Crisi. Crollo. Stallo. Recessione. Questo scorcio del 2012 non premette niente di buono a parte il solleone.
Queste sono, oggi, le parole che in maggior misura si sentono pronunciare negli studi e nelle agenzie immobiliari, negli studi notarili ma anche tra preoccupati avvocati immobiliaristi.
Il mercato immobiliare è fermo, statico. E non riesce a ripartire.
Compravendite praticamente dimezzate, in alcune zone d’ Italia, tipo nord est, addirittura in picchiata.
Le manovra finanziarie a raffica, varate dagli ultimi governi, aiuteranno i conti dello Stato (ma neanche tanto!) ma sicuramente saranno un ulteriore “medicinale” depressivo per i mercati. Di quasi tutti. Compreso quello immobiliare.
L’Occidente è a un tornante decisivo della sua Storia, sta imboccando una pericolosa curva a gomito e rischia di uscire fuori strada.
Esso, o riesce a risanare l’enorme debito pubblico dei suoi Stati e a ripartire con nuova lena vero traguardi più luminosi oppure dovrà mestamente accomiatarsi dal ruolo di primo attore della storia politica ed economica del pianeta degli ultimi secoli.
Con un futuro di ristrettezze e decadenza sempre più probabile.
A questo punto, le agenzie immobiliari marginali ( per scarsezza di professionalità dei titolari, beninteso…) hanno chiuso o staranno per chiudere, perfino tanti franchising sono in difficoltà nonostante la loro filosofia aggressiva e a tamburo battente, alcuni agenti immobiliari si stanno chiedendo se non sia il caso di modificare il profilo del mediatore piegandole alle nuove esigenze di un mercato dal colorito sempre più smorto e pallido.
Qualcuno sta meditando addirittura di abbandonare il campo e di riconvertirsi in un settore economico in espansione e dal futuro promettente.
La domanda generale di tutti è, comunque, cosa fare?
Aspettare, con le mani in mano, che la “nottata” passi;
trovare in se stessi la risorsa di nuova forza morale per combattere e andare avanti, confidando che alla fine “la professionalità” premierà;
escogitare una nuova forma organizzativa della professione per renderla più dinamica e reattiva alle ( scarse ) sollecitazioni del mercato;
ideare, invece, su un piano di parità, nuove forme di accordi e forme collaborative con i colleghi, ai fine di sfruttare al meglio le sinergie, le conoscenze intellettuali ed i talenti sociali di tutti quanti per creare una implacabile “macchina” societaria capace di “macinare” continuamente affari e fatturato;
cercare di affiancare alla professione “core business” altre attività collaterali e connesse (amministrazioni di condomini, consulenze per aste giudiziarie, conduzione del precontenzioso dell’ insolvenza mutui, gestioni affitti di patrimoni immobiliari) al fine di arrotondare il guadagno, sfruttando al meglio i tempi morti, cui sono costretti molti agenti immobiliari, in uffici dove i telefoni rimangono lungamente muti;
decidere, dopo lunga meditazione, di abbandonare il campo e trovarsi una nuova occupazione più sicura e redditizia.
Gli Agenti Immobiliari di questa ragguardevole Community, quelli di lungo corso, quelli a metà del guado ed, infine, quelli ai primi passi, posti davanti ad uno specchio, cosa pensano circa le prospettive future della loro professione?
In esso, vi vedete ancora nitidamente come mediatori oppure lo specchio, appannato o rotto, misteriosamente, non vi riflette più?
Queste sono, oggi, le parole che in maggior misura si sentono pronunciare negli studi e nelle agenzie immobiliari, negli studi notarili ma anche tra preoccupati avvocati immobiliaristi.
Il mercato immobiliare è fermo, statico. E non riesce a ripartire.
Compravendite praticamente dimezzate, in alcune zone d’ Italia, tipo nord est, addirittura in picchiata.
Le manovra finanziarie a raffica, varate dagli ultimi governi, aiuteranno i conti dello Stato (ma neanche tanto!) ma sicuramente saranno un ulteriore “medicinale” depressivo per i mercati. Di quasi tutti. Compreso quello immobiliare.
L’Occidente è a un tornante decisivo della sua Storia, sta imboccando una pericolosa curva a gomito e rischia di uscire fuori strada.
Esso, o riesce a risanare l’enorme debito pubblico dei suoi Stati e a ripartire con nuova lena vero traguardi più luminosi oppure dovrà mestamente accomiatarsi dal ruolo di primo attore della storia politica ed economica del pianeta degli ultimi secoli.
Con un futuro di ristrettezze e decadenza sempre più probabile.
A questo punto, le agenzie immobiliari marginali ( per scarsezza di professionalità dei titolari, beninteso…) hanno chiuso o staranno per chiudere, perfino tanti franchising sono in difficoltà nonostante la loro filosofia aggressiva e a tamburo battente, alcuni agenti immobiliari si stanno chiedendo se non sia il caso di modificare il profilo del mediatore piegandole alle nuove esigenze di un mercato dal colorito sempre più smorto e pallido.
Qualcuno sta meditando addirittura di abbandonare il campo e di riconvertirsi in un settore economico in espansione e dal futuro promettente.
La domanda generale di tutti è, comunque, cosa fare?
Aspettare, con le mani in mano, che la “nottata” passi;
trovare in se stessi la risorsa di nuova forza morale per combattere e andare avanti, confidando che alla fine “la professionalità” premierà;
escogitare una nuova forma organizzativa della professione per renderla più dinamica e reattiva alle ( scarse ) sollecitazioni del mercato;
ideare, invece, su un piano di parità, nuove forme di accordi e forme collaborative con i colleghi, ai fine di sfruttare al meglio le sinergie, le conoscenze intellettuali ed i talenti sociali di tutti quanti per creare una implacabile “macchina” societaria capace di “macinare” continuamente affari e fatturato;
cercare di affiancare alla professione “core business” altre attività collaterali e connesse (amministrazioni di condomini, consulenze per aste giudiziarie, conduzione del precontenzioso dell’ insolvenza mutui, gestioni affitti di patrimoni immobiliari) al fine di arrotondare il guadagno, sfruttando al meglio i tempi morti, cui sono costretti molti agenti immobiliari, in uffici dove i telefoni rimangono lungamente muti;
decidere, dopo lunga meditazione, di abbandonare il campo e trovarsi una nuova occupazione più sicura e redditizia.
Gli Agenti Immobiliari di questa ragguardevole Community, quelli di lungo corso, quelli a metà del guado ed, infine, quelli ai primi passi, posti davanti ad uno specchio, cosa pensano circa le prospettive future della loro professione?
In esso, vi vedete ancora nitidamente come mediatori oppure lo specchio, appannato o rotto, misteriosamente, non vi riflette più?