Presso l'Ascom di Bergamo in data 4 marzo 2011 si è tenuto un convegno sulle nuove norme introdotte dal decreto 141.
MEDIATORI CREDITIZI, IL SALVAGENTE DELLA FIMAA
I vincoli introdotti dalla riforma ridurranno drasticamente gli operatori, «ma la società MedioFimaa è già pronta per assicurare la continuità agli associati». Il punto in un wokshop all’Ascom. «Da chiarire il ruolo degli agenti immobiliari»
Relatori Dr. Giancarlo Vinacci e Avv. Daniele Mammani
La portata delle novità è ingente ed andrà a ridisegnare interamente la fisionomia della mediazione creditizia in Italia. Ma lo scenario è chiaro e la Fimaa, la Federazione degli agenti immobiliari della Confcommercio, e MedioFimaa, la società che dal 2006 offre servizi finanziari e assicurativi agli associati, si stanno muovendo per affrontare al meglio cambiamenti ormai ineluttabili.
Le nuove norme, introdotte con il decreto legislativo 141 dello scorso 13 agosto, sono state illustrate agli operatori bergamaschi in un workshop organizzato dalla Fimaa provinciale nella sede dell’Ascom, introdotto dalla consigliera Mafalda Fiumana, dal presidente Luciano Patelli e da Antonello Pagani, direttore dell’Appe, l’associazione della proprietà edilizia partner degli agenti immobiliari orobici nell’aggiornamento e nella convegnistica.
Sino ad oggi i mediatori creditizi hanno potuto operare con una semplice iscrizione all’Ufficio Italiano Cambi ed è questa una delle ragioni per cui sono presenti in numero elevato: oltre 120mila in Italia, di cui circa 1.100 in Bergamasca, tra le quasi mille persone fisiche e il centinaio di società. Ora, se vorranno proseguire l’attività, dovranno affrontare passaggi molto onerosi. Primo fra tutti l’obbligo di costituirsi in società con un capitale sociale minimo di 120mila euro e l’ulteriore vincolo di dotarsi di un collegio sindacale, con il relativo costo fisso. È inoltre necessaria una copertura assicurativa, l’amministratore della società dovrà inoltre dimostrare di possedere determinati requisiti professionali altrimenti dovrà sottoporsi ad un esame e per i collaboratori è prevista una “prova valutativa”. Viene poi introdotta l’incompatibilità con altre attività, mentre per i mediatori immobiliari non sarà più possibile intrattenere rapporti diretti con le banche.
La riforma dovrebbe entrare a regime entro la fine dell’anno. Tra fine aprile e maggio è infatti prevista la costituzione dell’Organismo di controllo, deputato alle verifiche, alle definizione dei criteri per le prove d’esame e alla tenuta degli elenchi, e da lì a sei mesi scatterà l’obbligo di conformarsi ai nuovi dettami legislativi.
Con questi paletti, la Banca d’Italia ha stimato che i mediatori creditizi scenderanno drasticamente a 500-1.000. Non tutto è però perduto, perché coloro che vorranno esercitare l’attività potranno diventare collaboratori delle società. Ed è qui che diventa fondamentale l’azione di MedioFimaa. «Con lungimiranza – ha evidenziato l’amministratore delegato Giancarlo Vinacci – la Federazione quasi cinque anni fa ha costituito una struttura specializzata che ora ha tutte le carte in regola per assicurare continuità alla professione ». Considerando quanto avviene nel resto d’Europa, MedioFimaa ha fatto stime ancor più restrittive sul numero degli operatori dopo la riforma. «Calcoliamo che sei-sette realtà occuperanno l’80% del mercato – ha proseguito l’ad – ed è una fortuna che uno dei competitor sia espressione di un sindacato. MedioFimaa, costituita da una grossa banca, da una compagnia di assicurazioni e governata dalla Federazione, è una società senza scopo di lucro che reinveste gli utili a favore degli associati. Siamo già pronti per affrontare il cambiamento e uno dei nostri punti qualificanti sarà la territorialità, puntando ad avere una rappresentanza in ogni provincia». Ora tocca agli aspiranti collaboratori farsi avanti ed il consiglio è di non aspettare troppo perché i tempi sono stretti ed è certo che non ci sarà posto per tutti, anche se la prospettiva di Vinacci è positiva: «Il parcheggiatore non farà più il mediatore, ma un bravo mediatore non avrà difficoltà a trovare una collaborazione». Se la riforma ha spiazzato la categoria (anche per via di una certa frettolosità nell’approvazione che ha portato ad un testo non privo di errori e punti controversi), ha anche introdotto anche opportunità. L’esclusività della professione, ad esempio, sgombera il campo dalla concorrenza di altre figure, mentre i nuovi requisiti patrimoniali fanno diventare le società di mediazione delle “piccole banche” normate dall’articolo 106 del Testo Unico bancario.
«Resta da definire – ha spiegato l’avvocato Danile Mammani consulente della Fimaa – il ruolo dell’agente immobiliare. Assodato che non potrà più portare il proprio cliente in banca, occorre chiarire se potrà avere rapporti con i mediatori creditizi. La nostra associazione ritiene che questo sia possibile e sta spingendo per un riconoscimento in questa direzione».
Mutui casa, la ripresa è cominciata
Nel 2010 la curva si è invertita e sono ripresi i finanziamenti a privati e imprese. In Italia negli ultimi quattro mesi dell’anno l’accelerazione è stata del 4% e l’incremento annuo del 3,6%, dato ben più alto della media europea (+1,9%). L’incremento maggiore si è avuto nei finanziamenti ai privati. A presentate il quadro è MedioFimaa, che prevede per il 2011 la prosecuzione della fase ascendente. «Le grandi banche sono tornate ad erogare mutui alle famiglie – ha spiegato Giancarlo Vinacci -, significa che hanno fiducia nelle aziende, nella loro capacità di pagare lo stipendio ai dipendenti. Certo lo scenario è cambiato, le politiche del credito sono ancora rigide e disoccupazione e precarietà aumentano la percentuale, stimata al 42%, delle famiglie prive dei requisiti per accedere ai finanziamenti, ma le prospettive sono positive». Al punto che MedioFimaa calcola nel 2011, rispetto al 2010, una crescita del 5,9% dei mutui per l’acquisto e la ristrutturazione della casa. Un altro dato è il recupero di terreno degli istituiti di credito tradizionali sulle banche specializzate, la cui fetta di mercato è scesa dal 15% del 2007 a poco più del 10% nel 2009. «Tutti questi numeri letti alla luce del d.lgs 141 – ha sintetizzato Vinacci – dicono che c’è un mercato più grande per chi ha le qualità per operarvi».
MEDIATORI CREDITIZI, IL SALVAGENTE DELLA FIMAA
I vincoli introdotti dalla riforma ridurranno drasticamente gli operatori, «ma la società MedioFimaa è già pronta per assicurare la continuità agli associati». Il punto in un wokshop all’Ascom. «Da chiarire il ruolo degli agenti immobiliari»
Relatori Dr. Giancarlo Vinacci e Avv. Daniele Mammani
La portata delle novità è ingente ed andrà a ridisegnare interamente la fisionomia della mediazione creditizia in Italia. Ma lo scenario è chiaro e la Fimaa, la Federazione degli agenti immobiliari della Confcommercio, e MedioFimaa, la società che dal 2006 offre servizi finanziari e assicurativi agli associati, si stanno muovendo per affrontare al meglio cambiamenti ormai ineluttabili.
Le nuove norme, introdotte con il decreto legislativo 141 dello scorso 13 agosto, sono state illustrate agli operatori bergamaschi in un workshop organizzato dalla Fimaa provinciale nella sede dell’Ascom, introdotto dalla consigliera Mafalda Fiumana, dal presidente Luciano Patelli e da Antonello Pagani, direttore dell’Appe, l’associazione della proprietà edilizia partner degli agenti immobiliari orobici nell’aggiornamento e nella convegnistica.
Sino ad oggi i mediatori creditizi hanno potuto operare con una semplice iscrizione all’Ufficio Italiano Cambi ed è questa una delle ragioni per cui sono presenti in numero elevato: oltre 120mila in Italia, di cui circa 1.100 in Bergamasca, tra le quasi mille persone fisiche e il centinaio di società. Ora, se vorranno proseguire l’attività, dovranno affrontare passaggi molto onerosi. Primo fra tutti l’obbligo di costituirsi in società con un capitale sociale minimo di 120mila euro e l’ulteriore vincolo di dotarsi di un collegio sindacale, con il relativo costo fisso. È inoltre necessaria una copertura assicurativa, l’amministratore della società dovrà inoltre dimostrare di possedere determinati requisiti professionali altrimenti dovrà sottoporsi ad un esame e per i collaboratori è prevista una “prova valutativa”. Viene poi introdotta l’incompatibilità con altre attività, mentre per i mediatori immobiliari non sarà più possibile intrattenere rapporti diretti con le banche.
La riforma dovrebbe entrare a regime entro la fine dell’anno. Tra fine aprile e maggio è infatti prevista la costituzione dell’Organismo di controllo, deputato alle verifiche, alle definizione dei criteri per le prove d’esame e alla tenuta degli elenchi, e da lì a sei mesi scatterà l’obbligo di conformarsi ai nuovi dettami legislativi.
Con questi paletti, la Banca d’Italia ha stimato che i mediatori creditizi scenderanno drasticamente a 500-1.000. Non tutto è però perduto, perché coloro che vorranno esercitare l’attività potranno diventare collaboratori delle società. Ed è qui che diventa fondamentale l’azione di MedioFimaa. «Con lungimiranza – ha evidenziato l’amministratore delegato Giancarlo Vinacci – la Federazione quasi cinque anni fa ha costituito una struttura specializzata che ora ha tutte le carte in regola per assicurare continuità alla professione ». Considerando quanto avviene nel resto d’Europa, MedioFimaa ha fatto stime ancor più restrittive sul numero degli operatori dopo la riforma. «Calcoliamo che sei-sette realtà occuperanno l’80% del mercato – ha proseguito l’ad – ed è una fortuna che uno dei competitor sia espressione di un sindacato. MedioFimaa, costituita da una grossa banca, da una compagnia di assicurazioni e governata dalla Federazione, è una società senza scopo di lucro che reinveste gli utili a favore degli associati. Siamo già pronti per affrontare il cambiamento e uno dei nostri punti qualificanti sarà la territorialità, puntando ad avere una rappresentanza in ogni provincia». Ora tocca agli aspiranti collaboratori farsi avanti ed il consiglio è di non aspettare troppo perché i tempi sono stretti ed è certo che non ci sarà posto per tutti, anche se la prospettiva di Vinacci è positiva: «Il parcheggiatore non farà più il mediatore, ma un bravo mediatore non avrà difficoltà a trovare una collaborazione». Se la riforma ha spiazzato la categoria (anche per via di una certa frettolosità nell’approvazione che ha portato ad un testo non privo di errori e punti controversi), ha anche introdotto anche opportunità. L’esclusività della professione, ad esempio, sgombera il campo dalla concorrenza di altre figure, mentre i nuovi requisiti patrimoniali fanno diventare le società di mediazione delle “piccole banche” normate dall’articolo 106 del Testo Unico bancario.
«Resta da definire – ha spiegato l’avvocato Danile Mammani consulente della Fimaa – il ruolo dell’agente immobiliare. Assodato che non potrà più portare il proprio cliente in banca, occorre chiarire se potrà avere rapporti con i mediatori creditizi. La nostra associazione ritiene che questo sia possibile e sta spingendo per un riconoscimento in questa direzione».
Mutui casa, la ripresa è cominciata
Nel 2010 la curva si è invertita e sono ripresi i finanziamenti a privati e imprese. In Italia negli ultimi quattro mesi dell’anno l’accelerazione è stata del 4% e l’incremento annuo del 3,6%, dato ben più alto della media europea (+1,9%). L’incremento maggiore si è avuto nei finanziamenti ai privati. A presentate il quadro è MedioFimaa, che prevede per il 2011 la prosecuzione della fase ascendente. «Le grandi banche sono tornate ad erogare mutui alle famiglie – ha spiegato Giancarlo Vinacci -, significa che hanno fiducia nelle aziende, nella loro capacità di pagare lo stipendio ai dipendenti. Certo lo scenario è cambiato, le politiche del credito sono ancora rigide e disoccupazione e precarietà aumentano la percentuale, stimata al 42%, delle famiglie prive dei requisiti per accedere ai finanziamenti, ma le prospettive sono positive». Al punto che MedioFimaa calcola nel 2011, rispetto al 2010, una crescita del 5,9% dei mutui per l’acquisto e la ristrutturazione della casa. Un altro dato è il recupero di terreno degli istituiti di credito tradizionali sulle banche specializzate, la cui fetta di mercato è scesa dal 15% del 2007 a poco più del 10% nel 2009. «Tutti questi numeri letti alla luce del d.lgs 141 – ha sintetizzato Vinacci – dicono che c’è un mercato più grande per chi ha le qualità per operarvi».