D'accordo, ma affittare una stanza a mio parere non è l'affitto di un immobile parziale, la stanza di un appartamento non è un immobile, dovrebbe avere almeno una sua autonomia che non puó avere una stanza. Allora tutti i proprietari in barba alla 431/98 si tengono a disposizione l'alloggio e affittano le camere per la durata che gli pare con un canone concordato determinato come non si sa e si pretende anche che l' unico conduttore presente in quel momento nell'alloggio, paghi gli oneri accessori come se avesse in affitto l'intero appartamento?
Concordo che la stanza non è UN immobile: è una parte di esso. Se la locazione/affitto parziale di un immobile non è il cedere l'uso di una parte dell'immobile (in questo caso la stanza in via privata, i locali di servizio se presenti quali wc, ingresso, cucina etc in via comune) dimmi cos'è...
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Il metodo per calcolare il canone concordato non è certo una fantasia: metri quadri moltiplicato coefficiente (in euro) dettato da una serie di parametri da identificare con apposita tabella.
il "lavoro" di affittacamere è ben diverso dalla locazione presentata, richiede inoltre una serie di servizi da aggiungere.
Le alternative per tutelarsi prima di immettere qualcuno nell'immobile ci sono (erogazione di spazi e servizi, richiesta di un garante etc etc) ovvio che comportano sempre una contropartita.
Ora però va sviscerata la domanda iniziale: come fare a risolvere sta situazione?
Eventualmente perdici un po' di soldini per la prima bolletta ma fai in modo di trovare un accordo chiaro per il pagamento delle bollette (se già non l'avete fatto). Scrivetelo e datevene copia. E' una rottura di scatole ma ti dura solo per un breve periodo. Coi prossimi inquilini fatti pagare mensilmente una rata comprensiva di canone ed utenze da portare poi a consuntivo (eventualmente copribile con la cauzione).