Buongiorno,
chiedo un cortese riscontro da un esperto e/o da qualcuno che si è trovato nella medesima situazione. Sto ultimando la ristrutturazione di un appartamento appena acquistato in Milano, nel quale, a breve, andrò a vivere con la mia famiglia.
I balconi presentano un parapetto di 1 metro, ma quel che più lascia perplessi, è la composizione di questo parapetto: 30cm di muretto, una soglia in marmo che sporge all'interno del balcone e fa da gradino, 70 cm di ringhiera. Un bambino può salire sulla soglia e - a quel punto - è "protetto" esclusivamente da 70cm d'inferiata; se si sporge, è un attimo cadere dal balcone (ho due figli di 7 e 9 anni). La normativa edilizia del comune di Milano prevede che i parapetti - mi pare dal 3° piano - debbano essere alti 110 cm. partendo da terra, per cui, già di per se, i balconi non sono a norma. Poichè sono ad un piano alto, ho fatto predisporre - peraltro sulla falsariga di quanto già effettuato da un altro condomino ivi residente - un innalzamento del parapetto, con un una barra d'innalzamento che corre lungo il balcone portando l'altezza a 120cm, in sicurezza. I balconi sono in facciata, ma il lavoro che so facendo eseguire - oltre che rispettare i regolamenti edilizi e le disposizioni comunali - sono a regola d'arte onde evitare di danneggiare l'estetica della facciata stessa. In fase di posizionamento di questi rialzi, sono stato bloccato dall'Amministratore che contesta l'azione in quanto effettuato in facciata. Ho ribadito che sono gli altri balconi fuori norma e che, il sottoscritto, non sta facendo altro che allinearsi a disposizioni tecniche del Comune. Secondo voi posso procedere ugualmente? Esistono margini di contestazione? Come potrei eventualmente difendermi? Credo che un Amministratore, se ha a cuore il bene dei condomini, dovrebbe preoccuparsi di mettere tutti in sicurezza, non di bloccare chi lo sta facendo.
chiedo un cortese riscontro da un esperto e/o da qualcuno che si è trovato nella medesima situazione. Sto ultimando la ristrutturazione di un appartamento appena acquistato in Milano, nel quale, a breve, andrò a vivere con la mia famiglia.
I balconi presentano un parapetto di 1 metro, ma quel che più lascia perplessi, è la composizione di questo parapetto: 30cm di muretto, una soglia in marmo che sporge all'interno del balcone e fa da gradino, 70 cm di ringhiera. Un bambino può salire sulla soglia e - a quel punto - è "protetto" esclusivamente da 70cm d'inferiata; se si sporge, è un attimo cadere dal balcone (ho due figli di 7 e 9 anni). La normativa edilizia del comune di Milano prevede che i parapetti - mi pare dal 3° piano - debbano essere alti 110 cm. partendo da terra, per cui, già di per se, i balconi non sono a norma. Poichè sono ad un piano alto, ho fatto predisporre - peraltro sulla falsariga di quanto già effettuato da un altro condomino ivi residente - un innalzamento del parapetto, con un una barra d'innalzamento che corre lungo il balcone portando l'altezza a 120cm, in sicurezza. I balconi sono in facciata, ma il lavoro che so facendo eseguire - oltre che rispettare i regolamenti edilizi e le disposizioni comunali - sono a regola d'arte onde evitare di danneggiare l'estetica della facciata stessa. In fase di posizionamento di questi rialzi, sono stato bloccato dall'Amministratore che contesta l'azione in quanto effettuato in facciata. Ho ribadito che sono gli altri balconi fuori norma e che, il sottoscritto, non sta facendo altro che allinearsi a disposizioni tecniche del Comune. Secondo voi posso procedere ugualmente? Esistono margini di contestazione? Come potrei eventualmente difendermi? Credo che un Amministratore, se ha a cuore il bene dei condomini, dovrebbe preoccuparsi di mettere tutti in sicurezza, non di bloccare chi lo sta facendo.