Bah..
Tutto sbagliato.
Sia nella forma che nella sostanza.
Nella sostanza, se fosse fondato quanto sostieni, non esisterebbero le speculazioni e, per conseguenza, nemmeno i buoni affari.
Che invece in questi contesti si concretizzano molto spesso.
Basta sapere dove mettere le mani.
Probabilmente, il nostro amico Luca è assistito male dal mediatore, che non sa' muoversi come dovrebbe.
Oi
@lucaU;
..e che dovevano fare..??!
Sputttanare "coram populo" il venditore, strombazzando ai quattro venti, che quello non c'è la fa' più a pagare le rate del mutuo..??
Rimproverato il
@brina82, sul versante della sostanza;
Pure se sei un "profano", ti basterebbe usare un pochino di logica, per comprendere quanto siano sbagliate la stragrande maggioranza delle osservazioni, che fin qui ti hanno dato, pure sul versante della forma.
A rigor di logica, se si tratta di una operazione di saldo/stralcio, ciò significa che la banca non ha ancora messo sopra le mani sull'immobile, che in questo momento, resta ancora saldamente in quelle del venditore.
Con il titolo di proprietà in mano a terzi, mi spiegate come potrebbe fare la banca, a mettersi a sindacare se accettare o meno una proposta, bassa, alta o condizionata che sia..?
Semmai può mettersi di traverso, eccome, qualora da quella transazione non si riesca a recuperare in tutto o in buona parte il proprio credito vantato.
Attivandosi nelle procedure, che gli consentano di acquisire proprio quel titolo di proprietà, che gli manca.
Prima strappandolo dalle mani del proprietario, per poi innescare la vendita all'incanto, per il recupero del proprio credito.
Quindi, ora che ci abbiamo ragionato su' un po', si capisce bene, che dire che la banca non accetta proposte (su un immobile di proprietà di terzi) è una fesseria di proporzioni MONUMENTALI.
Analizzate forma e sostanza, pure nella pratica, se ci ragionassi sopra un po', arriveresti alla più logica delle conclusioni.
Con una proposta al ribasso, che si desume più bassa del debito residuo, anche se non fosse condizionata, il venditore non la può accettare, ne tantomeno puo' incassare somme, senza prima ottenere il nulla osta da parte della banca, di rassegnarsi a salutare per sempre una buona parte dei suoi denari.
Nulla osta, che di solito, tra tecnicismi di sorta e burocrazie macchinose, ci impiega come minimo tre mesi, piu' un altro mese, dal formale rilascio del via libera alla transazione.
Che è il tempo massimo, che la banca intima al proprietario, per concedere in vendita il proprio titolo di proprietà.
Hai voglia a chiedere mutui.
Ti basta un termine di irrevocabilita' della proposta, di 15 giorni, che andra' giocoforza in decadenza, perché non può essere accettata.
Un acconto/caparra minimo, che neanche può essere incassato dal venditore e ancor meglio di qualsiasi condizione sospensiva, puoi dormire sonni tranquilli Luca.