A Messina è venuta giù mezza montagna e parte del centro abitato è seppellito sotto metri di fango. I morti sono più di venti e i dispersi altrettanto, si scava ancora dopo tre giorni dalla tragedia. L’Italietta tutta si stringe a corte per l’ennesimo cordoglio nazionale, ancora lacrime, ancora pugni chiusi che battono di rabbia, ancora imprecazioni contro chi sa quale infausto destino o dio farlocco. Oramai questo è il paese dei fatalismi che hanno tramuto l’umano pensare in superstizioso vivere. A cataclisma avvenuto è vietato pensare alle cause, pena la crocifissione pubblica. Non bisogna certo urtare il terribile equilibrio sensibilità-ignoranza che porta a risolvere i problemi semplicemente dimenticandoli o al più delegandoli.
Ma dietro questo disastro ci sono colpevoli facilmente identificabili. Intrecci di
abusi edilizi e condoni, tra mafiosi e politici e tra ignoranza e non curanza. Il dissesto idrogeologico del territorio italiano è ai limiti del collasso. La
cementificazione irrazionale del paese ha turbato il delicato equilibrio di un territorio unico nel suo genere quanto fragile. I finanziamenti pubblici destinati a senso unico a opere tanto faraoniche quanto, spesso, inutili.
E intanto lo stivale affonda…
Condoglianze a tutti i cittadini ,della zone colpite dal disastro, che hanno perso i loro cari (i Papà, le Mamme, i nonni, i figli, gli amici..)
Liberatore