Mi giungono notizie sconfortanti sul settore affitti.
Un problema, come le vendite, collegato all'economia reale d'altronde. Il bacino dei residenti in un determinato posto spesso è proprio quello meno interessato sia alla vendita che all'affitto perchè una casa magari ce l'ha. Nelle grandi città dove si è costruito per quattro volte i residenti il problema però è più serio.
Quello che rendeva normalmente appetibile avere un immobile nella grande città (Roma, Milano, etc.) e giustificava la costruzione di nuovi edifici era l'alto numero di non residenti che si spostavano per motivi di lavoro o di studio. La prospettiva di un rendimento da affitto c'è sempre, si diceva....ma non è proprio così.
Il processo si sta inceppando e per un motivo molto semplice, il precariato. Si sta raggiungendo la consapevolezza che tanto le possibilità di assunzione dopo 6 mesi, un anno non ci siano.
Qual è l'immediata conseguenza? Che un numero veramente sempre minore di persone si sposta da una zona all'altra. Gli affitti che erano la principale cartina tornasole del benessere e dell'appetibilità di un certo posto stanno risentendo pesantemente di questo. Se uno che si deve spostare sa che per sei mesi percepirà 500 euro farà questo sforzo per un periodo perchè ha la prospettiva poi di poter essere assunto. La grande frequenza di gente utilizzata per un periodo e poi lasciata per strada a prescindere sta scoraggiando oramai molti dal muoversi, perchè tanto non vale la pena.Questo genere di precariato sistematico non finalizzato poi a nulla sta rendendo un salto nel buio trasferirsi da una città all'altra, ma proprio per un discorso di salario e prospettive. Se un residente a Roma o Milano può reggere il colpo per un po' chi viene da fuori non ha la possibilità di rischiare viaggi a vuoto troppo a lungo.Ma il guaio è che non stimo parlando di muratori o cassieri, ma anche di professionisti, laureati. Il ceto medio insomma.
L'impatto sull'economia reale comincia ad essere devastante: non solo c'è una percentuale sempre maggiore di gente che se ne va all'estero, ma gli affitti sono davvero sempre più per stranieri, studenti fuori sede, (in verità in drastico calo per le scarse opportunità che seguono alla laurea) e insegnanti o dipendenti statali del sud: la prospettiva perlomeno credibile di un impiego per quanto sottopagato in quel caso fa sì che questi siano disposti a sostenere costi e sacrifici. In ogni caso si fa fatica ad affittare e i canoni stanno scendendo per forza di cose. Mi chiedo che risposte dare a chi deve investire ai prezzi odierni e con queste prospettive oggi, oltre che ha chi ha buttato soldi negli anni passati per sentirsi dire che dovrà affittare a un importo molto minore di quanto aveva pianificato.
Un problema, come le vendite, collegato all'economia reale d'altronde. Il bacino dei residenti in un determinato posto spesso è proprio quello meno interessato sia alla vendita che all'affitto perchè una casa magari ce l'ha. Nelle grandi città dove si è costruito per quattro volte i residenti il problema però è più serio.
Quello che rendeva normalmente appetibile avere un immobile nella grande città (Roma, Milano, etc.) e giustificava la costruzione di nuovi edifici era l'alto numero di non residenti che si spostavano per motivi di lavoro o di studio. La prospettiva di un rendimento da affitto c'è sempre, si diceva....ma non è proprio così.
Il processo si sta inceppando e per un motivo molto semplice, il precariato. Si sta raggiungendo la consapevolezza che tanto le possibilità di assunzione dopo 6 mesi, un anno non ci siano.
Qual è l'immediata conseguenza? Che un numero veramente sempre minore di persone si sposta da una zona all'altra. Gli affitti che erano la principale cartina tornasole del benessere e dell'appetibilità di un certo posto stanno risentendo pesantemente di questo. Se uno che si deve spostare sa che per sei mesi percepirà 500 euro farà questo sforzo per un periodo perchè ha la prospettiva poi di poter essere assunto. La grande frequenza di gente utilizzata per un periodo e poi lasciata per strada a prescindere sta scoraggiando oramai molti dal muoversi, perchè tanto non vale la pena.Questo genere di precariato sistematico non finalizzato poi a nulla sta rendendo un salto nel buio trasferirsi da una città all'altra, ma proprio per un discorso di salario e prospettive. Se un residente a Roma o Milano può reggere il colpo per un po' chi viene da fuori non ha la possibilità di rischiare viaggi a vuoto troppo a lungo.Ma il guaio è che non stimo parlando di muratori o cassieri, ma anche di professionisti, laureati. Il ceto medio insomma.
L'impatto sull'economia reale comincia ad essere devastante: non solo c'è una percentuale sempre maggiore di gente che se ne va all'estero, ma gli affitti sono davvero sempre più per stranieri, studenti fuori sede, (in verità in drastico calo per le scarse opportunità che seguono alla laurea) e insegnanti o dipendenti statali del sud: la prospettiva perlomeno credibile di un impiego per quanto sottopagato in quel caso fa sì che questi siano disposti a sostenere costi e sacrifici. In ogni caso si fa fatica ad affittare e i canoni stanno scendendo per forza di cose. Mi chiedo che risposte dare a chi deve investire ai prezzi odierni e con queste prospettive oggi, oltre che ha chi ha buttato soldi negli anni passati per sentirsi dire che dovrà affittare a un importo molto minore di quanto aveva pianificato.