L'altra mattina molto presto, piuttosto intirizzito ed insonnolito, ero in fila davanti al Viminale e aspettavo pazientemente il mio turno per entrare nell'ufficio elettorale e depositare il simbolo del mio partito politico "GRAF CONTRO TUTTI", quando sono stato intercettato e avvicinato da un emissario del PDL-LEGA che mi ha proposto un accordo di desistenza al Senato e mi ha pregato di non presentare le mie liste nelle regioni Lombardia, Veneto e Sicilia che quella coalizione considerano strategiche per ottenere un buon successo al Senato e per bloccare il raggiungimento della maggioranza assoluta da parte del PD.
Io mi sono riservato.
Alcuni minuti dopo, appena prima di entrare nel Ministero dell'Interno per il deposito del simbolo della mia lista, vengo avvicinato da un ambasciatore del PD-SEL che, a sua volta, senza farsi troppo notare e e fingendo indifferenza, mi propone anche lui un accordo di desistenza e mi scongiura di non presentare mie candidature in Campania e nel Lazio per non fare il gioco di Berlusconi e rendere il Senato ingovernabile.
Io mi sono riservato.
Pochi secondi prima di depositare, finalmente, il simbolo, mi avvicina un portaborse della coalizione del sen. Mario Monti, del Genero di Caltagirone e del Cognato di Tulliani e mi assicura che avevo, da parte loro, il semaforo verde e che potevo presentare tranquillamente il mio partito nell'agone elettorale poiché, in base ad un loro preventivo calcolo aritmetico, non davo nessun fastidio ai disegni di potere del Rettore, del Genero e del Cognato e che non rischiavo minimamente di affossare la loro operazione, studiata a tavolino nei minimi dettagli, di impossessarsi di nuovo della poltrona di Palazzo Chigi.
In quel preciso momento, sentendomi piccolo e indifeso ed incapace persino di desistenza, ho preso la decisione di desistere dall'impresa di entrare in politica.