Il fatto è che Paolo Rossi ha segnato poco nella seria A italiana, appena 82 reti, e non rientra nemmeno tra i 100 attaccanti più prolifici di tutti i tempi che abbiano calpestato i campi della nostra massima serie. Calciatori più anonimi (con tutto il rispetto) come Sergio Pellisier, Cristiano Lucarelli o Roberto Muzzi l’hanno abbondantemente superato nella classifica dei gol. Indubbiamente, a giustificazione di Pablito, c’è da prendere in debita considerazione la lunga squalifica per il clamoroso fattaccio del primo scandalo del calcio scommesse - quello del 1980 - e il serio problema delle sue ginocchia, praticamente di vetro, privi com’erano dei menischi asportati in giovane età e che poi pagò a 30 anni con il ritiro precoce dai campi di calcio dopo alcuni anni contraddistinti da mille infortuni e quasi sprovvisti di gol. Senza la felice congiuntura del Mondiale di Spagna del 1982, con il titolo mondiale conquistato, con il titolo di capocannoniere vinto assieme al Pallone d’Oro, forse non staremo qui a ricordarlo con tanta simpatia e riconoscenza. Paolo Rossi è comunque entrato definitivamente nel nostro immaginario collettivo e nella storia del nostro calcio dove occupa un posto da protagonista.
Invece il teutonico Gerd Muller, Campione del mondo del 1974 e Campione europeo del 1972, segnò più di 400 gol nella Bundesliga e addirittura 730 in tutta la sua carriera, se non mi sbaglio (e nella "partita del secolo" giocata 17 giugno 1970 ci rifilò una doppietta con il suo purissimo stile da "avvoltoio" dell'area…). Insomma, tutt’altra storia….