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Ma di un codice deontologico della professione non ne parla mai nessuno?
Possibile che si parli sempre di aggiornamenti, corsi, stages, convention, seminari, professionalità (intesa solo in tutte le sue accezioni tecniche e tecnicistiche) e non si guardi mai al vero cancro che mina la nostra credibilità?
Ci preoccupiamo di tante cose (anche giuste, per carità) ma voltiamo continuamente le spalle al nostro problema N°1.
Guardiamo in tutte le direzioni tranne che in quella.
Non c'è niente di male a vestirsi eleganti, ma se sono malato di tumore e salto la seduta di chemioterapia per andare a comprarmi la giacca nuova, c'è qualcosa che non va.
E una volta che si sarà creato l'agente immobiliare "perfetto", "onnisciente", "indefettibile", che cosa si sarà ottenuto?
Avremo risolto tutti i nostri problemi? Nessuno ci criticherà più? nessun cliente avrà più da ridire su di noi?
La mia opinione è che un codice deontologico serve solo se poi si ha il coraggio di applicarlo fino in fondo (intendo seriamente non come fanno i vari ordini professionali italici). Ma comunque la deontologia non vedo perchè dovrebbe escludere la formazione che non vuol dire "perfezione" ma miglioramento ed aggiornamento continuo al fine di acquisire credito verso gli utenti e maggiore consapevolezza della professione che si svolge.
A me non interessa un agente immobiliare che sappia spiegarmi il diritto, c'è l'avvocato per quello, non mi importa che sappia calcolare con precisione le imposte che dovrò pagare, posso chiederlo con più soddisfazione al notaio, a me basta che se io incarico un agente immobiliare di vendere la mia casa acquistata con le agevolazioni, questi sappia spiegarmi cosa accade, in modo che possa farmi i conti in tasca, pagare l'estinzione dell'eventuale muto e sapere che mi resteranno circa 10 euro invece di 20.
Qui siamo su una formazione da 6... 6 e mezzo.
...per me.
Ma temo che qualcuno la giudichi da 4.
Onestamente, sei in grado di affermare che almeno il 50% dei tuoi colleghi conosca queste cose?
Perdonami, ma probabilmente non si aggiornano abbastanza. Poi una cosa la si può non sapere sul momento, la si studia, ci si prepara e si va avanti. Le basi acquisite prima servono per agevolare il processo di aggiornamento.Te ne dico un'altra.
Il commercialista di un mio cliente al quale ho appena stipulato un contratto di affitto, non sapeva che la cedolare secca, in caso di comproprietà, può venire scelta anche solo da uno dei proprietari; e non l'ha saputo consigliare in questo senso (erano marito e moglie con redditi molto diversi per cui a uno sarebbe convenuta e all'altro no).
Un mio amico (sempre Dottore Commercialista) l'altro giorno mi ha candidamente riferito che lui non è più in grado di fare una dichiarazione dei redditi. Sono cose che, da anni, delega alla dipendente (lui si occupa di cose più... "alte") e ci ha perso la mano, nè si è più aggiornato.
Io non mi sono scandalizzato per questo.
E si parla di professionisti, gente che ha fatto 5 anni di università... non 3 mesi di corso
L’assegno postdatato è in effetti illegale (evasione fiscale) ma perché ed in che modo e che conseguenze ci sono per chi ha emesso tale assegno?
Un tempo l’emissione di un assegno postdatato era considerato un reato e punito con sanzioni pecuniarie anche se in realtà era molto raro che si arrivasse a tanto.
Con il D.lgs.507/99 non si configura più un illecito penale bensì l’evasione dell’imposta di bollo (vedere DPR 642/1972). Perché? Perché un assegno postdatato assume in pratica la veste di una cambiale e come tale soggiace alla normativa dell’imposta di bollo (12 per mille).
L’assegno postdatato può essere presentato all’incasso a vista in virtù del r.d. 21/12/1933 che dispone che l’assegno è pagabile a vista e ogni altra disposizione si ha per non scritta.
Quindi vediamo che succede se si emette un assegno postdatato:
- l’assegno viene presentato alla data (oppure posteriore) indicata: non succede nulla poiché non risulta la postdatazione.
- l’assegno viene presentato prima della data indicata: se vi è provvista la banca paga l’assegno e dovrebbe denunciare all’Ufficio del registro (e quindi Agenzia Entrate) l’emittente dell’assegno per evasione dell’imposta di bollo nonché le sanzioni previste (che dovrebbero essere da 1 a 5 volte l’imposta evasa).
Nel caso infine che non vi sia provvista, il presentatore per potere procedere al protesto deve regolarizzare fiscalmente l’assegno con il versamento (in questo caso lui) andando all’Ufficio del registro per il pagamento dell’imposta evasa oltre alle relative sanzioni.
Ovviamente a carico dell’emittente del cabriolet vi sono tutte le sanzioni etc.
Resta inteso che se vi è il patto di non incassare tale assegno entro la data indicata sullo stesso il beneficiario che viola questo patto potrà essere chiamato in giudizio dal debitore peri inadempienza contrattuale
L’assegno postdatato, quindi, non è da considerare di per se un mezzo “non normale” di pagamento delle obbligazioni.
Se il debitore accettasse di emettere assegni postdatati occorre mettere ben per iscritto tutto quanto serve al debitore per potersi opporre alla presentazione anticipata (numero assegno, importo, data di incasso etc.).
Fonte ADUSBEF
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