Salve a tutti e le mie congratulazioni per un sito così interessante.
Cercherò di riassumere brevemente la mia situazione. Nel mese di settembre 2007, una persona di mia conoscenza dovendo partire per l'estero per circa 4 anni, chiedeva a me come ad altre persone, se fossimo interessati a prendere in affitto la sua casa. Personalmente mi rendevo indisponibile, avendo già una casa di proprietà. Dopo sue varie ricerche ed arrivando il momento di partire senza aver trovato alcun interessato, proponeva quindi a me ed un altro paio di amici, di poter provvedere alla "custodia" della casa mediante il pagamento di bollette, condominio e spese del genere durante la sua assenza. Decidemmo di accettare l'offerta, considerata la comodità di avere un ulteriore punto di appoggio (in particolare per un mio amico) e ritenendo di fare anche un favore gradito, nelle more di trovare un "vero" affittuario. Abbiamo quindi provveduto alla gestione delle spese condominiali ed al pagamento delle varie bollette (l'amministratrice vantava un grosso debito condominiale nei suoi confronti da noi saldato). Saltuariamente inoltre, in accordo con gli altri amici, abbiamo corrisposto anche una cifra forfettaria mediante bonifico al proprietario, ritenendolo un gesto appropriato. Si giunge così all'aprile 2009 in cui il sottoscritto, avendo venduto la casa di proprietà ed avendone comparata un'altra, chiedeva al proprietario di regolarizzare anche con un transitorio la propria posizione poiché i lavori di ristrutturazione della nuova casa sarebbero durati parecchio. Lo stesso trovandosi all'estero, accettava l'offerta di locazione stabilendo un canone d'affitto più le spese condominiali, ma rimandava la stesura del contratto. Nonostante i vari solleciti (anche scritti) di regolarizzazione con contratto, il proprietario continuava ad addurre varie motivazioni finché un giorno, contattava il sottoscritto chiedendo la restituzione dell'immobile. Da parte mia, rispondevo che non era possibile perché necessitavo ancora di qualche mese (siamo circa a giugno '10) e rilevavo quanto non fosse corretto un discorso di quel tipo. Lo stesso insisteva, sino a trovarlo un giorno sul pianerottolo di casa deciso a forzare la porta per entrare (avevo cambiato la serratura). Preciso che si era già introdotto nella cantina di cui possedeva ancora le chiavi. Lo esortavo ad allontanarsi immediatamente a pena di denunciarlo. Ricevevo successivamente da parte del suo avvocato, una missiva in cui mi veniva intimato di lasciare i locali e mi si chiedevano inoltre TUTTE le quote mensili a partire dal 2007. Rispondevo per vie legali, che la mia locazione "reale" partiva dall'aprile 2009 e non rispondevo delle date precedenti, riportando i fatti come qui indicati. Preciso di aver effettuato ogni mese, bonifici a suo favore documentabili. Questa settimana, arriva la citazione del Tribunale con il ricorso presentato dal suo avvocato, il quale riferisce che il sottoscritto ha effettivamente già lasciato i locali (a settembre '10) ma chiede ancora tutte le mensilità dal 2007 ed il pagamento della Tarsu sempre dal '07. Specifico che per la tarsu non ci eravamo accordati ma che mi ero reso disponibile al pagamento, ma solo relativamente al perido di mia EFFETTIVA locazione (ovvero dall'aprile '09). Nessuna utenza e mai stata volturata a mio nome e non ho mai avuto né domicilio né ovviamente residenza li. Secondo la vostra indubbia esperienza, come potrebbe concludersi la vicenda? Ovviamente è già tutto in mano ad un avvocato, il quale mi ha largamente tranquillizato. Cordialità.
Cercherò di riassumere brevemente la mia situazione. Nel mese di settembre 2007, una persona di mia conoscenza dovendo partire per l'estero per circa 4 anni, chiedeva a me come ad altre persone, se fossimo interessati a prendere in affitto la sua casa. Personalmente mi rendevo indisponibile, avendo già una casa di proprietà. Dopo sue varie ricerche ed arrivando il momento di partire senza aver trovato alcun interessato, proponeva quindi a me ed un altro paio di amici, di poter provvedere alla "custodia" della casa mediante il pagamento di bollette, condominio e spese del genere durante la sua assenza. Decidemmo di accettare l'offerta, considerata la comodità di avere un ulteriore punto di appoggio (in particolare per un mio amico) e ritenendo di fare anche un favore gradito, nelle more di trovare un "vero" affittuario. Abbiamo quindi provveduto alla gestione delle spese condominiali ed al pagamento delle varie bollette (l'amministratrice vantava un grosso debito condominiale nei suoi confronti da noi saldato). Saltuariamente inoltre, in accordo con gli altri amici, abbiamo corrisposto anche una cifra forfettaria mediante bonifico al proprietario, ritenendolo un gesto appropriato. Si giunge così all'aprile 2009 in cui il sottoscritto, avendo venduto la casa di proprietà ed avendone comparata un'altra, chiedeva al proprietario di regolarizzare anche con un transitorio la propria posizione poiché i lavori di ristrutturazione della nuova casa sarebbero durati parecchio. Lo stesso trovandosi all'estero, accettava l'offerta di locazione stabilendo un canone d'affitto più le spese condominiali, ma rimandava la stesura del contratto. Nonostante i vari solleciti (anche scritti) di regolarizzazione con contratto, il proprietario continuava ad addurre varie motivazioni finché un giorno, contattava il sottoscritto chiedendo la restituzione dell'immobile. Da parte mia, rispondevo che non era possibile perché necessitavo ancora di qualche mese (siamo circa a giugno '10) e rilevavo quanto non fosse corretto un discorso di quel tipo. Lo stesso insisteva, sino a trovarlo un giorno sul pianerottolo di casa deciso a forzare la porta per entrare (avevo cambiato la serratura). Preciso che si era già introdotto nella cantina di cui possedeva ancora le chiavi. Lo esortavo ad allontanarsi immediatamente a pena di denunciarlo. Ricevevo successivamente da parte del suo avvocato, una missiva in cui mi veniva intimato di lasciare i locali e mi si chiedevano inoltre TUTTE le quote mensili a partire dal 2007. Rispondevo per vie legali, che la mia locazione "reale" partiva dall'aprile 2009 e non rispondevo delle date precedenti, riportando i fatti come qui indicati. Preciso di aver effettuato ogni mese, bonifici a suo favore documentabili. Questa settimana, arriva la citazione del Tribunale con il ricorso presentato dal suo avvocato, il quale riferisce che il sottoscritto ha effettivamente già lasciato i locali (a settembre '10) ma chiede ancora tutte le mensilità dal 2007 ed il pagamento della Tarsu sempre dal '07. Specifico che per la tarsu non ci eravamo accordati ma che mi ero reso disponibile al pagamento, ma solo relativamente al perido di mia EFFETTIVA locazione (ovvero dall'aprile '09). Nessuna utenza e mai stata volturata a mio nome e non ho mai avuto né domicilio né ovviamente residenza li. Secondo la vostra indubbia esperienza, come potrebbe concludersi la vicenda? Ovviamente è già tutto in mano ad un avvocato, il quale mi ha largamente tranquillizato. Cordialità.