Ma non fanno un'autentica vitaccia gli agenti immobiliari abusivi, quelli senza patentino ed iscrizione al ruolo?
E non parlo degli edicolanti, dei macellai, verdurai, portieri, barbieri, baristi, cioè di quelli, che ogni tanto, cercano di arrotondare il loro mensile con qualche ricca mancia, elargita da dei “clienti”, per aver “facilitato”, con le loro conoscenze, amicizie e arti diplomatiche, un qualche affare immobiliare, ma parlo proprio degli abusivi totali, cioè quelli che fanno di “mestiere” esclusivamente i mediatori su piazza, senza nessuna abilitazione e senza nessuna iscrizione a ruolo.
Ma, dico io, come possono fare un lavoro cosi pubblico, così ricco di contatti sociali, rimanendo clandestini?
Come fanno a guadagnare l’ approvazione pubblica se devono sempre tenersi in disparte, se non devono rivelare a nessuno la propria attività, se devono costantemente tenersi nascosti?
Ma come fanno, concretamente, ad operare, a svolgere il loro lavoro? Che è così delicato e così tremendamente serio?
Un abusivo, non può aprire un ufficio, non può affittarsi uno studio, non può inchiodare una targa davanti nemmeno al portone di casa sua, non può stamparsi un biglietto da visita ad hoc, non può aprirsi un sito internet, non può mettere un’ inserzione dell’immobile in vendita su un giornale altrimenti, i “colleghi” col patentino che telefonano, lo sgamano subito, non può distribuire volantini e dépliant; ma allora, dico io, come può, praticamente, mettere in contatto un venditore di casa con un compratore, con quali strumenti di comunicazione può palesarsi all'universo mondo per quello che è?
Un avvocato, un geometra, un edicolante, un panettiere hanno un ufficio, un negozio, un locale, dove poter ricevere un cliente, possono tutti operare sotto copertura della loro professione ufficiale, ma un mediatore abusivo come fa? Quale copertura s’inventa?
Ma se lui deve essere sempre sul chi va là, se è costretto sempre a vivere con la tensione di essere scoperto, se può spostarsi solo col favore delle tenebre, se è obbligato a vivere con lo stress continuo di poter essere denunciato alla Procura della Repubblica da un collega regolare, da un organizzazione di categoria, o dalla Guardia di Finanza, non è meglio che si prende il benedetto patentino? Non è meglio che studi? Secondo me gli costa di meno.
Senza considerare i rimorsi della propria coscienza dovuti alla consapevolezza di togliere in pane da bocca ai mediatori regolari, l’afflizione di non contribuire al bene pubblico, i tormenti di non partecipare alla formazione del Prodotto Interno Lordo, il rincrescimento di violare le norme dello Stato, e, least but non last, il rammarico ulteriore di trasgredire alla legge comunitaria della concorrenza e del libero mercato.
Ma come si fa ad esercitare la professione di agente immobiliare in queste condizioni?
Confermo, una vera vitaccia!
E non parlo degli edicolanti, dei macellai, verdurai, portieri, barbieri, baristi, cioè di quelli, che ogni tanto, cercano di arrotondare il loro mensile con qualche ricca mancia, elargita da dei “clienti”, per aver “facilitato”, con le loro conoscenze, amicizie e arti diplomatiche, un qualche affare immobiliare, ma parlo proprio degli abusivi totali, cioè quelli che fanno di “mestiere” esclusivamente i mediatori su piazza, senza nessuna abilitazione e senza nessuna iscrizione a ruolo.
Ma, dico io, come possono fare un lavoro cosi pubblico, così ricco di contatti sociali, rimanendo clandestini?
Come fanno a guadagnare l’ approvazione pubblica se devono sempre tenersi in disparte, se non devono rivelare a nessuno la propria attività, se devono costantemente tenersi nascosti?
Ma come fanno, concretamente, ad operare, a svolgere il loro lavoro? Che è così delicato e così tremendamente serio?
Un abusivo, non può aprire un ufficio, non può affittarsi uno studio, non può inchiodare una targa davanti nemmeno al portone di casa sua, non può stamparsi un biglietto da visita ad hoc, non può aprirsi un sito internet, non può mettere un’ inserzione dell’immobile in vendita su un giornale altrimenti, i “colleghi” col patentino che telefonano, lo sgamano subito, non può distribuire volantini e dépliant; ma allora, dico io, come può, praticamente, mettere in contatto un venditore di casa con un compratore, con quali strumenti di comunicazione può palesarsi all'universo mondo per quello che è?
Un avvocato, un geometra, un edicolante, un panettiere hanno un ufficio, un negozio, un locale, dove poter ricevere un cliente, possono tutti operare sotto copertura della loro professione ufficiale, ma un mediatore abusivo come fa? Quale copertura s’inventa?
Ma se lui deve essere sempre sul chi va là, se è costretto sempre a vivere con la tensione di essere scoperto, se può spostarsi solo col favore delle tenebre, se è obbligato a vivere con lo stress continuo di poter essere denunciato alla Procura della Repubblica da un collega regolare, da un organizzazione di categoria, o dalla Guardia di Finanza, non è meglio che si prende il benedetto patentino? Non è meglio che studi? Secondo me gli costa di meno.
Senza considerare i rimorsi della propria coscienza dovuti alla consapevolezza di togliere in pane da bocca ai mediatori regolari, l’afflizione di non contribuire al bene pubblico, i tormenti di non partecipare alla formazione del Prodotto Interno Lordo, il rincrescimento di violare le norme dello Stato, e, least but non last, il rammarico ulteriore di trasgredire alla legge comunitaria della concorrenza e del libero mercato.
Ma come si fa ad esercitare la professione di agente immobiliare in queste condizioni?
Confermo, una vera vitaccia!