Buongiorno a tutti,
mi ritrovo nel mezzo di una compravendita un po' spinosa e spero potrete darmi consiglio su come muovermi.
Questi i fatti: a settembre 2017 mio marito ed io firmiamo un preliminare di compravendita, poi regolarmente registrato dall'agenzia immobiliare, per un appartamento su due piani. In sede di preliminare ci viene sottolineato appunto dall'agenzia che il venditore si impegna a mettere a norma l'appartamento prima del rogito e che ciò è specificato nel contratto stesso. Nello specifico, il piano superiore dell'appartamento risultava al catasto come sottotetto mentre nella realtà erano state costruite delle stanze (camera, cabina armadio e bagno). Il venditore inizia fin da subito ad avere atteggiamenti molto fastidiosi, cambia ad esempio la data prevista per la scadenza del rogito ed altro. Dovendo la nostra banca fare una perizia per l'approvazione del mutuo iniziamo ad insistere per avere notizie sulla messa a norma dell'appartamento. Il venditore si nega al telefono per giorni interi, cerca in tutti i modi di sostenere che non sia un onere a suo carico, cerca di convincerci a chiedere il mutuo ad un broker di sua conoscenza che potrebbe dare una tangente al perito, finché in ultima istanza e dopo settimane di nostre pressioni decide alla fine di demolire parte delle pareti costruite nel sottotetto.
Ora la situazione è questa: la perizia è andata a buon fine ed il mutuo è stato approvato, il rogito è fissato tra un mese ma un intero piano dell'appartamento è stato demolito. Allo stato attuale ci sono fili elettrici volanti che prima erano collegati alle luci delle stanze, un bagno comunque abusivo con mezze pareti anche queste abusive e non presenti nei documenti di catasto/comune, un pavimento interrotto lungo le strisce in cui si trovavano le pareti. Abbiamo chiesto al venditore di darci un assegno al momento del rogito per le spese di ripristino (circa 4000€ secondo preventivo fatto da un'impresa) ma lui rifiuta.
A voce, l'agente immobiliare dopo aver parlato con un avvocato ci consiglia di andare a rogito e successivamente fargli causa entro i 7 giorni successivi. Anche voi agireste in questo modo?
Allo stato attuale delle cose l'appartamento da un lato non è stato messo a norma (rimangono il bagno e due piccole pareti non presenti in pianta) dall'altro non è affatto come "visto e piaciuto" e non è l'appartamento per cui abbiamo firmato un preliminare di acquisto, almeno non a questo prezzo di vendita. Senza considerare che qualsiasi lavoro decideremo di fare, dovendo trasferirci in tempi strettissimi ed avendo già venduto il nostro appartamento dovremo farlo mentre già viviamo in quella casa, con non pochi disagi.
Sottolineo infine che non vorremmo chiedere il recesso del contratto perché vogliamo fortemente questa casa e perché abbiamo già acquistato e pagato tutta una serie di materiali per ristrutturare il secondo bagno.
Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi consiglio potrete darmi,
Letizia
mi ritrovo nel mezzo di una compravendita un po' spinosa e spero potrete darmi consiglio su come muovermi.
Questi i fatti: a settembre 2017 mio marito ed io firmiamo un preliminare di compravendita, poi regolarmente registrato dall'agenzia immobiliare, per un appartamento su due piani. In sede di preliminare ci viene sottolineato appunto dall'agenzia che il venditore si impegna a mettere a norma l'appartamento prima del rogito e che ciò è specificato nel contratto stesso. Nello specifico, il piano superiore dell'appartamento risultava al catasto come sottotetto mentre nella realtà erano state costruite delle stanze (camera, cabina armadio e bagno). Il venditore inizia fin da subito ad avere atteggiamenti molto fastidiosi, cambia ad esempio la data prevista per la scadenza del rogito ed altro. Dovendo la nostra banca fare una perizia per l'approvazione del mutuo iniziamo ad insistere per avere notizie sulla messa a norma dell'appartamento. Il venditore si nega al telefono per giorni interi, cerca in tutti i modi di sostenere che non sia un onere a suo carico, cerca di convincerci a chiedere il mutuo ad un broker di sua conoscenza che potrebbe dare una tangente al perito, finché in ultima istanza e dopo settimane di nostre pressioni decide alla fine di demolire parte delle pareti costruite nel sottotetto.
Ora la situazione è questa: la perizia è andata a buon fine ed il mutuo è stato approvato, il rogito è fissato tra un mese ma un intero piano dell'appartamento è stato demolito. Allo stato attuale ci sono fili elettrici volanti che prima erano collegati alle luci delle stanze, un bagno comunque abusivo con mezze pareti anche queste abusive e non presenti nei documenti di catasto/comune, un pavimento interrotto lungo le strisce in cui si trovavano le pareti. Abbiamo chiesto al venditore di darci un assegno al momento del rogito per le spese di ripristino (circa 4000€ secondo preventivo fatto da un'impresa) ma lui rifiuta.
A voce, l'agente immobiliare dopo aver parlato con un avvocato ci consiglia di andare a rogito e successivamente fargli causa entro i 7 giorni successivi. Anche voi agireste in questo modo?
Allo stato attuale delle cose l'appartamento da un lato non è stato messo a norma (rimangono il bagno e due piccole pareti non presenti in pianta) dall'altro non è affatto come "visto e piaciuto" e non è l'appartamento per cui abbiamo firmato un preliminare di acquisto, almeno non a questo prezzo di vendita. Senza considerare che qualsiasi lavoro decideremo di fare, dovendo trasferirci in tempi strettissimi ed avendo già venduto il nostro appartamento dovremo farlo mentre già viviamo in quella casa, con non pochi disagi.
Sottolineo infine che non vorremmo chiedere il recesso del contratto perché vogliamo fortemente questa casa e perché abbiamo già acquistato e pagato tutta una serie di materiali per ristrutturare il secondo bagno.
Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi consiglio potrete darmi,
Letizia