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Un lavoro che non tramonta mai,il Geometra.
Sono 100 mila in tutta Italia. I geometri sono numerosissimi e presenti in modo capillare sul territorio. Esercitano un'attività molto varia, che li porta a stare spesso anche all'aria aperta e a contatto con la gente. Il loro settore non conosce crisi e le opportunità di lavoro, sia nel pubblico che nel privato non mancano di certo
Una cordella, un computer e un teodolite. Sono questi alcuni strumenti, che dopo gli studi, diventano pane quotidiano per il geometra. La professione attrae molti; basti pensare che, secondo i dati forniti dal Consiglio Nazionale Geometri, sono 100 mila i professionisti iscritti che lavorano, nel settore dell’edilizia e delle costruzioni, su tutto il territorio nazionale. Come si diventa geometri e in che cosa consiste l’attività?
LA FORMAZIONE
A partire dall’anno scolastico 2006/2007, per diventare geometri non sarà più sufficiente il diploma di scuola superiore. Per il momento, chi desidera intraprendere questa professione, deve iscriversi ad un qualsiasi istituto tecnico per geometri, presente in quasi tutte le province italiane e una volta conseguito il diploma, iscriversi presso il Collegio dei Geometri della provincia di residenza, per svolgere il biennio di praticantato. Al termine dei due anni, i praticanti possono sostenere l’esame di abilitazione alla professione ed esercitare l’attività a tutti gli effetti. Con la riforma scolastica, che parifica la nostra istruzione a quella europea, l’attuale Istituto Tecnico per Geometri diventerà liceo tecnologico. “Ancora non sappiamo – spiega Piero Panunzi presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri – quali saranno le materie del nuovo percorso scolastico. Sicuramente ci batteremo perchè il liceo tecnologico, mantenga un buon numero di materie cosiddette professionalizzanti, come l’estimo, la topografia, e tutte quelle discipline che caratterizzano la nostra professione”. Comunque in futuro per diventare geometri, dopo il diploma bisognerà iscriversi all’università.
LA RIFORMA UNIVERSITARIA
La riforma universitaria ha ridotto la durata degli studi per conseguire la laurea in ingegneria, dai cinque ai tre anni, la cosiddetta laurea breve. Per la figura del geometra non esiste una classe di laurea specifica, perciò oggi accade che per diventare geometra laureato, bisogna conseguire una laurea in una delle tre possibili classi (4,7,8) in ingegneria civile ed ambientale, o architettura, sostenere l’esame di stato ed iscriversi al Collegio dei Geometri. Per fornire ai laureandi un’adeguata preparazione, all’interno dei corsi di laurea in ingegneria o in architettura, il curriculum degli studi approfondisce quelle materie che caratterizzano l’attività professionale del geometra, come la topografia, l’estimo, la progettazione edile, la contabilità e la cantieristica. Alcune università italiane hanno sottoscritto con i rispettivi Collegi provinciali, il Consiglio Nazionale Geometri e la Cassa di Previdenza delle convenzioni, per specializzare il curriculum degli studi di coloro che si iscrivono ad ingegneria o architettura. “A Ferrara - spiega Simone Corli presidente del Collegio provinciale dei Geometri – abbiamo di recente sottoscritto una convenzione con l’Università, per attivare un orientamento all’interno del corso di laurea in ingegneria civile ed ambientale dal titolo rilevamento e rappresentazione del territorio”. Tale l’orientamento è una parte degli studi in ingegneria che verrà “orientata” ad approfondire il tema del rilevamento topografico e fotogrammetrico e il catasto di terreni e fabbricati. “Questo è – prosegue Simone Corli – uno dei settori che caratterizza l’attività del geometra, sia che si tratti di lavoro autonomo che di lavoro dipendente presso enti pubblici o privati. L’orientamento prevede un laboratorio di topografia, cartografia e fotogrammetria, un tirocinio da svolgere nell’arco del semestre presso gli studi professionali, o gli enti pubblici concordati con il Collegio ed una tesi di laurea su argomenti trattati nell’orientamento”.
L’ATTIVITA’
Il geometra è il tecnico più completo e polivalente, in grado di operare sui beni immobili e sul territorio.
Le sue attività si possono distinguere in tre macroaree: edilizia, topografia e catasto e consulenze.
Le sue competenze riguardano la parte progettuale, sia per nuove costruzioni che per manutenzione degli edifici esistenti, e l’intervento di gestione e controllo nella fase di realizzazione delle opere.
All’interno dei cantieri gestisce la contabilità dei lavori, la tenuta dei registri di legge, l’osservanza della normativa antinfortunistica e il piano di sicurezza. In senso lato gestisce il territorio con interventi di programmazione e rilievi sul campo, di realizzazione di infrastrutture e opere di bonifica, di messa a punto della documentazione. Infine può intervenire nei controlli qualitativi sui materiali e nella tecnica delle costruzioni.
GLI SBOCCHI PROFESSIONALI
Il geometra può lavorare nelle imprese di costruzione e manutenzione, negli studi di progettazione, presso gli uffici tecnici degli enti locali e statali; inoltre, dopo due anni di tirocinio e l’esame di abilitazione per l’iscrizione all’albo nazionale, può svolgere la libera professione.
L'INTERVISTA / Consiglio Nazionale Geometri
Piero Panunzi presidente del Consiglio Nazionale Geometri (nella foto) illustra qual'è il futuro della professione del geometra. Quella del geometra è una professione sicura?
"Direi proprio di sì. Non ritengo - spiega Piero Panunzi, presidente del Consiglio Nazionale Geometri - che corriamo rischi di estinzione: basti pensare che solo la pubblica amministrazione impiega un gran numero di colleghi. Siamo presenti come professionisti anche nei centri con 200 abitanti, siamo i tecnici relazionali, abbiamo un rapporto particolare di fiducia, privilegiato con i clienti e questo ci aiuta a guardare al futuro con una certa tranquillità. Il trend degli iscritti ai Collegi è aumentato, segno che la professione gode di buona salute".
Quale obiettivo si propone il Consiglio Nazionale?
"Ora ci stiamo occupando di sottoscrivere convenzioni con le università. Il nostro futuro è nella laurea, che ci mette sullo stesso piano dei colleghi europei e ci dà la possibilità di avere una qualificazione ed una formazione professionale maggiore"
Il geometra e l'Europa: quale futuro?
"Fino a qualche anno parlare del geometra in Europa era seguito da una risata e nessuno mai ci sarebbe andato per ragioni legate alla conoscenza della lingua. Ora il problema è diverso, sono gli stranieri che vengono in Italia e spesso ottengono gli appalti, perché producono la certificazione europea, che ancora noi non abbiamo. Per lavorare in Europa bisogna abituarsi a non essere lupi solitari e a collaborare anche per progetti temporanei".
Cosa fate per i giovani?
"Stiamo costituendo un'associazione dei paesi del mediterraneo per lo scambio dei giovani geometri, che diventerà anche scambio di professionalità. Dal prossimo anno abbiamo proposto dieci borse di studio per i paesi poveri, per la partecipazione ai corsi di specializzazione di cartografia e topografia. Un modo perché i nostri giovani entrino in contatto con ragazzi stranieri: sono infatti i paesi in via di sviluppo ad avere, oggi più bisogno di tecnici".
Fonte:Il bollettino del lavoro.
 

Manlio

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Restauratori, definite le competenze e il percorso di studi.

Fonte: Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Le competenze dei restauratori e degli altri operatori della conservazione dei beni culturali e delle superfici decorate di beni architettonici; i criteri e i livelli di qualità dell’insegnamento del restauro. Sono questi i temi, rispettivamente, dei Decreti Ministeriali n.86 e n. 87 del 26 maggio 2009 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, pubblicati sulla Gazzetta ufficiale n. 160 del 13 luglio 2009.
Il DM 86/2009 definisce “restauratore di beni culturali mobili e di superfici decorate di beni architettonici” il professionista che valuta lo stato di conservazione e mette in atto azioni dirette e indirette per limitare il degrado dei materiali costitutivi dei beni e assicurarne la conservazione, salvaguardandone il valore culturale. In particolare, il restauratore analizza i dati relativi ai materiali costitutivi, alla tecnica di esecuzione ed allo stato di conservazione dei beni e li interpreta; progetta e dirige, per la parte di competenza, gli interventi; esegue direttamente i trattamenti conservativi e di restauro; dirige e coordina gli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro. Svolge attività di ricerca, sperimentazione e didattica nel campo della conservazione.
È definita “tecnico del restauro di beni culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici” la figura professionale che collabora con il restauratore, mentre i tecnici del restauro di beni culturali con competenze settoriali sono le figure di formazione tecnico-professionale o artigianale che concorrono all’esecuzione dell’intervento conservativo. Tali profili verranno ulteriormente definiti con successivi provvedimenti
All’attività di conservazione dei beni culturali mobili e delle superfici decorate di beni architettonici concorrono - con il restauratore e i tecnici - professionalità di carattere scientifico, tra cui quella del geologo, e si dividono in: a) esperto scientifico di beni culturali; b) collaboratore scientifico di beni culturali.
Il DM 87/2009 definisce i criteri per l'insegnamento del restauro, le modalità di accreditamento, i requisiti minimi organizzativi e di funzionamento dei soggetti che impartiscono tale insegnamento, le modalità della vigilanza sullo svolgimento delle attività didattiche e dell'esame finale e il titolo accademico rilasciato.
La formazione del restauratore di beni culturali si struttura in un corso a ciclo unico, articolato in 300 crediti formativi universitari (CFU). Al termine del corso, previo superamento di un esame finale avente valore di esame di Stato, abilitante alla professione di restauratore di beni culturali, le Università rilasciano la laurea magistrale, le accademie di belle arti il diploma accademico di secondo livello, le altre istituzioni formative accreditate rilasciano un diploma, equiparato alla predetta laurea magistrale. Un provvedimento del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca definirà la classe della laurea magistrale abilitante alla professione di restauratore di beni culturali.
Il percorso formativo comprende materie di carattere teorico-metodologico e attività tecnico-didattiche svolte in laboratorio e in cantiere su beni culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici. Parte dell’insegnamento può essere svolta presso istituzioni estere. Il DM definisce poi le caratteristiche dei docenti, i requisiti per l’accreditamento delle strutture formative, le modalità di svolgimento dell’esame finale e di rilascio del diploma.
Saluti
Manlio
 

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