditto dimostrabili devono essere superiori di un bel 30%...o sbaglio??
Qui non si tratta di punti di vista ma di dati oggettivi. Questa discussione come molte altre evidenzia un problema a mio avviso (questa sì è un'opinione), Continuiamo a trattare il mutuo come strumento per acquistare casa (cliente) o vendere (Agenti Immobiliari o costruttore), mentre dovrebbe essere trattato al pari dei prodotti finanziari (fondi, titoli, ecc.) perchè se è vero che scegliere il prodotto finanziario sbagliato comporta il rischio di perdere parte o tutto il capitale, scegliere il mutuo sbagliato può espormi a rischi eccessivi (rata a tasso variabile troppo alta) o a pagare di più per avere una protezione (tasso fisso o CAP). Per quanto riguarda la capacità di reddito tra fisso e variabile non dimentichiamo che la differenza che c'è ora tra non molto potrebbe non esserci più, perciò anche se ora a tasso variabile rispetta il rapporto rata redditto cosa succede quando il tasso si avvicina la CAP? E qui torniamo al punto iniziale, il problema non è se è meglio il fisso, il variabile o il CAP, ma quale prodotto si adatta meglio alla situazione familiare ed economica del cliente? E' un cliente che è disposto a rischiare oppure ad ogni aumento dei tassi sta sveglio 2 giorni? Quali sono i suoi obiettivi tra 3,5, 10 anni (lavoro, figli,casa, auto ecc.), come pensa di raggiungerli? In una parola è ora di iniziare a fare pianificazione finanziaria con il cliente che chiede un mutuo esattamente come si fa con deve investire i propri risparmi, senno dai 100% spacciati per 80, documenti taroccati e perizie gonfiate non se esce. Poi tutti a lamentarsi che il "mercato" è fermo e la gente diffida. Il "mercato" siamo noi.