Ho letto, giorni fa, su un quotidiano, che il tasso medio italiano, per i mutui di durata superiore a 10 anni. è stato, nel 2009, in media, di 5,59, contro una media europea del 4,32%.
Per me è un dato preoccupante.
Credo che, nel campo dell’economia immobiliare, il capitolo riguardante i mutui immobiliari sia uno dei più critici.
Il confronto tra i tassi europei e quelli italiani risulta impietoso e, tale comparazione, misura di quanto le famiglie italiane siano svantaggiate quando devono contrarre un prestito per poter acquistare una casa.
Ma perché questa palese sperequazione? Perché questa ingiusta disparità di trattamento tra il cliente italiano e quello europeo?
Ma la libertà di circolazione dei capitali tra gli Stati, garantita dalla UE, perché non ha ancora favorito, finora, un livellamento dei tassi?
Perché il rapporto tra sistema creditizio e mercato immobiliare è così sbilanciato a favore delle banche?
Quali interessi sono in gioco?
Non credete, che sia giunta l’ora di una chiara inversione di rotta?
Cosa si potrebbe fare a livello di organizzazioni di categoria?
Ma, in verità, si è nella possibilità di fare qualcosa di positivo al riguardo?
Cosa ne pensano gli operatori del problema?
Per me è un dato preoccupante.
Credo che, nel campo dell’economia immobiliare, il capitolo riguardante i mutui immobiliari sia uno dei più critici.
Il confronto tra i tassi europei e quelli italiani risulta impietoso e, tale comparazione, misura di quanto le famiglie italiane siano svantaggiate quando devono contrarre un prestito per poter acquistare una casa.
Ma perché questa palese sperequazione? Perché questa ingiusta disparità di trattamento tra il cliente italiano e quello europeo?
Ma la libertà di circolazione dei capitali tra gli Stati, garantita dalla UE, perché non ha ancora favorito, finora, un livellamento dei tassi?
Perché il rapporto tra sistema creditizio e mercato immobiliare è così sbilanciato a favore delle banche?
Quali interessi sono in gioco?
Non credete, che sia giunta l’ora di una chiara inversione di rotta?
Cosa si potrebbe fare a livello di organizzazioni di categoria?
Ma, in verità, si è nella possibilità di fare qualcosa di positivo al riguardo?
Cosa ne pensano gli operatori del problema?