Buongiorno colleghi, ho l'esigenza di tutelarmi dallo sport nazionale sempre in forma in Italia: lo scavalco immobiliare.
Mi spiego meglio: mi contatta un ingegnere e mi chiede di cercargli un'immobile commerciale di un certo rilievo con determinate caratteristiche. Dopo aver trovato l'immobile, parlato con il proprietario ed essermi fatta mandare via email le planimetrie, richiamo la cliente e oltre alle solite domande di rito (dove si trova, lei ha un'incarico in esclusiva?, ecc. , fissiamo l'appuntamento in ufficio dove il "cliente-architetto" dovrebbe venire prima di effettuare la visita. Lo stesso mi dice di essere "allergico" a mettere le firme e soprattutto non mi chiarisce se acquista lui o sta cercando per conto di altri.
Nel caso degli immobili residenziali uso nei miei fogli di visita una dicitura che mi tutela da genitori, figli, mogli, mariti, cugini e amici degli amici , ma nel caso degli immobili commerciali, dove chi fa la visita può essere un libero professionista (in questo caso un architetto incaricato da un suo cliente per selezionare un'immobile per il suo cliente oppure un'incaricato della società (non si sa bene chi e a quale titolo), come fare a tutelarsi nel caso in cui i diretti interessati contattino direttamente il proprietario dal momento che questi ultimi non hanno vincoli giuridici o famigliari con le persone che hanno acquisito da me le prime informazioni?
Sperando di essere riuscita a spiegare la situazione, vorrei conoscere i vostri pareri in merito agli immobili commerciali.
Grazie.
Fai l'appuntamento, fatti firmare il foglio visita dall'ingegnere, metti bene in chiaro le cose con il proprietario del fabbricato prima di procedere.
Certo, potrebbe andarti male, ma se mandi il cliente a quel paese, neppure potrebbe andarti bene!