Panorama:
Pinco va da agenzia X e vede un appartamento. Lo trova interessante ed il 2 gennaio fa un'offerta con caparra con validità di 45 giorni (scadenza 16 Febbraio circa).
L'agenzia X tentenna (l'appartamento ha anche dei problemi di ipoteche), o forse lo fa il venditore o forse le banche; fatto sta che l'agenzia X, pur sollecitata, non da risposte al cliente Pinco il quale, un po' allibito, dopo 45 giorni (e più) va a ritirare l'assegno di caparra.
A Pinco sembra che la sintonia fra il venditore e l'agenzia X sia venuta meno al punto che l'agenzia X non ha più mandato (nel sito) a vendere l'immobile.
Ma a Pinco l'appartamento piaceva proprio ed era disposto a trattare sul prezzo.
Ora, verso novembre, lo vede in un'altra agenzia e cerca di acquistarlo e, poiché quest'ultima agenzia Y è anche di un amico, non vuole comportarsi male verso nessuno e tanto meno cercare rogne.
Detto questo però non gli andrebbe di pagare una provvigione ad un'agenzia (la X) che, non solo non ha portato a termine la trattativa, ma ha anche dato l'impressione, viste le sollecitazioni, che non gliene fregasse niente.
Ora la scadenza dell'anno è vicina per i termini ma la domanda è: la scadenza decorre dal termine di 45 giorni validi della proposta d'acquisto o dalla data di sottoscrizione della proposta?
Considerazione 1): Ovviamente l'impressione che sto dando è che si cerchi di aggirare i diritti di un libero professionista ma il cliente Pinco ha fatto tutto quello che doveva per portare a termine la compravendita.
Considerazione 2): Il venditore, avendo dato mandato all'agenzia Y, è evidente che l'appartamento lo vuole vendere per cui qualcuno ha interrotto il filo della trattativa
Considerazione 3): è giusto che ad un professionista, o che si definisce tale, venga riconosciuto un merito anche quando non è stato in grado di concludere l'affare (vuoi per incapacità, vuoi per leggerezza o per qualsiasi altro motivo) nonostante la reiterata sollecitazione dell'acquirente Pinco?
Grazie a tutti per la collaborazione
Alberto
Pinco va da agenzia X e vede un appartamento. Lo trova interessante ed il 2 gennaio fa un'offerta con caparra con validità di 45 giorni (scadenza 16 Febbraio circa).
L'agenzia X tentenna (l'appartamento ha anche dei problemi di ipoteche), o forse lo fa il venditore o forse le banche; fatto sta che l'agenzia X, pur sollecitata, non da risposte al cliente Pinco il quale, un po' allibito, dopo 45 giorni (e più) va a ritirare l'assegno di caparra.
A Pinco sembra che la sintonia fra il venditore e l'agenzia X sia venuta meno al punto che l'agenzia X non ha più mandato (nel sito) a vendere l'immobile.
Ma a Pinco l'appartamento piaceva proprio ed era disposto a trattare sul prezzo.
Ora, verso novembre, lo vede in un'altra agenzia e cerca di acquistarlo e, poiché quest'ultima agenzia Y è anche di un amico, non vuole comportarsi male verso nessuno e tanto meno cercare rogne.
Detto questo però non gli andrebbe di pagare una provvigione ad un'agenzia (la X) che, non solo non ha portato a termine la trattativa, ma ha anche dato l'impressione, viste le sollecitazioni, che non gliene fregasse niente.
Ora la scadenza dell'anno è vicina per i termini ma la domanda è: la scadenza decorre dal termine di 45 giorni validi della proposta d'acquisto o dalla data di sottoscrizione della proposta?
Considerazione 1): Ovviamente l'impressione che sto dando è che si cerchi di aggirare i diritti di un libero professionista ma il cliente Pinco ha fatto tutto quello che doveva per portare a termine la compravendita.
Considerazione 2): Il venditore, avendo dato mandato all'agenzia Y, è evidente che l'appartamento lo vuole vendere per cui qualcuno ha interrotto il filo della trattativa
Considerazione 3): è giusto che ad un professionista, o che si definisce tale, venga riconosciuto un merito anche quando non è stato in grado di concludere l'affare (vuoi per incapacità, vuoi per leggerezza o per qualsiasi altro motivo) nonostante la reiterata sollecitazione dell'acquirente Pinco?
Grazie a tutti per la collaborazione
Alberto
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