Secondo la
direttiva Bolkestein in Europa (
http://it.wikipedia.org/wiki/Direttiva_Bolkestein) sono state "abbattute" le barriere professionali tra i paesi della UE. Per questo motivo "in teoria" un avvocato spagnolo può esercitare in italia e un ingegnere svedese in olanda, un agente immobiliare inglese in francia .... questo solo in teoria. Infatti, un agente immobiliare italiano per poter esercitare in un altro paese europeo deve comunque rivolgersi alle autorità di riferimento (camera di commercio etc) , dichiarando di voler intraprendere la sua professione in quel luogo e pertanto
chiede il riconoscimento della propria abilitazione dal paese di provenienza. La CCIAA locale dovrà deliberare se la qualifica è sufficiente pertanto può esercitare (aprire partita IVA etc) con una autorizzazione oppure, può indicare la necessità di integrare le competenze attraverso un corso e/o un esame di ammissione. Quindi,
il riconoscimento non è automatico.
Qualora invece si tratti di un esercizio professionale
occasionale e temporaneo senza l'apertura di una unità locale, è possibile richiedere agli organi competenti, una sorta di "dispensa ad operare" che probabilmente (ma non è automatico) consente di realizzare una operazione una tantum.
Dopo l'approvazione della Direttiva Bolkestein che
aveva lo scopo di liberalizzare le professioni e facilitare la circolazione dei servizi tra paesi, alcuni di questi - tra i quali l
'Italia -
hanno modificato in parte i regolamenti di accesso alle professioni e le norme per il mantenimento dei requisiti professionali -
a scopo protettivo/protezionistico, parzialmente annullando gli obiettivi della direttiva.
Probabilmente le categorie professionali (avvocati in testa, visto che ce ne sono molti in parlamento) temevano
una nuova invasione dei barbari!!!???
... come se l'Italia avesse tutto questo appeal per la ricerca di un lavoro !!!