Nella manovra finanziaria appena approvata un emendamento, il 39 bis per la precisione, annuncia la liberalizzazione delle professioni con l’abolizione degli esami di stato e degli ordini professionali provocando un feroce fuoco di sbarramento.
Architetti, commercialisti e avvocati che, in Parlamento sono tanti, si sono attivati per una raccolta di firme, usando il proprio mandato elettorale per proteggere il loro interesse di categoria, del tutto illegittimo perché, secondo la nostra Costituzione, gli eletti in Parlamento rappresentano la Nazione e non l’ordine cui sono iscritti e, godendo di un privilegio che andrebbe eliminato come in altri Paesi, potendo invece continuare ad esercitare la professione anche durante il mandato, cumulando redditi e indennità, anzi, incrementando clientela e affari con emolumenti milionari grazie al fatto di essere “onorevoli” mentre accademici e magistrati debbono andare in aspettativa.
Per tutelare i propri interessi questa “casta”, rappresentata da 87 deputati e 47 senatori forensi (più qualche ministro che ha giurato fedeltà), è riuscita a stoppare sul nascere questo emendamento col risultato che “non cambia nulla per le professioni con esame di stato, mentre per le altre, agenti immobiliari ed altre categorie con patentino e simili,il governo proporrà una liberalizzazione da trattare entro 8 mesi”La concorrenza deve essere piena e noi, categoria bistrattata di paria, giornalmente riscontriamo questa utopistica affermazione: notai, avvocati, commercialisti, geometri, architetti, bottegai, portinai e chi più ne ha più ne metta, esercitano abusivamente il nostro mestiere.
Perché non porre fine a questa discriminazione?
Perché non istituire anche noi un ordine con esami di stato impedendo, come in altri Stati, la trattativa tra privati(che rappresentano in Italia oltre il 50% delle compravendite) e di ttto il sottobosco degli improvvisati.
Si tutelerebbero efficacemente le parti contraenti, così come avviene per i processi in tribunale, i ricorsi tributari, le pratiche di ristrutturazione, le certificazioni di conformità, ecc-
Che ne è del ventilato “patentino europeo” oggetto di discussione nelle Commissioni CE, come intendono intervenire e tutelarci le nostre associazioni di categoria?
Visti i tempi ristretti sarà opportuno attivarsi al più presto per far sentire la nostra voce e rivendicare una giusta collocazione.
Come in Parlamento, raccogliamo le firme per la liberalizzazione delle professioni od in alternativa per l’istituzione dell’ordine professionale dei mediatori e agenti immobiliari, previo superamento esami di stato.
Architetti, commercialisti e avvocati che, in Parlamento sono tanti, si sono attivati per una raccolta di firme, usando il proprio mandato elettorale per proteggere il loro interesse di categoria, del tutto illegittimo perché, secondo la nostra Costituzione, gli eletti in Parlamento rappresentano la Nazione e non l’ordine cui sono iscritti e, godendo di un privilegio che andrebbe eliminato come in altri Paesi, potendo invece continuare ad esercitare la professione anche durante il mandato, cumulando redditi e indennità, anzi, incrementando clientela e affari con emolumenti milionari grazie al fatto di essere “onorevoli” mentre accademici e magistrati debbono andare in aspettativa.
Per tutelare i propri interessi questa “casta”, rappresentata da 87 deputati e 47 senatori forensi (più qualche ministro che ha giurato fedeltà), è riuscita a stoppare sul nascere questo emendamento col risultato che “non cambia nulla per le professioni con esame di stato, mentre per le altre, agenti immobiliari ed altre categorie con patentino e simili,il governo proporrà una liberalizzazione da trattare entro 8 mesi”La concorrenza deve essere piena e noi, categoria bistrattata di paria, giornalmente riscontriamo questa utopistica affermazione: notai, avvocati, commercialisti, geometri, architetti, bottegai, portinai e chi più ne ha più ne metta, esercitano abusivamente il nostro mestiere.
Perché non porre fine a questa discriminazione?
Perché non istituire anche noi un ordine con esami di stato impedendo, come in altri Stati, la trattativa tra privati(che rappresentano in Italia oltre il 50% delle compravendite) e di ttto il sottobosco degli improvvisati.
Si tutelerebbero efficacemente le parti contraenti, così come avviene per i processi in tribunale, i ricorsi tributari, le pratiche di ristrutturazione, le certificazioni di conformità, ecc-
Che ne è del ventilato “patentino europeo” oggetto di discussione nelle Commissioni CE, come intendono intervenire e tutelarci le nostre associazioni di categoria?
Visti i tempi ristretti sarà opportuno attivarsi al più presto per far sentire la nostra voce e rivendicare una giusta collocazione.
Come in Parlamento, raccogliamo le firme per la liberalizzazione delle professioni od in alternativa per l’istituzione dell’ordine professionale dei mediatori e agenti immobiliari, previo superamento esami di stato.