Capisco... ma non capisco a favore di chi sia questa normativa e il motivo del perché sia stata introdotta.
L'esenzione IVA (senza possibilità dell'opzione e per i fabbricati ultimati da più di 4 anni) venne introdotta nel 2006 da Bersani.
Sono passati pochi anni ma da allora il mondo è cambiato.
Il costruttore che, all'epoca, decideva volontariamente di non immettere sul mercato parte del costruito o di mantenere i prezzi al di sopra della media, allungandone i tempi di dismissione, ne riceveva indubbi benefici in un mercato le cui quotazioni crescevano piuttosto rapidamente.
Il legislatore pensò di penalizzare questo comportamento introducendo la normativa dell'esenzione (in realtà il disegno di Bersani era ancora più estremo ma venne da subito mitigato in sede parlamentare).
E' evidente che negli ultimi anni la situazione si sia ribaltata. Il costruttore è consapevole che l'attesa, ai nostri giorni, potrebbe rappresentare con buona probabilità una perdita economica e la mancata vendita di molti appartamenti non è certo più legata ad un intento indirettamente speculativo ma alla contrazione della domanda.
A parer mio bene ha fatto il legislatore ad introdurre dei correttivi che permettessero al costruttore di non subire ulteriori penalizzazioni, permettendogli di esercitare l'opzione.
Certo, il criterio dell'opzione in quanto tale, è sempre un correttivo piuttosto ambiguo e può generare confusione. Io, in qualità di potenziale acquirente, nella ricerca di un immobile di nuova costruzione, benchè ultimato da più di 5 anni, partirei dall'assunto che con ogni probabilità verrà esercitata la scelta dell'assoggettamento ad IVA e comunque me ne sincererei sin dalle fasi embrionali di un'eventuale trattativa, per comporre la mia proposta economica con tutte le informazioni a disposizione.