Più di nuvola nera e minacciosa, foriera di tempesta, si sta addensando sul cielo, finora azzurro, del mare Mediterraneo.
Gheddafi resiste, minaccia, contrattacca, riconquista pezzi di territorio, palmo a palmo e non molla un centimetro della Libia.
Il Rais non ha nessuna intenzione di gettare la spugna, di dimettersi e di scappare in esilio in qualche Stato compiacente. Anzi, sembra fermamente intenzionato a combattere fino a quando non riesca trattenere l'anima tra i denti e a resistere fino all’ultimo uomo e all’ultima scarica di mitragliatrice.
La Nato ha oggi manifestato per la prima volta, anche se molto velatamente e
con grande cautela, la volontà di una qualche forma di intervento armato in Libia.
Infatti, il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha detto che se Gheddafi e il suo regime continueranno ad attaccare sistematicamente la popolazione civile, non si può immaginare che la comunità internazionale e l'Onu rimangano a guardare.
Il ministro degli Esteri italiano Frattini ha dichiarato che bisogna essere consapevoli che la sciagura, che vediamo sul territorio libico, con una situazione ormai da guerra civile, non possiamo fermarla domani, se non facendo la guerra e la guerra non è un videogioco, la guerra è una cosa seria. ll ministro Frattini ha già assicurato ai paesi alleati della Nato la disponibilità delle basi militari situate sul territorio italiano, a condizione che vi sia una preventiva risoluzione del consiglio di sicurezza Onu, su cui i paesi membri stanno già lavorando, e una successiva risoluzione della Nato.
Cosa succederebbe se l’Italia, insieme alla Nato, entrasse in guerra contro la Libia?
Quali ripercussioni, oltre che sul piano militare, politico, sociale e in vite umane ( purtroppo!), porterebbe nel modesto mondo (in riferimento a tale disastro umanitario) del mercato immobiliare ?
In caso di una guerra improvvisa ma cruenta, forse lunga e sanguinosa ( le tragiche esperienze, non ancora concluse ma ancora attuali e sanguinanti dell’ l’Irak e dell’ Afghanistan, insegnano ) e per di più, combattuta davanti alla porta di casa ( la cosiddetta quarta sponda del Mediterraneo) e, quindi, percepita con maggior preoccupazione e inquietudine dal popolo italiano, come pensate che reagisca il mercato immobiliare?
Quali contraccolpi porterebbe sui prezzi degli immobili i tragici rimbombi della guerra vicina?
Gli italiani correrebbero a ritirare i soldi dalle banche perché timorosi di quella forte inflazione che, di solito, accompagna una guerra?
Acquisterebbero in massa case e immobili, perche ritenuti un bene rifugio a prova di “bomba”?
I valori immobiliari schizzerebbero verso l’alto?
Oppure non succederebbe un bel niente e, anzi, tutti i valori e indici economici, compresi i titoli azionari e il mercato della casa, si deprimerebbero sempre di più e scenderebbero inevitabilmente verso il basso?
Chi di voi può prevedere, con ragionevole certezza, cosa succederebbe, nel sistema economico italiano, in caso – tocchiamo ferro – di un conflitto armato, con l’ Italia a guerreggiare nelle primissime trincee?
Gheddafi resiste, minaccia, contrattacca, riconquista pezzi di territorio, palmo a palmo e non molla un centimetro della Libia.
Il Rais non ha nessuna intenzione di gettare la spugna, di dimettersi e di scappare in esilio in qualche Stato compiacente. Anzi, sembra fermamente intenzionato a combattere fino a quando non riesca trattenere l'anima tra i denti e a resistere fino all’ultimo uomo e all’ultima scarica di mitragliatrice.
La Nato ha oggi manifestato per la prima volta, anche se molto velatamente e
con grande cautela, la volontà di una qualche forma di intervento armato in Libia.
Infatti, il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha detto che se Gheddafi e il suo regime continueranno ad attaccare sistematicamente la popolazione civile, non si può immaginare che la comunità internazionale e l'Onu rimangano a guardare.
Il ministro degli Esteri italiano Frattini ha dichiarato che bisogna essere consapevoli che la sciagura, che vediamo sul territorio libico, con una situazione ormai da guerra civile, non possiamo fermarla domani, se non facendo la guerra e la guerra non è un videogioco, la guerra è una cosa seria. ll ministro Frattini ha già assicurato ai paesi alleati della Nato la disponibilità delle basi militari situate sul territorio italiano, a condizione che vi sia una preventiva risoluzione del consiglio di sicurezza Onu, su cui i paesi membri stanno già lavorando, e una successiva risoluzione della Nato.
Cosa succederebbe se l’Italia, insieme alla Nato, entrasse in guerra contro la Libia?
Quali ripercussioni, oltre che sul piano militare, politico, sociale e in vite umane ( purtroppo!), porterebbe nel modesto mondo (in riferimento a tale disastro umanitario) del mercato immobiliare ?
In caso di una guerra improvvisa ma cruenta, forse lunga e sanguinosa ( le tragiche esperienze, non ancora concluse ma ancora attuali e sanguinanti dell’ l’Irak e dell’ Afghanistan, insegnano ) e per di più, combattuta davanti alla porta di casa ( la cosiddetta quarta sponda del Mediterraneo) e, quindi, percepita con maggior preoccupazione e inquietudine dal popolo italiano, come pensate che reagisca il mercato immobiliare?
Quali contraccolpi porterebbe sui prezzi degli immobili i tragici rimbombi della guerra vicina?
Gli italiani correrebbero a ritirare i soldi dalle banche perché timorosi di quella forte inflazione che, di solito, accompagna una guerra?
Acquisterebbero in massa case e immobili, perche ritenuti un bene rifugio a prova di “bomba”?
I valori immobiliari schizzerebbero verso l’alto?
Oppure non succederebbe un bel niente e, anzi, tutti i valori e indici economici, compresi i titoli azionari e il mercato della casa, si deprimerebbero sempre di più e scenderebbero inevitabilmente verso il basso?
Chi di voi può prevedere, con ragionevole certezza, cosa succederebbe, nel sistema economico italiano, in caso – tocchiamo ferro – di un conflitto armato, con l’ Italia a guerreggiare nelle primissime trincee?