Io penso che sia necessario iniziare a pensare che la responsabilità di questa situazione generale non sia sempre e comunque dipendente da qualcun altro, ma che in realtà ognuno di noi e dei nostri padri ci ha messo un poco del proprio per arrivare dove siamo oggi.
Idealizzare un nemico esterno e dargli un nome (il mercato) serve solo ad autoconvincerci che tutto dipende sempre dalla responsabilità di qualcun altro.
Parafrasando Kennedy, potremmo dire: non chiediamoci cosa hanno fatto gli altri per generare questa situazione, ma quale contributo vi abbiamo dato anche noi nel nostro piccolo.
Siamo chiari. Se oggi le finanze dello stato italiano sono quelle che sono, è dovuto anche al fatto che negli anni di vacche grasse nessuno si è premurato di pensare al futuro, preferendo l'uovo del presente alla gallina del domani.
Facciamo un esempio. I dipendenti pubblici che negli anni 80 andavano in pensione con 15 anni di anzianità lavorativa e che pesano da decenni sui bilanci INPS (e che vi peseranno ancora per molto tempo) dove li mettiamo? Come mai queste persone, ai tempi, non si sono rifiutate di andare in pensione così giovani dicendo che si sarebbe dovuto essere prudenti in caso di anni futuri di vacche magre? Hanno preso ben felici il loro bottino ed oggi i giovani, anche per motivi come questo, lavoreranno fino a 70 anni per prendere poi una pensione da fame.
Vogliamo parlare di tanti lavoratori dipendenti? Ho lavorato in aziende strutturate per 10 anni e di gente che vedeva lo stipendio fisso come aver vinto la lotteria ne ho viste troppe. Ogni giorno a parlare di diritti, ma quando si toccava l'argomento doveri, lasciamo perdere... Il diktat era fare il minimo indispensabile e guai se il ragazzo giovane appena assunto si dava troppo da fare, perchè così dimostrava il fan****ismo di altri...
Quando poi gli imprenditori si stufano e si rendono conto che se traslocano lo stabilimento in Europa dell'Est, dove la gente ha ancora la voglia di fare che avevano i nostri padri e nonni negli anni 60, hanno tutto da guadagnare, si manifesta in piazza contro il declino industriale italiano.
Prima di vedere l'imprenditore (che spesso ci mette del proprio e che se fallisce sono guai anche con la giustizia) come una sorta di INPS che ti paga la pensione in anticipo, pensiamo a darci da fare per dare il nostro contributo al benessere dell'azienda e, di conseguenza, del nostro.
Proprio la scorsa settimana stavo parlando con un conoscente che lavora per una nota società di selezione del personale e che sta cercando in tutta Italia agenti commerciali settore business per un grosso operatore di telefonia. E' il classico lavoro che non prevede fisso ma solo provvigioni. Il piccolo particolare è che l'azienda mette a disposizione degli agenti un portafoglio clienti da sviluppare non indifferente e procaccia nuovi appuntamenti per gli agenti tramite un forte attività di telemarketing. Guadagno medio di un agente dopo un anno di attività: 6.000 euro lordi al mese.
Bene, questo conoscente mi diceva che fanno una fatica incredibile a reclutare personale perchè tutti (dal giovane al quarantenne) vogliono lo stipendio fisso e preferiscono starsene a casa in attesa di un'occasione invece che provare a buttarsi in un'opportunità del genere.
Senza dimenticare che di lavori a stipendio fisso ce ne sono (di panettieri ed infermieri c'è una notevole richiesta) ma la gente li rifiuta per vari motivi.
Si parla di Grecia. Un articolo del New York Times riportava gli stipendi di alcune categorie di dipendenti pubblici greci. Un ferroviere arriva a guadagnare fino a 138.000 dollari all'anno. Vi chiedo onestamente: ci si stupisce che i bilanci del loro stato siano devastati? Nella loro crisi hanno un peso maggiore le tanto criticate banche oppure la gente che ha preferito approfittarne finchè ce ne era?
Anche se mi sono dilungato, proviamo a rifletterci un attimo.
Se l'uomo, il cittadino, chi lavora, chi studia, chi ama, fosse il centro di tutte le cose, invece che il rapido ed enorme guadagno di pochi speculatori sui titoli tossici, le cose andrebbero molto ma molto meglio.