in questi giorni ad un costruttore mio conoscente è capitato quanto segue.
Cinque anni fa ha sottoscritto con una famiglia un contratto di locazione con patto di futura vendita, ricevendo a titolo di caparra confirmatoria iniziale la somma di 30.000 euro ed altri 30.000 in 60 rate di 500 euro al mese a titolo di acconto prezzo.
Dopo cinque anni dalla sottoscrizione dei contratti collegati, il promissario acquirente dichiara di non voler procedere con l'acquisto in quanto la palazzina risulta costruita su un lotto che per un 66% è pervenuto alla proprietà per atto di donazione e senza lesione di legittimari. Il donante è deceduto ma solo da pochi mesi.
Sia il contratto preliminare di acquisto che quello di locazione collegato sono stati registrati.
Effettivamente il preliminare non cita la provenienza ma prima della sottoscrizione il promissario acquirente si preoccupa di farne esaminare copia al proprio legale di fiducia e solo dopo aver effettuato non meglio identificati controlli ne firma il contenuto.
Ora, il promissario acquirente, tramite il proprio legale, dichiara di voler risolvere il contratto per inadempimento del venditore e richiede: € 30.000 per la restituzione degli acconti pagati in rate da 500 euro l'una nei cinque anni in cui ha usufruito dell'immobile- € 60.000 a titolo di restituzione della caparra raddoppiata, versata alla sottoscrizione del preliminare.
Il venditore, dal canto suo, ha proposto di restituire i 30.000 euro di caparra a suo tempo incassati e dei 30.000 di acconto solo 20.000 a fronte dell'utilizzo dell'immobile per 5 anni (in parole povere si tratterrebbe solo 10.000 euro di quanto finora incassato)
Cosa ne pensate? Come si dovrebbero comportare le parti?
Cinque anni fa ha sottoscritto con una famiglia un contratto di locazione con patto di futura vendita, ricevendo a titolo di caparra confirmatoria iniziale la somma di 30.000 euro ed altri 30.000 in 60 rate di 500 euro al mese a titolo di acconto prezzo.
Dopo cinque anni dalla sottoscrizione dei contratti collegati, il promissario acquirente dichiara di non voler procedere con l'acquisto in quanto la palazzina risulta costruita su un lotto che per un 66% è pervenuto alla proprietà per atto di donazione e senza lesione di legittimari. Il donante è deceduto ma solo da pochi mesi.
Sia il contratto preliminare di acquisto che quello di locazione collegato sono stati registrati.
Effettivamente il preliminare non cita la provenienza ma prima della sottoscrizione il promissario acquirente si preoccupa di farne esaminare copia al proprio legale di fiducia e solo dopo aver effettuato non meglio identificati controlli ne firma il contenuto.
Ora, il promissario acquirente, tramite il proprio legale, dichiara di voler risolvere il contratto per inadempimento del venditore e richiede: € 30.000 per la restituzione degli acconti pagati in rate da 500 euro l'una nei cinque anni in cui ha usufruito dell'immobile- € 60.000 a titolo di restituzione della caparra raddoppiata, versata alla sottoscrizione del preliminare.
Il venditore, dal canto suo, ha proposto di restituire i 30.000 euro di caparra a suo tempo incassati e dei 30.000 di acconto solo 20.000 a fronte dell'utilizzo dell'immobile per 5 anni (in parole povere si tratterrebbe solo 10.000 euro di quanto finora incassato)
Cosa ne pensate? Come si dovrebbero comportare le parti?