.. finalmente si fa viva l'Agenzia del Territorio!
Il 2009 si e’ aperto con un’ulteriore contrazione del mercato immobiliare: le compravendite nel primo trimestre hanno fatto registrare un calo del 18,7%, peggiore rispetto al primo trimestre del (-11,9%) e del quarto trimestre del 2008 (-16,5%). Trend sempre piu’ in discesa, quindi.
E’ l’ennesimo record negativo messo nero su bianco dall’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) in uno studio trimestrale presentato dall’Agenzia del Territorio.
Tante trattative e pochi contratti, venditori che non abbassano le pretese e compratori che non alzano le offerte. Questa, in particolare, la fotografia che si riflette nel monitoraggio. L’ultima rilevazione approfondisce, infatti, il dato medio sulle vendite di abitazioni e aiuta a capire qualcosa in piu’ della frenata cominciata gia’ alla fine del 2007.
Si tratta di una flessione generalizzata: da Bolzano a Siracusa, dalle case ai negozi. Ma tocca i picchi per magazzini e stabilimenti industriali (-33%). In particolare, la flessione ha interessato tutti i settori, ma soprattutto il non residenziale (terziario, commerciale e produttivo) con un raffreddamento piu’ accentuato nel Nord (-20,6%), appena piu’ contenuto nel Centro (-16,9%) e nel Sud (-16%).
Anche le grandi citta’ non fanno eccezione con il mercato nella Capitale che, tuttavia, frena complessivamente un po’ meno della media nazionale che e’ di -13,9%. A Roma, infatti, nel settore residenziale il calo delle compravendite e’ stato in questi primi tre mesi dell’anno pari a -11,6%, ma bisogna tenere presente il mercato nella Citta’ Eterna e’ sensibilmente ridimensionato gia’ da parecchi anni.
Indicativo del resto il raffronto con le altre citta’. Secondo i dati dell’Agenzia del territorio, e’ Milano a registrare il calo piu’ netto di compravendite di immobili residenziali, con una diminuzione del 20,3%. Seguono Palermo a -19,6%, Torino a -13,7%, Bologna a -12,7%, Napoli a -12,6%, Firenze a -11,4% e Genova, con un calo del 4,2%.
E, neanche, se si esce dal centro citta’ e dalle periferie urbane la situazione migliora. I dati dell’hinterland mostrano un quadro peggiore. In tutta Italia, infatti, le province piu’ importanti se la passano peggio del capoluogo. Quella di Roma non fa eccezione alla regola: il mercato qui perde il 15,3% sul 2008.
Le ragioni di questa diminuzione delle compravendite sono almeno due: nelle grandi citta’ il mercato aveva gia’ iniziato a rallentare nel 2007, mentre nei centri minori era rimasto piu’ vivace. Ora, quindi, sconta tutto insieme il calo. In secondo luogo, grazie alla maggiore disponibilita’ di terreni edificabili, tra il 2005 e il 2007 oltre l’85% delle nuove costruzioni e’ stato realizzato fuori dai capoluoghi: con la conseguenza che oggi in provincia l’offerta e’ relativamente elevata.
La valvola di sfogo di chi cerca casa a poco prezzo a 20-30 chilometri dalla capitale, insomma, e’ alla stretta finale. Cio’ indica che l’erosione e’ sicuramente minore. “Le compravendite in dieci anni, dal 1996 al 2006, erano piu’ che raddoppiate - spiega in proposito Gianni Guerrieri, direttore dell’Omi. La flessione quindi, dopo aver toccato l’apice, era prevedibile. Semmai c’e’ da dire che la discesa iniziata nel 2007 ora e’ piu’ ripida. Quanto ai prezzi, noi rileviamo i dati su base semestrale, quindi e’ ancora presto. Ma e’ nell’ordine delle cose che sul mercato siano in discesa anche le quotazioni”.
Il 2009 si e’ aperto con un’ulteriore contrazione del mercato immobiliare: le compravendite nel primo trimestre hanno fatto registrare un calo del 18,7%, peggiore rispetto al primo trimestre del (-11,9%) e del quarto trimestre del 2008 (-16,5%). Trend sempre piu’ in discesa, quindi.
E’ l’ennesimo record negativo messo nero su bianco dall’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) in uno studio trimestrale presentato dall’Agenzia del Territorio.
Tante trattative e pochi contratti, venditori che non abbassano le pretese e compratori che non alzano le offerte. Questa, in particolare, la fotografia che si riflette nel monitoraggio. L’ultima rilevazione approfondisce, infatti, il dato medio sulle vendite di abitazioni e aiuta a capire qualcosa in piu’ della frenata cominciata gia’ alla fine del 2007.
Si tratta di una flessione generalizzata: da Bolzano a Siracusa, dalle case ai negozi. Ma tocca i picchi per magazzini e stabilimenti industriali (-33%). In particolare, la flessione ha interessato tutti i settori, ma soprattutto il non residenziale (terziario, commerciale e produttivo) con un raffreddamento piu’ accentuato nel Nord (-20,6%), appena piu’ contenuto nel Centro (-16,9%) e nel Sud (-16%).
Anche le grandi citta’ non fanno eccezione con il mercato nella Capitale che, tuttavia, frena complessivamente un po’ meno della media nazionale che e’ di -13,9%. A Roma, infatti, nel settore residenziale il calo delle compravendite e’ stato in questi primi tre mesi dell’anno pari a -11,6%, ma bisogna tenere presente il mercato nella Citta’ Eterna e’ sensibilmente ridimensionato gia’ da parecchi anni.
Indicativo del resto il raffronto con le altre citta’. Secondo i dati dell’Agenzia del territorio, e’ Milano a registrare il calo piu’ netto di compravendite di immobili residenziali, con una diminuzione del 20,3%. Seguono Palermo a -19,6%, Torino a -13,7%, Bologna a -12,7%, Napoli a -12,6%, Firenze a -11,4% e Genova, con un calo del 4,2%.
E, neanche, se si esce dal centro citta’ e dalle periferie urbane la situazione migliora. I dati dell’hinterland mostrano un quadro peggiore. In tutta Italia, infatti, le province piu’ importanti se la passano peggio del capoluogo. Quella di Roma non fa eccezione alla regola: il mercato qui perde il 15,3% sul 2008.
Le ragioni di questa diminuzione delle compravendite sono almeno due: nelle grandi citta’ il mercato aveva gia’ iniziato a rallentare nel 2007, mentre nei centri minori era rimasto piu’ vivace. Ora, quindi, sconta tutto insieme il calo. In secondo luogo, grazie alla maggiore disponibilita’ di terreni edificabili, tra il 2005 e il 2007 oltre l’85% delle nuove costruzioni e’ stato realizzato fuori dai capoluoghi: con la conseguenza che oggi in provincia l’offerta e’ relativamente elevata.
La valvola di sfogo di chi cerca casa a poco prezzo a 20-30 chilometri dalla capitale, insomma, e’ alla stretta finale. Cio’ indica che l’erosione e’ sicuramente minore. “Le compravendite in dieci anni, dal 1996 al 2006, erano piu’ che raddoppiate - spiega in proposito Gianni Guerrieri, direttore dell’Omi. La flessione quindi, dopo aver toccato l’apice, era prevedibile. Semmai c’e’ da dire che la discesa iniziata nel 2007 ora e’ piu’ ripida. Quanto ai prezzi, noi rileviamo i dati su base semestrale, quindi e’ ancora presto. Ma e’ nell’ordine delle cose che sul mercato siano in discesa anche le quotazioni”.