La mia situazione è alquanto complessa e devo dire che si sta facendo di tutto x far passare i 20gg massimi x l'opposizione agli atti giudiziari come prassi vuole che si agisca.
Per la cronaca, il notaio si è alzato due volte per andare a chhiedere al giudice, che ha avvallato l'errore con un provvedimento a voce, che ha poi fatto trascrivere.
Per avere più partecipanti e realizzare una cifra maggiore, l'errore è stato messo sotto al tappeto e tuttora la strada x renderlo palese è ovviamente a ostacoli.
Quale partecipante all'asta(se nn il debitore o chi per lui con ovvi motivi) si arrischierebbe a fare istanza entro 20 gg (ce ne sono voluti 10 x avere il verbale scritto), iniziare un'opposizione allo stesso GE che la respingerà x coerenza a se stesso, per poi sperare si andare in cassazione e vedere un gruppo di giudici contestare l'operato in buonafede di un collega?
Sono realista ed anche il mio avvocato mi ha raccomandato di lasciar perdere.
Purtroppo di situazione "strambe" a volte ne capitano.
Rigiro la frittata: qualora il partecipante "scorretto" avesse voluto tirarsi indietro dall'asta, avrebbe potuto impugnare il fatto che le 2 cifre differissero? Io direi proprio di sì. E questo non è corretto. Se vale la cifra scritta in lettere e l'assegno risulta inferiore a quella cifra, l'offerta non è valida.
Ma qualcuno di voi partecipanti ha detto qualcosa al Notaio di questa irregolarità oppure è stato il Notaio di propria iniziativa a contattare il Giudice?
A volte mi è capitato di vedere situazioni in cui l'offerta risultava completa, salvo la presenza o meno della marca da bollo da 16 euro... Al che il Notaio ha intimato all'offerente di andarla subito a comprare per metterla, affinche potesse convalidare la domanda. Nessuno ha detto nulla, ma a mio avviso in realtà quell'offerta è nulla. Ci ho messo un po' a capire il motivo per cui una persona possa comportarsi in questo modo, scorrettamente.
Supponiamo che un'asta vada deserta parecchie volte e che comunque io sia interessato all'acquisto di un determinato bene e voglio però spendere il meno possibile, ma allo stesso tempo non saprò mai quanti partecipanti ci siano all'asta (sto facendo solo un'ipotesi, poi è chiaro che per la maggioranza dei casi già nel momento in cui si visiona l'immobile si capisce tutto...). Quindi. Presento un'offerta senza marca da bollo. Nessuno partecipa. Il Notaio mi chiede la marca da bollo. Io non gliela do. Mi ridanno la busta e non perdo l'assegno. Invece se ci sono altri acquirenti tiro fuori la marca e la mia offerta è valida...
Tralasciando la strategia che lascia a desiderare (ho i miei dubbi che la prossima volta la cifra dell'asta non superi quella corrispondente a quella andata deserta), questa situazione è fuori legge.
Dipende dal tribunale, ma alcuni ammettono che la marca da bollo sia un requisito NON a pena di esclusione per la validità della domanda(cioè ce la puoi mettere anche dopo ad aggiudicazione avvenuta).
Se vuoi la mia opinione, è una scorrettezza pure questa x le ragioni che hai giustamente sottolineato.