A me pare ovvio che gli immobili ante anni 90 (1990), tutti i condomini anni 60 70 (escluse statisticamente irrisorie unità di pregio architettonico) energivori, con spese non contabilizzabili per singola unità, fatte salve zone di particolare pregio*, son destinati a perdere sensibilmente valore; forse non mercato in termini di scambi, nuovi italiani e nuovi poveri lo alimenteranno.
*che poi, pure lì, si fa in fretta a degradare il tessuto urbano, mi viene in mente per esempio San Pedro de Aregna.
Per riqualificare, cito per esempio il quadrilatero di Torino o la zona compresa fra Luccoli/xxv aprile a Genova, ci vuole più tempo e una strategia privata e ben articolata, solvente, politicamente "coperta".