Eddie

Membro Junior
Agente Immobiliare
Ciao a tutti! Ho deciso di scrivervi per chiedere la vostra attenzione e il vostro prezioso aiuto. Mi chiamo Eddie e scrivo da Verona. All'età di 28 anni, con in tasca una laurea in Economia, più che altro per accontentare i miei genitori, e dopo aver svolto i più disparati lavori, mi trovo ora, dopo aver conseguito il patentino, a lavorare presso un "prestigioso" studio immobiliare locale, meta ambita di tanti miei coetanei, Giusto per chiarire. Provengo da una famiglia molto modesta e conosco sudore e fatica, avendo dovuto studiare e lavorare per aiutare i miei.

Non è che questo lavoro non mi piaccia e non mi gratifichi, tutt'altro, e la determinazione e la tenacia fanno parte del mio bagaglio di viaggiatore, anche se i miei superiori sostengono che spesso "esco dalla strada" tracciata e non seguo i loro obiettivi. Dopo questo breve tragitto, confuso e già disilluso quanto basta, fatico ancora a credere che questa sia l'allettante Shangri-La dei miei sogni d ragazzo o se mi faccia solo piacere pensare che lo sia.

Qual è stato il momento in cui avete capito che questa professione avrebbe dato sapore e sostanza ai vostri giorni e non li avrebbe invece fatti avvizzire? Che cosa ha determinato la vostra scelta? Avete adattato la "vostra" vita alle richieste di un obiettivo? Vi siete fatti trasportare dalla corrente o avete nuotato con coraggio verso un approdo incerto? Questo è il consiglio che vi chiedo.

Non mi spaventa ll lavoro duro.
Non mi spaventa la crisi economica.
Non mi spaventa guadagnare poco.
Mi spaventa sbagliare la strada della "mia" vita. E non dargli un senso.
 

Tobia

Membro Senior
Agente Immobiliare
Mi spaventa sbagliare la strada della "mia" vita. E non dargli un senso.
non esiste una strada sbagliata come non esiste quella giusta, la vita è tutta da provare.

In quello che stai facendo ora! adesso! conta solo la passione che ci metti, ed il significato che tu le attribuisci.

Il futuro è una proiezione in avanti dell'impegno e della passione che metti nel presente.
in qualsiasi direzione!

Qual è stato il momento in cui avete capito che questa professione avrebbe dato sapore e sostanza ai vostri giorni e non li avrebbe invece fatti avvizzire?
da quando ho metabolizzato il discorso di sopra.
 

CheCasa!

Moderatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Ciao @Eddie ,
innanzi tutto in bocca al lupo per le tue scelte future...

cercherò di rispondere alle tue domande.

Qual è stato il momento in cui avete capito che questa professione avrebbe dato sapore e sostanza ai vostri giorni e non li avrebbe invece fatti avvizzire?

Per il sapore è stata una questione di pochi giorni. Per la sostanza ci sono voluti dei mesi... i primi riscontri economici dopo tanti sacrifici iniziali.

Che cosa ha determinato la vostra scelta?

La scelta di fare questo lavoro? L'assoluta casualità.

Avete adattato la "vostra" vita alle richieste di un obiettivo?

Vedi @Eddie , nel nostro lavoro ci sono "mansioni", e quelle possono essere più o meno gradite, e ci vengono dati obiettivi ma, per loro stessa natura, gli obiettivi devono essere graditi, che per me significa condivisi. Se gli obiettivi del titolare non sono condivisi potrebbero esserci alcuni problemi.
Sia ben chiaro: esiste una distinzione tra condividere un obiettivo e riuscire a raggiungerlo. Sicuramente arrivare al traguardo prefissato è importante ma la condivisione essenziale.

Vi siete fatti trasportare dalla corrente o avete nuotato con coraggio verso un approdo incerto?

Deve esistere secondo me un equilibrio tra l'iniziativa personale e la capacità di "conservare". Saper introdurre novità è importante e ci permette di essere intraprendenti, anche quando il nostro ruolo non è direttivo. Ma questi cambiamenti devono essere introdotti con le opportune cautele, per evitare di destabilizzare, creare squilibri eccessivi ed, in fin dei conti, danneggiare più che favorire....
 

Pennylove

Membro Assiduo
Privato Cittadino
Ciao a tutti! Ho deciso di scrivervi per chiedere la vostra attenzione e il vostro prezioso aiuto. Mi chiamo Eddie e scrivo da Verona. All'età di 28 anni, con in tasca una laurea in Economia, più che altro per accontentare i miei genitori, e dopo aver svolto i più disparati lavori, mi trovo ora, dopo aver conseguito il patentino, a lavorare presso un "prestigioso" studio immobiliare locale, meta ambita di tanti miei coetanei, Giusto per chiarire. Provengo da una famiglia molto modesta e conosco sudore e fatica, avendo dovuto studiare e lavorare per aiutare i miei.

Non è che questo lavoro non mi piaccia e non mi gratifichi, tutt'altro, e la determinazione e la tenacia fanno parte del mio bagaglio di viaggiatore, anche se i miei superiori sostengono che spesso "esco dalla strada" tracciata e non seguo i loro obiettivi. Dopo questo breve tragitto, confuso e già disilluso quanto basta, fatico ancora a credere che questa sia l'allettante Shangri-La dei miei sogni d ragazzo o se mi faccia solo piacere pensare che lo sia.

Qual è stato il momento in cui avete capito che questa professione avrebbe dato sapore e sostanza ai vostri giorni e non li avrebbe invece fatti avvizzire? Che cosa ha determinato la vostra scelta? Avete adattato la "vostra" vita alle richieste di un obiettivo? Vi siete fatti trasportare dalla corrente o avete nuotato con coraggio verso un approdo incerto? Questo è il consiglio che vi chiedo.

Non mi spaventa ll lavoro duro.
Non mi spaventa la crisi economica.
Non mi spaventa guadagnare poco.
Mi spaventa sbagliare la strada della "mia" vita. E non dargli un senso.



Caro Eddie, il tuo è uno dei più bei messaggi (in bottiglia) che mi sia capitato di leggere, ma mi ha toccato più di altri perché viene da una mente profonda e da un cuore sincero. Vado per mare e, quindi, non posso ignorare una richiesta di soccorso . . . _ _ _ . . . Non sono una agente immobiliare, ma cercherò ugualmente di rispondere meglio che posso alla tua domanda.

Chiedi un consiglio. Ah, che cosa molto umana e molto pericolosa da fare! Dare consigli ad un uomo che domanda cosa debba fare della propria vita richiede qualcosa di molto simile all’egocentrismo. Pensare di indirizzare un individuo che non si conosce verso l’obiettivo giusto e fondamentale, indicare, con dito fermo, la direzione giusta è un compito che solo un idiota si addosserebbe.

Non sono una idiota, né una dispensatrice di verità, ma rispetto la tua sincerità nel chiedere aiuto. Ricordati, però, sempre una cosa: ogni consiglio che riceverai sul forum e al di fuori di esso può essere solo il prodotto dell’individuo che lo offre. Quello che vale per uno, potrebbe essere disastroso per un altro. Se dovessi cercare di darti un consiglio specifico, sarebbe come se un cieco si mettesse a guidare un altro cieco. Ti risponderò, perciò, dal mio punto di vista e tu, ovviamente, farai lo stesso dal tuo.

Galleggiare o nuotare? E’ una scelta che tutti dobbiamo fare, consapevolmente o inconsapevolmente, ad un certo punto della nostra vita. Ma perché non galleggiare, se non si ha un obiettivo? Questa è un’altra storia. E’ senza dubbio meglio godersi il galleggiamento piuttosto che nuotare nell’incertezza. Ma, allora, come fa un uomo a trovare un obiettivo? Non un castello in aria, ma una cosa tangibile, reale. Come può un uomo essere sicuro di aver imboccato la strada giusta per lui?

La risposta – e, in un certo senso, la tragedia della vita – è che cerchiamo tutti di capire in tutti i modi possibili (anche i più bizzarri) l’obiettivo, ma non noi stessi. Ci prefiggiamo un obiettivo che richiede certe cose e facciamo queste cose. Ci adattiamo alle richieste di un concetto. Mettiamo che tu, quand’eri piccolo, volevi fare l’astronauta. Mi sento di poter dire (sia pure con un certo margine di dubbio) che adesso non vuoi più fare l’astronauta. Perché? Perché la tua prospettiva è cambiata. Non è l’astronauta che è cambiato, ma tu. Ogni uomo è la somma totale delle sue reazioni all’esperienza. Ogni esperienza significativa modifica la tua coscienza e la tua prospettiva.

Quindi, dimmi, non sarebbe da stupidi adattare la nostra vita alle richieste di un obiettivo che vediamo da un’angolazione ogni giorno diversa? Come potremmo sperare di ottenere qualcosa, oltre ad una nevrosi galoppante?

La risposta, allora – almeno per me – è stata di non avere nulla a che fare con gli obiettivi. Quindi, non cerchiamo di diventare astronauti, infermieri, poliziotti o avvocati, cerchiamo di diventare noi stessi. Non fraintendermi. Non ti sto dicendo che non possiamo essere astronauti, infermieri o avvocati, ma che dobbiamo adattare l’obiettivo all’individuo, e non l’individuo all’obiettivo.

Per come la vedo io, quindi, la formula è questa: un individuo deve scegliere una strada che permetta alle sue capacità di operare al meglio per l’appagamento dei suoi desideri. Nel fare ciò, egli soddisfa un bisogno (darsi un’identità, operando un modello preciso verso un obiettivo preciso), evita di frustrare il suo potenziale (scegliendo una strada che non ponga limiti alla sua autorealizzazione) ed evita il terrore di vedere il proprio obiettivo avvizzire o perdere fascino mentre vi si avvicina.

In breve, non dedica la vita al raggiungimento di un obiettivo predefinito, ma sceglie un modo di vivere che sa che gli piacerà. L’obiettivo è del tutto secondario, è l’agire verso l’obiettivo quello che realmente conta. E sembra quasi ridicolo dire che un uomo deve agire secondo un modello scelto da lui. Perché lasciare che qualcun altro stabilisca i tuoi obiettivi, significa rinunciare a uno degli aspetti più importanti della vita: il definitivo atto di volontà che fa di un uomo un individuo.

Mettiamo che tu creda di avere cinque strade diverse da poter seguire (beninteso, tutte strade predefinite: attore, fantino, commercialista, tenore, agente immobiliare. E mettiamo che tu non riesca a vedere un senso in nessuna di esse. Allora – e qui sta forse l’essenza di tutto ciò che finora (di getto) confusamente ho scritto – devi trovare una sesta strada.

Naturalmente non è così facile come sembra. Ma un uomo che procrastina le sue scelte lascerà senz’altro la decisione in mano alle circostanze.

Devi credere nelle tue capacità. Impara a dire “Vaffankulo” al mondo ogni tanto. Hai tutto il diritto di farlo. Smettila di preoccuparti, di arrovellarti, di dubitare, di sperare in una scorciatoia, di affannarti, di confonderti, di smaniare, di avvilirti, di divagare, di stare con le mani in mano, di speculare, di annullarti, di guardare indietro, di punirti, di arrovellarti, di aspettare, di avanzare a piccoli passi, di faticare, di faticare, di faticare… Smettila, e pensa solo a

F A R E

Tu comincia a

F A R E

E lo farai, lo so. Non credere che non capisca cosa provi, perché, di tanto in tanto, capita anche a me di attraversare delle fasi simili, e, quando provo questa fottuta sensazione, faccio un “riesame straziante” del mio lavoro e cambio tutto ciò che posso, cerco di fare qualcosa di completamente diverso, capisci... Forse è un processo necessario che mi spinge ad andare avanti. La sensazione è che posso fare di meglio di ciò che ho appena fatto. Forse hai bisogno anche tu di questo tormento per fare meglio.

Siamo come pessimi acrobati da quattro soldi, ma a volte sappiamo fare qualche salto prodigioso, mentre il mondo è pieno di squinternati acrobati che non saltano nemmeno.Se ti annoveri tra i disillusi, non puoi fare altro che accettare le cose come stanno, o metterti seriamente a cercare qualcos’altro. Vale la pena lasciare quello che hai (e che sento non ti soddisfa fino in fondo perchè sai fare ben altro) per cercare qualcosa di più appagante? Chi può prendere questa decisione se non tu? Solo tu puoi sapere quello che farai, non io. Ma anche solo decidere di pensarci, significa fare un bel passo verso il prendere una decisione.

E’ tutto. Spero che la questione non sia così confusa come può sembrare di primo acchito. Se ti sembra che la “mia” formula faccia acqua da qualche parte, abbandonala. Non ti biasimerei affatto se lo facessi. Non voglio mandarti sulla strada in cerca della tua Shangri-La, ma solo dirti che non c’è bisogno di accettare le scelte che ti offre la vita: c’è ben altro oltre questo: nessuno deve fare qualcosa che non vuole fare per il resto della sua vita. Ma di nuovo, se è questo ciò che finirai col fare, sappi che non ti mancherà di certo la compagnia. E non avere paura di fallire. Se è la cosa giusta, succederà. Ciò che c’è di buono non andrà mai perduto.

Con affetto sincero a un giovane uomo straordinario,
cioè tu, Eddie

Penny:amore:
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Trovo che sia meraviglioso il tuo post, Eddie, e altrettanto meravigliose le risposte che hai ricevuto..

Capisco lo scoramento che ti prende ogni tanto, quando, come dicono i tuoi titolari, "esci dalla strada segnata", ma questo può essere solo segno di una propria personalità che mal si adegua alle strade diritte...

Purtroppo hai iniziato questo lavoro nel momento più difficile che si sia mai vissuto in campo immobiliare, ed è probabile che le soddisfazioni siano poche.
Mi dispiace, perchè questo è sempre stato un lavoro meraviglioso e appassionante, dalle mille sfaccettature e oggi è difficile vederne tutte le potenzialità...

Non trascurare di conoscere le agenzie concorrenti: potrebbero essere meno "prestigiose" ma più adatte alla tua voglia di sperimentare e alla tua intelligenza.
A volte, un buon ambiente di lavoro fa miracoli...;)
 

specialist

Membro Storico
Privato Cittadino
Ciao a tutti! Ho deciso di scrivervi per chiedere la vostra attenzione e il vostro prezioso aiuto. Mi chiamo Eddie e scrivo da Verona. All'età di 28 anni, con in tasca una laurea in Economia, più che altro per accontentare i miei genitori, e dopo aver svolto i più disparati lavori, mi trovo ora, dopo aver conseguito il patentino, a lavorare presso un "prestigioso" studio immobiliare locale, meta ambita di tanti miei coetanei, Giusto per chiarire. Provengo da una famiglia molto modesta e conosco sudore e fatica, avendo dovuto studiare e lavorare per aiutare i miei.

Non è che questo lavoro non mi piaccia e non mi gratifichi, tutt'altro, e la determinazione e la tenacia fanno parte del mio bagaglio di viaggiatore, anche se i miei superiori sostengono che spesso "esco dalla strada" tracciata e non seguo i loro obiettivi. Dopo questo breve tragitto, confuso e già disilluso quanto basta, fatico ancora a credere che questa sia l'allettante Shangri-La dei miei sogni d ragazzo o se mi faccia solo piacere pensare che lo sia.

Qual è stato il momento in cui avete capito che questa professione avrebbe dato sapore e sostanza ai vostri giorni e non li avrebbe invece fatti avvizzire? Che cosa ha determinato la vostra scelta? Avete adattato la "vostra" vita alle richieste di un obiettivo? Vi siete fatti trasportare dalla corrente o avete nuotato con coraggio verso un approdo incerto? Questo è il consiglio che vi chiedo.

Non mi spaventa ll lavoro duro.
Non mi spaventa la crisi economica.
Non mi spaventa guadagnare poco.
Mi spaventa sbagliare la strada della "mia" vita. E non dargli un senso.
Con tutto il rispetto per tutti, mi sembra che con una laurea in economia e commercio potresti fare di meglio.
 

Rosa1968

Membro Storico
dei miei sogni d ragazzo o se mi faccia solo piacere pensare che lo sia.
È questa la voce che devi riuscire a non far tacere perché quando poi parla son dolori.
Ti dico solo una cosa e questo vale per tutte le professioni la cosa più importante in assoluto é la motivazione. Questa é la chiave di riuscita in tutto quello che facciamo.
 

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