Graf

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Si legge nelle cronache giornalistiche che il primo ministro francese Manuel Valls non si fa scrupolo ad usare la parola guerra per definire questa invasiva e devastante forma di terrorismo di origine islamica che dall’ 11 settembre del 2001 ha preso di mira il mondo occidentale.
Con i fatti tragici di Parigi, con la successiva minaccia di attentati in Bruxelles che ha vissuto quattro giorni nel quasi totale coprifuoco come accadeva soltanto durante i bombardamenti aerei dell’ultima guerra mondiale e con la tensione tangibile che si respira in tutte le città europee che facilmente sfocia nella psicosi dei falsi allarmi, il livello del pericolo percepito dai cittadini nei confronti della propria sicurezza personale si è notevolmente elevato.

Dichiara il primo ministro Valls “ Ho allertato sul rischio di altri attentati, anche chimici sull'esempio di quanto accaduto a Tokyo vent'anni fa, perché è la verità. Siamo a un tornante, abbiamo mutato epoca. Non significa cedere alla paura, ma tutti dobbiamo imparare a convivere con una minaccia permanente”.
E sconfessando anche il ministro degli interni italiano Angelino Alfano, secondo cui nel nostro Paese non c'è nulla da temere, Valls afferma con certezza : "Rifiutare di usare la parola guerra, è una forma di negazione della realtà". (Sito web “Il Giornale”).

A questo punto vi faccio una domanda secca: come potrebbe influire sul mercato immobiliare urbano la presenza costante nelle nostre città italiane di una minaccia permanente e perdurante diversi anni di una guerra con un' eventuale (tocchiamo ferro!) catena criminale di attentati cruenti e di omicidi?
 
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Graf

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Una testimonianza personale...
Un agente immobiliare che opera a Roma e si occupa di un target piuttosto elevato in zone di prestigio (San Saba, Balduina, Flaminio, Vigna Clara...) mi ha detto, qualche giorno fa, che dopo i tragici fatti di Parigi i telefono si improvvisamente zittiti...
 

ab.qualcosa

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Difficile generalizzare un solo caso, bisognerebbe fare un indagine più ampia.
Io non ho avuto questa sensazione, almeno non su tutto.
 

Graf

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Infatti, le conseguenze in una breve prospettiva credo sia state temporanee.
A chi compra casa oggi interessa, prima di tutto, la solidità dell’appartamento, la sua spaziosità, la sua vivibilità, un prezzo equo se non conveniente, un mutuo facile da ottenere. Questi sono i fattori preponderanti, decisivi per un acquisto immobiliare.
Ma se questi attacchi terroristici (toccando ferro) diventeranno endemici e diffusi in tutti i paesi europei, il concetto di “guerra permanente” potrebbe entrare nell’ ambito psicologico di ciascuno di noi e determinare, alla lunga, effetti negativi in tutti settori della vita quotidiana….
Nelle realtà urbane, soprattutto, quelle più insicure e maggiormente esposte a simili assalti.
 

alexbgd

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A Roma , se piove......i telefoni non squillano. Se fa troppo caldo..... muti.
Personalmente, il sabato dopo l'attaco a Parigi ho fatto le visite. Nessuna cancellata.
Nel ascensore, a salire e scendere si parlava di Parigi ....ma nell'appartamento si parlava di casa.
Ormai, nessuno parla più di Parigi ma i telefoni cominciano a squillare di meno. Come da copione,ogni anno stesso scenario. Stiamo per entrare nel periodo Natalizio. Sta per fermarsi tutto.
 

skywalker

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A spanne direi che non sei di primo pelo...
Passo alla risposta.
Ricordi gli anni di piombo? Le gambizzazioni, gli attentati, le bombe, le stragi?
Ecco...il mercato reagirà più o meno come ha già reagito.
Ovviamente la reazione sarà la medesima perché nell'ottica dell'evoluzione della specie, 30/40/50/60anni sono ininfluenti ma il tutto andrà rapportato al mercato attuale perché in economia ne bastano 5 percambiare gli scenari.
 

Graf

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Negli anni '70 c'ero e frequentavo il liceo classico ( ma in una cittadina dell' Abruzzo abbastanza fuori dalle temperie degli anni di piombo...).
Sarebbe interessante essere informati su come il mercato immobiliare delle città italiane reagì a quel lungo ed irrazionale scoppio di violenza terroristica che insanguinò per oltre un decennio le strade urbane dell' Italia...
Chi ne fu testimone?
 
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skywalker

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Negli anni '70 c'ero e frequentavo il liceo classico ( ma in una cittadina dell' Abruzzo abbastanza fuori dalle temperie degli anni di piombo...).
Sarebbe interessante essere informati su come il mercato immobiliare delle città italiane reagì a quel lungo ed irrazionale scoppio di violenza terroristica che insanguinò per oltre un decennio le strade urbane dell' Italia...


Bravo.
Ora hai davvero toccato il tasto giusto!
Quanti ora come allora potrebbero decidere per preservare l'incolumità dei propri figli di abbandonare le popolosissime città per approdare a luoghi comunque ben serviti e collegati ma intrinsecamente più sicuri e meno adatti ad azioni terroristiche. Se ci pensi bene è accaduto più volte in momenti di tumulto.
Durante la guerra i milanesi sfollati venivano sui laghi in quanto più sicuri e meno bersagliati dai bombardamenti, negli anni di piombo e delle violente manifestazioni c'è stato un esodo verso la più tranquilla periferia...
Nulla di nuovo all'orizzonte dunque.
 

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