Pur condividendo tutti gli interventi che, giustamente, richiamano la normativa in merito al quesito proposto (che peraltro è sempre stata fortemente materia d'esame), io sposterei la questione su altri aspetti, meno giuridici ma molto più pratici, senza tralasciare uno spunto di riflessione sulla dignità professionale della nostra categoria.
E' purtroppo opinione comune pressoché consolidata, tra i "non addetti ai lavori", che la nostra attività sia un lavoro a tempo perso, un secondo lavoro, un'occupazione per arrotondare da svolgere occasionalmente e basata sulla casualità della giusta conoscenza al momento opportuno.
Al di là di ciò che consente la legge (o meglio di ciò che non consente in termini d'incompatibilità) è folle pensare di poter svolgere BENE questa professione, conciliandola con altre occupazioni, siano esse anche part-time.
Sono stato per alcuni anni formatore per il Gruppo Tecnocasa e docente per la Confesercenti nei corsi preparatori a sostenere l'esame mediatori in CCIAA e mi capitato talvolta di avere in aula discenti di mezza età, di svariata estrazione sociale e professionale, che desideravano prendere il "patentino" non tanto per iniziare l'attività, quanto per "regolarizzare" eventuali opportunità di mercato che, secondo loro, potevano occorrere di straforo, tramite conoscenze, grazie al passaparola o, più semplicemente, per conseguenza diretta della passione per il mattone che taluni avrebbero messo in campo durante il quotidiano svolgimento delle proprie attività principali.
Erano spesso artigiani, figli di costruttori con mansioni di contabilità all'interno della propria azienda, commercialisti, persino qualche geometra e/o avvocato!
E ognuno di loro aveva questa visione molto suggestiva della nostra professione, quasi idolatrandola e annoverandola come "facile" e di "facili guadagni".
Niente di più sbagliato... potrei sprecarmi, infagottando questo thread di tutte le specificità tecnico-legali-commerciali di cui occorre essere quantomeno pratici nel nostro lavoro, tralasciando gli aspetti negoziativi, neurolinguistici, psicologici e formativi; potrei farcirlo di contenuti scandendo, una dopo l'altra, le 13-14 ore giornaliere che sarebbe opportuno dedicare quotidianemente alla nostra professione, senza contare i Sabato e le Domeniche, quando offrire un servizio alla clientela trova solitamente in essa il più ampio consenso in termini di tempo e disponibilità .
Ma non voglio annoiare nessuno, ne tantomeno rischiare di sembrare prolisso.
Basti sapere al nosto amico DANCLE72 che è mia personalissima e opinabilissima opinione che l'attività di Agente Immobiliare NON somiglia per niente a qualcosa che si possa provare per vedere come va..... semplicemente perché un tentativo improvvissato non sarebbe mai sufficiente a restituire un quadro completo della situazione.
E' un po' come un matrimonio... non si possono fare le prove generali, per capire se si è davvero innamorati a tal punto da unirsi di fronte al Signore per il resto dei nostri giorni.... le prove, in questi casi, sono superflue e tuttalpiù rischiano di essere ingannevoli e fuorvianti.