E' un ragionamento solo abbozzato, niente numeri alla mano, niente grafici, solo una idea, che parte dal voler generalizzare un discorso che mi toccherà tra tanti anni.
Con una popolazione stabile, e case di proprietà, ovvero mediamente una prole di 2 figli per famiglia, non ci sarà necessità di un acquisto di una nuova casa, ma solo una ridistribuzione di quelle già esistenti.
Alla dipartenza dei nonni, i nipoti riceveranno in dote una % della casa (1/8), e con 4 nonni e 2 persone per andare a convivere (lui&lei), fanno esattamente 1 casa per famiglia.
Questo non vuol dire che non ci saranno compravendite di case, quella descritta è la situazione media, il che vuol dire che ci saranno i figli unici di babbi/mamme figli unici che si ritroveranno con 2 case a testa.
Inoltre, già il fatto che uno sia beneficiario per 1/8 della casa, se la vuole riscattare per intero deve pagare i restanti 7/8.
Qualcuno può obiettare sulla durata della vita che si sta allungando; vero, ma è altrettanto vero che si stanno allungando i tempi di quando uno esce di casa e tira su famiglia.
Con 25 anni di differenza tra le varie generazioni, significa verificare il ragionamento con i nonni a 75 anni.
Con 30 anni di differenza, si arriva a nonni di 90 anni, ovvero una media ben più che plausibile.
Ho scritto tra 20 anni, ma può essere un processo già iniziato; il boom delle nascite è stato quello degli anni 70, quindi già negli anni 2000 può essere già in atto.
Se il ragionamento è corretto, il mercato potrà riniziare ad avere nuova linfa: perchè fondamentalmente i soldi per l'acquisto di una casa verranno dalla vendita di un altra, ovvero una compravendita a costo "quasi" nullo (quasi nel senso che saranno spiccioli rispetto alla situazione attuale).
Le case brutte, isolate, piccole, mal fatte, varranno sempre meno, fino a diventare di fatto invendibili (se devo comprare casa, la prendo migliore di quella dei nonni, altrimenti vado direttamente nella loro casa).
Quanto descritto va bene indipendentemente dal valore degli immobili, e da quanto tiri o meno il mercato, dalla ripresa o meno del mercato del lavoro; è un discorso di numeri e di pura necessità.
Certo che aspettarsi la ripresa del mercato immobiliare grazie alla morte dei nonni è un concetto decisamente lugubre.
Con una popolazione stabile, e case di proprietà, ovvero mediamente una prole di 2 figli per famiglia, non ci sarà necessità di un acquisto di una nuova casa, ma solo una ridistribuzione di quelle già esistenti.
Alla dipartenza dei nonni, i nipoti riceveranno in dote una % della casa (1/8), e con 4 nonni e 2 persone per andare a convivere (lui&lei), fanno esattamente 1 casa per famiglia.
Questo non vuol dire che non ci saranno compravendite di case, quella descritta è la situazione media, il che vuol dire che ci saranno i figli unici di babbi/mamme figli unici che si ritroveranno con 2 case a testa.
Inoltre, già il fatto che uno sia beneficiario per 1/8 della casa, se la vuole riscattare per intero deve pagare i restanti 7/8.
Qualcuno può obiettare sulla durata della vita che si sta allungando; vero, ma è altrettanto vero che si stanno allungando i tempi di quando uno esce di casa e tira su famiglia.
Con 25 anni di differenza tra le varie generazioni, significa verificare il ragionamento con i nonni a 75 anni.
Con 30 anni di differenza, si arriva a nonni di 90 anni, ovvero una media ben più che plausibile.
Ho scritto tra 20 anni, ma può essere un processo già iniziato; il boom delle nascite è stato quello degli anni 70, quindi già negli anni 2000 può essere già in atto.
Se il ragionamento è corretto, il mercato potrà riniziare ad avere nuova linfa: perchè fondamentalmente i soldi per l'acquisto di una casa verranno dalla vendita di un altra, ovvero una compravendita a costo "quasi" nullo (quasi nel senso che saranno spiccioli rispetto alla situazione attuale).
Le case brutte, isolate, piccole, mal fatte, varranno sempre meno, fino a diventare di fatto invendibili (se devo comprare casa, la prendo migliore di quella dei nonni, altrimenti vado direttamente nella loro casa).
Quanto descritto va bene indipendentemente dal valore degli immobili, e da quanto tiri o meno il mercato, dalla ripresa o meno del mercato del lavoro; è un discorso di numeri e di pura necessità.
Certo che aspettarsi la ripresa del mercato immobiliare grazie alla morte dei nonni è un concetto decisamente lugubre.