Non voglio annoiare nessuno su cose già dette e ridette, però è da un bel po’ che ci sto pensando. Tutto cambia, la crisi ha portato per tutti noi cambiamenti nel bene nel male, nei vari settori economici hanno liberalizzato di tutto e di più, nel settore della mediazione creditizia hanno posto come figura “professionale” una società, e chi opera attivamente viene inquadrato sotto forma di “collaboratore” che poi si andrà a formalizzarsi come contratto di agenzia, ovvero agente di commercio. Quindi chi era mediatore creditizio diverrà agente di commercio nel settore della mediazione creditizia,tutto questo perché nn stravolgono le leggi e normative ma non pensano il come e dove e perché…………
Ora, visto che tutti (me compreso) operiamo con segnalatori, procacciatori o professionalmente detti ausiliari immobiliari, broker, consulenti ecc…. visto che è impensabile oggi sostenere un’assunzione come da ccnl per via dei costi, e con la nuova riforma Fornero sarà praticamente impossibile regolarizzare sepur con un contratto di procacciatore d’affari un “collaboratore” oltre il fatto che siamo sempre con l’alto là sulla “fiducia” che poniamo in esso, su eventuali denuncie e/o pretese in base alla nuova normativa.
Arrivo al punto: visto che la professione la possiamo esercitare solo noi, chi ha il “patentino”, e visto che per le altre professioni sono previsti le figure di collaborazione, perché non regolamentare come avviene in Francia o in America questa professione? Se professione in Italia la si chiama.
Esempio: l’agente master coordina l’agenzia avvalendosi di collaboratori con adeguata preparazione (corsi, esami, aggiornamenti) di cui il master comunque ne sarà responsabile civilmente/penalmente.
Altri esempi di mediazione/intermediazione che posso citare sono gli assicuratori:
L’agente assicuratore ha l’abilitazione rilasciata dal RUI/ISVAP nella sezione A o B (dopo aver superato esame molto difficile il quale viene svolto solo una volta l’anno), di fatto si avvale della collaborazione di soggetti iscritti nella sezione E del RUI/ISVAP (magari molti di voi lo sono già in sezione E) sotto la sua responsabilità.
Oggi penso che la maggior parte di chi opera nel settore sia assicurativo/creditizio sia iscritto nella sezione E, non nella sezione di agente (A/B).
Perché nessuna associazione di categoria ha presentato questo linea alternativa? O è ancora tabù parlare di collaborazioni? E’ vero che non vi è un ruolo/albo che tuteli questa professione, però quantomeno creare una normativa che possa dare questa possibilità, che oggi darebbe un “posto di lavoro quantomeno inquadrato” alle collaborazioni.
Cosa ne pensate? E sulla normativa Fornero come o cosa si farà per adeguarsi?
Sono consapevole che non cambierà nulla. Anzi si continuerà senza linee guida o coordinamento, però di fatto gli abusivi operano ancora e distruggono il mercato e l’immagine del professionista onesto che paga le tasse, e tutti i costi che ne comportano come attività.
Ora, visto che tutti (me compreso) operiamo con segnalatori, procacciatori o professionalmente detti ausiliari immobiliari, broker, consulenti ecc…. visto che è impensabile oggi sostenere un’assunzione come da ccnl per via dei costi, e con la nuova riforma Fornero sarà praticamente impossibile regolarizzare sepur con un contratto di procacciatore d’affari un “collaboratore” oltre il fatto che siamo sempre con l’alto là sulla “fiducia” che poniamo in esso, su eventuali denuncie e/o pretese in base alla nuova normativa.
Arrivo al punto: visto che la professione la possiamo esercitare solo noi, chi ha il “patentino”, e visto che per le altre professioni sono previsti le figure di collaborazione, perché non regolamentare come avviene in Francia o in America questa professione? Se professione in Italia la si chiama.
Esempio: l’agente master coordina l’agenzia avvalendosi di collaboratori con adeguata preparazione (corsi, esami, aggiornamenti) di cui il master comunque ne sarà responsabile civilmente/penalmente.
Altri esempi di mediazione/intermediazione che posso citare sono gli assicuratori:
L’agente assicuratore ha l’abilitazione rilasciata dal RUI/ISVAP nella sezione A o B (dopo aver superato esame molto difficile il quale viene svolto solo una volta l’anno), di fatto si avvale della collaborazione di soggetti iscritti nella sezione E del RUI/ISVAP (magari molti di voi lo sono già in sezione E) sotto la sua responsabilità.
Oggi penso che la maggior parte di chi opera nel settore sia assicurativo/creditizio sia iscritto nella sezione E, non nella sezione di agente (A/B).
Perché nessuna associazione di categoria ha presentato questo linea alternativa? O è ancora tabù parlare di collaborazioni? E’ vero che non vi è un ruolo/albo che tuteli questa professione, però quantomeno creare una normativa che possa dare questa possibilità, che oggi darebbe un “posto di lavoro quantomeno inquadrato” alle collaborazioni.
Cosa ne pensate? E sulla normativa Fornero come o cosa si farà per adeguarsi?
Sono consapevole che non cambierà nulla. Anzi si continuerà senza linee guida o coordinamento, però di fatto gli abusivi operano ancora e distruggono il mercato e l’immagine del professionista onesto che paga le tasse, e tutti i costi che ne comportano come attività.