Vi sottopongo la mia situazione per poter avere un consiglio.
Stiamo comprando casa da privati (tramite agenzia) e abbiamo fatto un compromesso a giugno versando come caparra il 10% dell'importo della casa e fissando la data per l'atto entro fine luglio.
Pochi giorni prima della data fissata per l'atto, il notaio ci avvisa che il rogito non poteva essere fatto perché sulla casa era presente una ipoteca giudiziale (iscritta prima della data del compromesso). La versione dei proprietari è la seguente: avevano, in seguito al fallimento di un'azienda di cui il proprietario era socio, un debito nei confronti della banca. Avevano trovato un accordo verbale per poter rientrare del debito ratealmente e la banca aveva promesso (sempre verbalmente) di non aprire nessuna ipoteca. Evidentemente qualcosa è andato storto e la banca l'ipoteca l'ha aperta. Questa versione giustificherebbe il fatto che i proprietari non ci avessero detto nulla, pensando che la questione fossa risolta.
Il debito ammonta a circa il 30% del valore della casa. I proprietari non hanno al momento la somma per ripagarlo e, inoltre, vorrebbero riuscire a contrattare con la banca per riuscire a farsi fare uno "sconto" sul debito.
Noi abbiamo la necessità di entrare nella casa entro fine agosto (iscrizione a scuola per i figli, contratto di affitto che termina, etc) e quindi volevamo concordare con i proprietari una immissione in possesso per tale data, aspettando che si risolvesse la questione sull'ipoteca. L'avvocato che segue i proprietari ci ha proposto che, a fronte di una scrittura privata in cui si concede il possesso, versassimo un acconto pari al 20% del prezzo della casa in modo da far avere ai proprietari l'intera somma per estinguere il debito e togliere l'ipoteca. Tale somma è stata richiesta a titolo di acconto e non di caparra per evitare di far pagare al proprietario il doppio sull'intera somma a fronte di un eventuale recesso da parte sua.
Vorrei capire a che rischi vado incontro con un'operazione di questo tipo. Avrei preferito versare l'acconto una volta che l'accordo fosse stato raggiunto tra proprietario e banca, ma l'avvocato insisteva perché fosse versato contestualmente alla scrittura privata (una sorta di do ut des, anche se in difetto sono loro).
Scusate per la lunghezza del post ma non sono riuscito a sintetizzare più di così.
Vi ringrazio per qualsiasi suggerimento vorrete darmi.
Stiamo comprando casa da privati (tramite agenzia) e abbiamo fatto un compromesso a giugno versando come caparra il 10% dell'importo della casa e fissando la data per l'atto entro fine luglio.
Pochi giorni prima della data fissata per l'atto, il notaio ci avvisa che il rogito non poteva essere fatto perché sulla casa era presente una ipoteca giudiziale (iscritta prima della data del compromesso). La versione dei proprietari è la seguente: avevano, in seguito al fallimento di un'azienda di cui il proprietario era socio, un debito nei confronti della banca. Avevano trovato un accordo verbale per poter rientrare del debito ratealmente e la banca aveva promesso (sempre verbalmente) di non aprire nessuna ipoteca. Evidentemente qualcosa è andato storto e la banca l'ipoteca l'ha aperta. Questa versione giustificherebbe il fatto che i proprietari non ci avessero detto nulla, pensando che la questione fossa risolta.
Il debito ammonta a circa il 30% del valore della casa. I proprietari non hanno al momento la somma per ripagarlo e, inoltre, vorrebbero riuscire a contrattare con la banca per riuscire a farsi fare uno "sconto" sul debito.
Noi abbiamo la necessità di entrare nella casa entro fine agosto (iscrizione a scuola per i figli, contratto di affitto che termina, etc) e quindi volevamo concordare con i proprietari una immissione in possesso per tale data, aspettando che si risolvesse la questione sull'ipoteca. L'avvocato che segue i proprietari ci ha proposto che, a fronte di una scrittura privata in cui si concede il possesso, versassimo un acconto pari al 20% del prezzo della casa in modo da far avere ai proprietari l'intera somma per estinguere il debito e togliere l'ipoteca. Tale somma è stata richiesta a titolo di acconto e non di caparra per evitare di far pagare al proprietario il doppio sull'intera somma a fronte di un eventuale recesso da parte sua.
Vorrei capire a che rischi vado incontro con un'operazione di questo tipo. Avrei preferito versare l'acconto una volta che l'accordo fosse stato raggiunto tra proprietario e banca, ma l'avvocato insisteva perché fosse versato contestualmente alla scrittura privata (una sorta di do ut des, anche se in difetto sono loro).
Scusate per la lunghezza del post ma non sono riuscito a sintetizzare più di così.
Vi ringrazio per qualsiasi suggerimento vorrete darmi.