Erano giorni di feste natalizie.
Mentre passeggio, seppur a "bussiness fermi", la mia deformazione professionale mi fà cader l'occhio al nominativo che appare sul manifesto funebre.
Conoscevo la defunta, il marito era il tabaccaio del paese, scomparso anche lui qualche anno fà e non avevano mai avuto figli.
Conosco l'ubicazione della casa, anche se sul manifesto non è indicata:
Casetta graziosa..
SI VENDE "al volo" stà casetta penso tra me e me..
Come pure ho già una più che mezza idea su dove andare a reperire coloro che, a detta del manifesto, ne danno il triste annuncio.
(see... posso immaginare quanto questi siano tristi..: Come Ugo Fantozzi quando la Pina parte in treno..
)
Prendo appunti e filo via assai fiducioso di mettere, nel più breve tempo possibile, le mani sopra quella casa.
I giorni di festa distraggono la concorrenza nel segnarsi questo nominativo, inoltre la mancanza dell'indirizzo della casa mi favorisce e poi mica tutti hanno la conoscenza del territorio che ho io.
Infatti come pensavo due dei quattro coeredi citati, si confermano quelli di cui ne avevo sentore.
Vabè penso..
Per gli altri due si vedrà.
..è come se nell'avvio di un determinato cammino, ogni pietra ed ogni curva che incontri, ti dia il benvenuto.
Subito dopo la Befana incomincio "l'attacco".
Come previsto, senza troppa fatica, l'interlocutore mi fissa l'appuntamento e ci rechiamo a vedere la casa.
Bella!
La richiesta è un pò "al limite", quindi esclude sin da subito l'opportunità per un acquisto diretto.
Troppo rischioso. Margini troppo risicati.
Miro quindi al conferimento dell'incarico in esclusiva.
I due coeredi intervenuti all'appuntamento di visione casa, mi confidano dei rapporti "delicati" in essere tra loro eredi "principali", ovvero lui e il fratello e i due cugini, subentrati con loro grande "sorpresa", nell'asse ereditario predisposto dalla loro zia defunta.
Nelle settimane a seguire persevero nel mio obbiettivo di ottenere l'incarico in esclusiva.
Non sono ancora riuscito a reperire i due cugini coeredi, quindi in quel momento, "pendo dalle labbra" di questi due interlocutori.
Stando sempre accorto a scegliere i momenti migliori per sferrare i miei attacchi, persevero.
Perseverare non ha nulla a che vedere con l'insistere.
Loro, viceversa insistono, esortandomi a portare clienti pur in assenza di incarico.
Ma come già detto preferisco perseverare.
Troppo rischioso trattare la compravendita senza nessun accordo scritto con questi due "personaggi scivolosi".
Verso marzo, ricevo in ufficio i due fratelli coeredi, per definire i termini del mandato.
Il prezzo le commissioni etc.
Ne portano via una copia da mostrare ai loro cugini, con la promessa che da lì a breve sarebbero tornati tutti e quattro per sottoscrivere il contratto.
Pare fatta.
Invece dopo un paio di settimane di inutile attesa, devo ricominciare la mia azione di perseveranza, senza tuttavia sortire i risultati di conquista ambiti.
Fino a che un paio di settimane fà, mi contatta uno dei coeredi.
Mi riferisce che loro malgrado, gli altri coeredi cugini preferiscono avvalersi di un mediatore di loro conoscenza e che di lì a poco, sottoscriveranno tutti insieme il mandato con questo.
Dulcis in fundo, mi riferisce che se nel giro di due settimane, io riuscissi a reperire un cliente pronto ad acquistare, loro fratelli, sarebbero più contenti di concludere la vendita con me.
Torno a casa di pessimo umore:
Stì due "marameo" pensano di usarmi come loro ruota di scorta. (..?..)
Il mattino seguente in prima battuta, fisso un appuntamento per la casa.
Il cliente "civetta" è un mio amico.
Sono pronto financo a presentare una proposta "farlocca" per mettere le mani sopra alla casa.
Fatto l'appuntamento, "il cliente" si finge interessato.
In via successiva richiedo la documentazione necessaria per poter "procedere".
Da questi documenti si evidenziano finalmente i tanto agognati cugini coeredi.
Inoltre li posso pure facilmente "agganciare", sono dei vecchi vicini di casa dei miei suoceri..
Quindi dopo l'abituale colazione che la domenica sono solito fare con la mia famiglia al completo, mi reco a casa dei cugini coeredi.
Dopo i saluti e i convenevoli di rito, espongo tutta la vicenda alla loro attenzione.
Mi riferiscono che loro stanno intervenendo poco nella questione della vendita, poichè le loro quote di eredità sono minoritarie rispetto a quelle dei fratelli, quindi stanno passivamente assecondando le loro azioni.
Aggiungono che se avessero saputo e o visto che una copia di un mio contratto era già stata proposta all'attenzione di loro eredi, non avrebbero avuto nulla in contrario a sottoscrivere con me il mandato di intermediazione.
Manifestando infine il loro benestare attuale alla sottoscrizione del contratto.
Fisso un appuntamento con loro in ufficio per un giorno della settimana ventura e gli dico di riferire e spiegare le argomentazioni e non ultimi i nostri buoni rapporti di conoscenza familiare, fin lì avuti, anche ai loro cugini e di convocarli pure loro presso il mio ufficio.
Tutti e quattro finalmente nel mio ufficio sottoscrivono il mandato.
Ora la casa è inserita nel portfolio vendita.
Documentazione completa e chiavi nel mio possesso.
Il cartello d'ordinanza è affisso sulla casa.
Così, servita su un piatto d'argento, per i miei venditori ora sarà un gioco da ragazzi venderla.
Tra collaboratori diretti e indiretti, cinque "cavalli" sono pronti ad avviarsi per la corsa/vendita.
Io intanto oggi inforco le infradito e me ne vado in piscina.
Altro che fare acquisizioni ai funerali.