Casa da sistemare.
Ne dispongo in vendita per il tramite di un geometra locale di lungo corso.
Una donna, non più giovane, calma e scafata.
L'ho già detto nel passato, non amo particolarmente lavorare con le donne, o meglio, odio averle come avversari nelle trattative.
Sono troppo precise e puntigliose, stando sempre accorte ad evitare quel pizzico di follia che a volte, serve per andare a chiudere le trattative.
Conosco bene parte venditrice.
Genti che vivono senza alcun stato di "necessità" economica.
Un mio coscritto fà parte della compagine proprietaria composta da tre elementi.
I genitori si stanno ritirando dalle attività lavorative e si stanno pian piano adoperando nell'equa divisione del loro patrimonio familiare.
Proprio per tale precisa conoscenza, che non mi sono mai azzardato nel tentativo di un contatto diretto con parte venditrice.
Sò benissimo che senza il bene placido della "vecchia" (geometra), questi non sfiorerebbero neanche la penna per sottoscrivere alcuna proposta di acquisto.
Inoltre l'asse patrimoniale di questa famiglia non si limita solo a questo bene oggetto di vendita.
Infatti, lotti di terra edificabile, in zona assai residenziale, alcuni "nudi", altri gravati da vecchi fabbricati, stanno lì da anni in disuso e presto saranno pure questi prossimi alla vendita, sempre con l'assistenza dalla stessa professionista.
Con la "vecchia" ne abbiamo già parlato; Tuttavia come si dice: " Una roba alla volta".
Il dramma:
La vecchia esercita con sapienza il proprio potere di acquisizione.
Lotta con la forza di un leone ed è astuta come una volpe.
Mentre "combatte" ha una calma, una diplomazia ed una lentezza esasperante.
Non intende in alcun modo "mollare l'osso", pretendendo non solo un compenso "da mediazione" che pure non le spetterebbe, ma pure la titolarità della progettazione di riassetto di cui la casa stessa necessita.
Di contro ho in mano un acquirente, il quale mi ha pure avanzato una proposta di acquisto, dal "corrispettivo irrinunciabile".
Cliente tanto buono quanto cavilloso.
Questo strumento di acquisto, oltre ad una serie di grovigli legati alla situazione urbanistica da sistemare per la data del rogito, prevede invece, come condicio sine qua non, il passaggio di consegna della titolarità della progettazione ad un tecnico diverso e selezionato da parte acquirente.
Strumento che la vecchia ha respinto con gentilezza per via e di una clausola sospensiva mutuo e per esortarmi a "muovere" il sedere per farle conseguire pure la progettazione.
L'acquirente è pure "dalla mia parte", nel senso che all'interno del "recinto economico" formulato per l'acquisto, ho la facoltà di "spostare" gli importi nel favore di questo e quel soggetto.
Destinando a mia discrezione, parti del corrispettivo della compravendita, per le mie mediazioni e per una liquidazione forfettaria volta alla vecchia, che subito dopo aver convinto i venditori a sottoscrivere la proposta con la sospensiva mutuo (..rogito a settembre..), la si convinca a farsi da parte in via definitiva dalla pratica in oggetto.
Dopo settimane di tentativi che sotto il caldo sole di questo periodo ho posto in essere a più riprese, niente!
Questa comunista non molla l'osso per il progetto e non dà alcun segno di cedimento alle lusinghe di sua maestà il denaro.
Inoltre il groviglio con cui è formulata la proposta non è gradito alla vecchia che pretende uno strumento di acquisto semplice e lineare.
Sono stufo e ormai stanco della situazione:
Reciprocamente rifiutano un incontro per mettere la pratica su un binario condiviso.
Tra lui e lei chi scegliere non saprei.
Ormai sono in via di decidere di mollare tutto e dare l'addio in via definitiva alla pratica e (..sopratutto..) alle mediazioni:
Io vendo le case mica i progetti dei geometri.
La finezza:
Senza nulla dire alla vecchia e con la complicità di parte acquirente, procedo a far periziare la casa oggetto di vendita nello stato di fatto in cui si trova.
L'esito che viene riscontrato dal perito non è entusiasmante.
Ciò perchè una parte della casa non viene resa oggetto di perizia in quanto alcuni locali non hanno una
destinazione residenziale.
Poco importa, perchè rimane ancora evidente la "capienza" dell'acquirente nel poter procedere all'acquisto e alla ristrutturazione.
Parte acquirente mi rinnova la proposta ancora piena zeppa di condizioni si ne qua non, con concetti che a volte si ripetono se non si contraddicono; Tuttavia la sospensiva mutuo è sparita.
Si rogita così com'è.
Sostituisco la proposta (firmata) "arzigogolata" fatta dal mio cliente con una nuova, fatta su un mio modulo.
Compilo la proposta in maniera semplice e lineare come richiesto dalla vecchia.
Non metto alcuna firma.
A latere di questo documento allego un altro documento parte integrante della proposta, con alcune opzioni sulla destinazione della titolarità del progetto.
Si paventa tutto e niente, perchè il mio scopo è solo quello che questi due attori si trovino per divenire ad un accordo.
Quando finalmente ci incontriamo tutti, a bocce ferme, pronto a riconsegnare l'assegno all'acquirente, confesso ai due la mia marachella:
"Signori" dico ai tre (..è presente pure il tecnico di parte acquirente..),
" Mi avete chiuso in una stanza senza nè porte nè finestre e mi sono visto costretto a sfondare la parete per uscirne".
Dopo i primi imbarazzi, finalmente gli attori cominciano a trattare.
Alla fine si conclude con un piccolo ribasso sul prezzo, la vecchia ottiene il progetto, mentre la direzione dei lavori và all'altro tecnico e mio malgrado devo rinunciare a parte delle mie mediazioni.
Per punizione dicono.
Va bè penso..
abbasta che firmano..
Al mio paese si dice: Piuttosto che niente meglio piuttosto.
L'accordo è fatto e almeno non ho lavorato tanto per nulla.
Quando ormai sono fuori da quell'ufficio e mi stò avviando per la mia strada la vecchia mi richiama e mi chiede di tornare da lei che mi deve parlare.
Quando rientro mi dice che sono stato un pò "brigante" però bravo e che sicuramente a settembre ci sarà da vendere i lotti di terreno edificabile di cui vi ho esposto sopra.
"Pensavo mi volesse riconoscere lo stesso i 5k euro che ho dovuto lasciare sul campo".. le rispondo. ( visto che lei oltre al progetto si insacca pure quelli.. penso tra me e me)
Quando in risposta a questa mia imbeccata mi guarda con quella sua aria delicata..
Giuro.. mi sento come Fantozzi..
Come a dirmi machestaiaddì..?
Esco nuovamente da quell'ufficio, c'è un caldo terrificante e sono esausto.
Soffro e non solo per il caldo, ma in fondo è andata bene.
Poteva andare molto peggio e d'altronde lo sapevo già:
L'acquisizione è tutto.
Ne dispongo in vendita per il tramite di un geometra locale di lungo corso.
Una donna, non più giovane, calma e scafata.
L'ho già detto nel passato, non amo particolarmente lavorare con le donne, o meglio, odio averle come avversari nelle trattative.
Sono troppo precise e puntigliose, stando sempre accorte ad evitare quel pizzico di follia che a volte, serve per andare a chiudere le trattative.
Conosco bene parte venditrice.
Genti che vivono senza alcun stato di "necessità" economica.
Un mio coscritto fà parte della compagine proprietaria composta da tre elementi.
I genitori si stanno ritirando dalle attività lavorative e si stanno pian piano adoperando nell'equa divisione del loro patrimonio familiare.
Proprio per tale precisa conoscenza, che non mi sono mai azzardato nel tentativo di un contatto diretto con parte venditrice.
Sò benissimo che senza il bene placido della "vecchia" (geometra), questi non sfiorerebbero neanche la penna per sottoscrivere alcuna proposta di acquisto.
Inoltre l'asse patrimoniale di questa famiglia non si limita solo a questo bene oggetto di vendita.
Infatti, lotti di terra edificabile, in zona assai residenziale, alcuni "nudi", altri gravati da vecchi fabbricati, stanno lì da anni in disuso e presto saranno pure questi prossimi alla vendita, sempre con l'assistenza dalla stessa professionista.
Con la "vecchia" ne abbiamo già parlato; Tuttavia come si dice: " Una roba alla volta".
Il dramma:
La vecchia esercita con sapienza il proprio potere di acquisizione.
Lotta con la forza di un leone ed è astuta come una volpe.
Mentre "combatte" ha una calma, una diplomazia ed una lentezza esasperante.
Non intende in alcun modo "mollare l'osso", pretendendo non solo un compenso "da mediazione" che pure non le spetterebbe, ma pure la titolarità della progettazione di riassetto di cui la casa stessa necessita.
Di contro ho in mano un acquirente, il quale mi ha pure avanzato una proposta di acquisto, dal "corrispettivo irrinunciabile".
Cliente tanto buono quanto cavilloso.
Questo strumento di acquisto, oltre ad una serie di grovigli legati alla situazione urbanistica da sistemare per la data del rogito, prevede invece, come condicio sine qua non, il passaggio di consegna della titolarità della progettazione ad un tecnico diverso e selezionato da parte acquirente.
Strumento che la vecchia ha respinto con gentilezza per via e di una clausola sospensiva mutuo e per esortarmi a "muovere" il sedere per farle conseguire pure la progettazione.
L'acquirente è pure "dalla mia parte", nel senso che all'interno del "recinto economico" formulato per l'acquisto, ho la facoltà di "spostare" gli importi nel favore di questo e quel soggetto.
Destinando a mia discrezione, parti del corrispettivo della compravendita, per le mie mediazioni e per una liquidazione forfettaria volta alla vecchia, che subito dopo aver convinto i venditori a sottoscrivere la proposta con la sospensiva mutuo (..rogito a settembre..), la si convinca a farsi da parte in via definitiva dalla pratica in oggetto.
Dopo settimane di tentativi che sotto il caldo sole di questo periodo ho posto in essere a più riprese, niente!
Questa comunista non molla l'osso per il progetto e non dà alcun segno di cedimento alle lusinghe di sua maestà il denaro.
Inoltre il groviglio con cui è formulata la proposta non è gradito alla vecchia che pretende uno strumento di acquisto semplice e lineare.
Sono stufo e ormai stanco della situazione:
Reciprocamente rifiutano un incontro per mettere la pratica su un binario condiviso.
Tra lui e lei chi scegliere non saprei.
Ormai sono in via di decidere di mollare tutto e dare l'addio in via definitiva alla pratica e (..sopratutto..) alle mediazioni:
Io vendo le case mica i progetti dei geometri.
La finezza:
Senza nulla dire alla vecchia e con la complicità di parte acquirente, procedo a far periziare la casa oggetto di vendita nello stato di fatto in cui si trova.
L'esito che viene riscontrato dal perito non è entusiasmante.
Ciò perchè una parte della casa non viene resa oggetto di perizia in quanto alcuni locali non hanno una
destinazione residenziale.
Poco importa, perchè rimane ancora evidente la "capienza" dell'acquirente nel poter procedere all'acquisto e alla ristrutturazione.
Parte acquirente mi rinnova la proposta ancora piena zeppa di condizioni si ne qua non, con concetti che a volte si ripetono se non si contraddicono; Tuttavia la sospensiva mutuo è sparita.
Si rogita così com'è.
Sostituisco la proposta (firmata) "arzigogolata" fatta dal mio cliente con una nuova, fatta su un mio modulo.
Compilo la proposta in maniera semplice e lineare come richiesto dalla vecchia.
Non metto alcuna firma.
A latere di questo documento allego un altro documento parte integrante della proposta, con alcune opzioni sulla destinazione della titolarità del progetto.
Si paventa tutto e niente, perchè il mio scopo è solo quello che questi due attori si trovino per divenire ad un accordo.
Quando finalmente ci incontriamo tutti, a bocce ferme, pronto a riconsegnare l'assegno all'acquirente, confesso ai due la mia marachella:
"Signori" dico ai tre (..è presente pure il tecnico di parte acquirente..),
" Mi avete chiuso in una stanza senza nè porte nè finestre e mi sono visto costretto a sfondare la parete per uscirne".
Dopo i primi imbarazzi, finalmente gli attori cominciano a trattare.
Alla fine si conclude con un piccolo ribasso sul prezzo, la vecchia ottiene il progetto, mentre la direzione dei lavori và all'altro tecnico e mio malgrado devo rinunciare a parte delle mie mediazioni.
Per punizione dicono.
Va bè penso..
abbasta che firmano..
Al mio paese si dice: Piuttosto che niente meglio piuttosto.
L'accordo è fatto e almeno non ho lavorato tanto per nulla.
Quando ormai sono fuori da quell'ufficio e mi stò avviando per la mia strada la vecchia mi richiama e mi chiede di tornare da lei che mi deve parlare.
Quando rientro mi dice che sono stato un pò "brigante" però bravo e che sicuramente a settembre ci sarà da vendere i lotti di terreno edificabile di cui vi ho esposto sopra.
"Pensavo mi volesse riconoscere lo stesso i 5k euro che ho dovuto lasciare sul campo".. le rispondo. ( visto che lei oltre al progetto si insacca pure quelli.. penso tra me e me)
Quando in risposta a questa mia imbeccata mi guarda con quella sua aria delicata..
Giuro.. mi sento come Fantozzi..
Come a dirmi machestaiaddì..?
Esco nuovamente da quell'ufficio, c'è un caldo terrificante e sono esausto.
Soffro e non solo per il caldo, ma in fondo è andata bene.
Poteva andare molto peggio e d'altronde lo sapevo già:
L'acquisizione è tutto.