Una volta, era l’uomo che lavorava e che riportava lo stipendio a casa, mentre la donna era una casalinga, cucinava, badava al riordino della casa e all’ educazione dei figli. Una vita faticosa e con grandissime responsabilità.
Essa era chiamata, a ragione, l’ “angelo del focolare”.
E come tale, aveva sempre ( o quasi ) l’ultima parola nel caso si dovesse acquistare una casa.
Poiché la frequentava e vi “bazzicava” tutto il santo giorno, ai suoi occhi balzava immediatamente qualche difetto di disposizione, talune carenze di assetto, qualche imperfezione nella sistemazione delle camere, una certe insufficienza nella salubrità, nell’areazione e nella luminosità.
La casa doveva essere comoda ed accogliente, anche perché lei ci doveva vivere praticamente sempre dentro. Il marito l’abitava, in concreto, solo la sera.
La casa doveva essere, per lei, un “mondo perfetto”.
Le cose, le abitudine, le usanze sono cambiate di molto, il costume sociale, in questi ultimi quarant'anni si è modificato, ora la donna studia, lavora, fa vita di società, è, spesso, in carriera….
Eppure l’istinto materno, la predisposizione naturale a fare posto all’altro, al figlio, ad una nuova vita, e alla sua protezione dentro un rifugio sicuro, in una casa, riconferma e ribadisce il suo impulso naturale a sentirsi sempre l’angelo del focolare e quindi a riaffermarsi come il vero “motore” nella ricerca e nella stima di una casa nuova da comprare.
E’ lei che decide sempre se la casa va bene o no alla “sua” famiglia.
Risulta agli agenti immobiliari che è sempre la moglie a dire l’ultima parola, quando si deve decidere l’acquisto di una casa?
Essa era chiamata, a ragione, l’ “angelo del focolare”.
E come tale, aveva sempre ( o quasi ) l’ultima parola nel caso si dovesse acquistare una casa.
Poiché la frequentava e vi “bazzicava” tutto il santo giorno, ai suoi occhi balzava immediatamente qualche difetto di disposizione, talune carenze di assetto, qualche imperfezione nella sistemazione delle camere, una certe insufficienza nella salubrità, nell’areazione e nella luminosità.
La casa doveva essere comoda ed accogliente, anche perché lei ci doveva vivere praticamente sempre dentro. Il marito l’abitava, in concreto, solo la sera.
La casa doveva essere, per lei, un “mondo perfetto”.
Le cose, le abitudine, le usanze sono cambiate di molto, il costume sociale, in questi ultimi quarant'anni si è modificato, ora la donna studia, lavora, fa vita di società, è, spesso, in carriera….
Eppure l’istinto materno, la predisposizione naturale a fare posto all’altro, al figlio, ad una nuova vita, e alla sua protezione dentro un rifugio sicuro, in una casa, riconferma e ribadisce il suo impulso naturale a sentirsi sempre l’angelo del focolare e quindi a riaffermarsi come il vero “motore” nella ricerca e nella stima di una casa nuova da comprare.
E’ lei che decide sempre se la casa va bene o no alla “sua” famiglia.
Risulta agli agenti immobiliari che è sempre la moglie a dire l’ultima parola, quando si deve decidere l’acquisto di una casa?