Quanto valgono veramente gli immobili in Italia?
Le cifre allucinogene proposte sono rispondenti alla realtà o c'è ancora una bolla immobiliare negata e un grave problema di invenduto?
Di sicuro il settore immobiliare è in assoluto quello in cui esiste pochissima trasparenza e poca fondatezza delle informazioni. Ad inizio 2016 si è gridato alla ripresa di interesse verso gli immobili e al boom dei mutui....Artioli che sprizzavano ottimismo e vento di ripresa, insomma.
In realtà come spiega questo articolo sul fronte mutui in Italia la crescita è ZERO, a differenza di altri Paesi europei.
In Europa i mutui sono in crescita, in Italia no - #Truenumbers
Evidentemente ci sono dei fattori problematici che incidono pesantemente sulla realtà e sulle scelte di acquisto e di indebitamento. Il valore reale degli immobili è strettamente collegato ad una serie di problemi:
1) chiudono molte imprese (a causa di tasse, burocrazia e globalizzazione), esiste la delocalizzazione anche da parte di multinazionali che ad esempio nelle metropoli rappresentavano una garanzia di occupazione...chi lavora percepisce dei salari molto bassi rispetto soprattutto alla media europea e questo fa perdere inevitabilmente valore agli immobili.
2) esiste un problema demografico. Accade l'esatto inverso di ciò che accadeva negli anni '60, con lo spostamento di molte persone dalle campagne verso i grandi centri urbani, in particolare dal sud al nord. Un processo che si è bloccato, perchè la mancanza di lavoro dovuta allo sboom economico e i salari bassi rispetto ai costi della vita non spingono più le persone all'emigrazione interna. Esiste invece una percentuale sempre maggiore di lavoratori qualificati che emigrano all'estero (molto alta tra i giovani e in particolare i più istruiti e titolati).
La conseguenza è un eccesso di offerta di case sopravvalutate rispetto e a un trend demografico in calo, fenomeno che colpisce più del passato proprio le grandi aree urbane (Roma, Bologna, Firenze, Milano, Torino..).
Chi vende o affitta si scontra inevitabilmente con il problema che il valore è solo su carta, ma nella realtà è dimezzato. Una sorte che accomuna città e provincia quasi indistintamente.
3) le tasse sugli immobili, dal 2011 sono triplicate. Unite alle spese di manutenzione rendono ancora più stridente le quotazioni elevate, a fronte di rendimenti quasi negativi, problematiche legate agli affitti etc.
In questo panorama quasi nessuna zona si salva dall'ipervalutazione, tranne forse alcune località turistiche.
Dunque realisticamente i prezzi delle case sono nell'80% dei casi tuttora improponibili, troppo alti rispetto al reale stato dell'economia che è in peggioramento . Alla base di molto invenduto c'è la consapevolezza da parte di chi deve acquistare di fare attualmente una mossa sbagliata, tranne forse che nelle province da 500 euro al mq. Da qui anche lo scarso interesse verso i mutui, in un panorama di incertezza non è bene coprire il gap quotazioni/salari con un indebitamento che può risultare sbagliato. Dunque le vendite non solo non risaliranno, ma molto probabilmente tenderanno a diminuire ulteriormente almeno finchè non ci sarà un reale calo delle quotazioni.
Le cifre allucinogene proposte sono rispondenti alla realtà o c'è ancora una bolla immobiliare negata e un grave problema di invenduto?
Di sicuro il settore immobiliare è in assoluto quello in cui esiste pochissima trasparenza e poca fondatezza delle informazioni. Ad inizio 2016 si è gridato alla ripresa di interesse verso gli immobili e al boom dei mutui....Artioli che sprizzavano ottimismo e vento di ripresa, insomma.
In realtà come spiega questo articolo sul fronte mutui in Italia la crescita è ZERO, a differenza di altri Paesi europei.
In Europa i mutui sono in crescita, in Italia no - #Truenumbers
Evidentemente ci sono dei fattori problematici che incidono pesantemente sulla realtà e sulle scelte di acquisto e di indebitamento. Il valore reale degli immobili è strettamente collegato ad una serie di problemi:
1) chiudono molte imprese (a causa di tasse, burocrazia e globalizzazione), esiste la delocalizzazione anche da parte di multinazionali che ad esempio nelle metropoli rappresentavano una garanzia di occupazione...chi lavora percepisce dei salari molto bassi rispetto soprattutto alla media europea e questo fa perdere inevitabilmente valore agli immobili.
2) esiste un problema demografico. Accade l'esatto inverso di ciò che accadeva negli anni '60, con lo spostamento di molte persone dalle campagne verso i grandi centri urbani, in particolare dal sud al nord. Un processo che si è bloccato, perchè la mancanza di lavoro dovuta allo sboom economico e i salari bassi rispetto ai costi della vita non spingono più le persone all'emigrazione interna. Esiste invece una percentuale sempre maggiore di lavoratori qualificati che emigrano all'estero (molto alta tra i giovani e in particolare i più istruiti e titolati).
La conseguenza è un eccesso di offerta di case sopravvalutate rispetto e a un trend demografico in calo, fenomeno che colpisce più del passato proprio le grandi aree urbane (Roma, Bologna, Firenze, Milano, Torino..).
Chi vende o affitta si scontra inevitabilmente con il problema che il valore è solo su carta, ma nella realtà è dimezzato. Una sorte che accomuna città e provincia quasi indistintamente.
3) le tasse sugli immobili, dal 2011 sono triplicate. Unite alle spese di manutenzione rendono ancora più stridente le quotazioni elevate, a fronte di rendimenti quasi negativi, problematiche legate agli affitti etc.
In questo panorama quasi nessuna zona si salva dall'ipervalutazione, tranne forse alcune località turistiche.
Dunque realisticamente i prezzi delle case sono nell'80% dei casi tuttora improponibili, troppo alti rispetto al reale stato dell'economia che è in peggioramento . Alla base di molto invenduto c'è la consapevolezza da parte di chi deve acquistare di fare attualmente una mossa sbagliata, tranne forse che nelle province da 500 euro al mq. Da qui anche lo scarso interesse verso i mutui, in un panorama di incertezza non è bene coprire il gap quotazioni/salari con un indebitamento che può risultare sbagliato. Dunque le vendite non solo non risaliranno, ma molto probabilmente tenderanno a diminuire ulteriormente almeno finchè non ci sarà un reale calo delle quotazioni.