"altra" non direi.
Polemica, neppure; è solo chiarezza,
Volevo solo dire che non era una discussione aperta per discutere sulle competenze professionali delle singole categorie.
E tutto questo, ha avuto origine da
una solita peroratio non petita di Marcanto, sulla quale mi sono permesso di fare una battuta, che poteva finire con un sorriso.
SE vogliamo ritornare sul merito, io ho un punto di vista in parte diverso dal tuo:
per chiarezza e completezza, per seguire il tuo approccio, ritengo che ci si debba basare sulle
competenze specifiche richieste dalla applicazione. Che non sono a priori direttamente dimostrate e garantite dal "Papiro".
Tanto per restare nell'ambito edilizio, distinguerei tra competenze teoriche, competenze tecnologiche applicate, competenze giuridiche, praticantato burocratico, esperienza di cantiere, e indubbiamente "forma mentis" ed educazione al "problem solving".
E' fuor di dubbio, partendo dagli ultimi punti, che chi arriva ad una laurea magistrale ha statisticamente una capacità di analisi e visione superiore ad un diplomato, sia per formazione, sia per una naturale selezione che spesso, e non sempre, porta alla laurea chi è più dotato negli studi e nell'apprendimento.
Non sto nemmeno ad argomentare sulle competenze teoriche e applicate, almeno 5 anni di formazione in più varranno certo qualcosa;
ma cosa mi diresti riguardo alle competenze giuridiche e legali apprese durante un liceo e corso di Ingegneria o Architettura? Se non sono cambiati i corsi di studio degli ultimi anni, ti risponderei: NULLA.
Eppure avranno a che fare, forse più di altri, con contratti, leggi, codice civile e speriamo non penale: singolarmente invece per tradizione, credo ancora attuale, i soli geometri e ragionieri nelle superiori hanno/avevano un corso di diritto, di estimo, di ragioneria ecc.
Noi ing e arch, usciti dai licei con filosofia, latino (e magari greco), completiamo il Politecnico e ne usciamo totalmente digiuni di diritto privato, commerciale, amministrativo, ecc. ecc., per non parlare di principi e tecniche di contabilità, analisi finanziaria, valutazione e redditività degli investimenti: giusto un elenco di "competenze" che appena entri nel mondo del lavoro, dovrai apprendere e pure velocemente, da autodidatta, almeno nelle basi fondamentali.
Facciamo l'esempio delle pratiche catastali a fine lavori, o le successioni che riguardano la successione di immobili: al 99% i notai , gli architetti, gli ingegneri (esperienza personale) fanno sviluppare ed elaborare la pratica a dei geometri (non necessariamente i giovani praticanti, anzi): in genere serve semplice pratica dei tecnicismi adottati dalla AgE.
Diverso se devi sviluppare e predisporre una successione ereditaria con situazioni familiari, economiche e finanziarie complesse: ti servirà certamente un "bravo" notaio, affiancato da un "bravo" commercialista/fiscalista, e via discorrendo.
Per il Ponte di Genova, oltre alla idea architettonica saranno certamente serviti uno staff di ingegneri strutturali, tecnici di cantiere, ecc. ecc di varie specializzazioni, lauree, diplomi.
Concludo: non c'è l'attrezzo valido per tutti gli impieghi e lavorazioni.
Se caccio le mosce, non serve il cannone. Se caccio cinghiali, non sperare di cavartela con carabine ad aria compressa