Come probabilmente hai già potuto notare, non esiste un codice deontologico, univoco, degli agenti immobiliari.
Anzi, direi meglio, non esiste un codice deontologico.
Esiste quello dettato dalla sensibilità personale e quello "dichiarato" dalle associazioni. E qui già hai notato che sono pure in contrasto tra loro nelle raccomandazioni.
Il problema nasce primariamente dal fatto che non esiste un albo professionale: non c'è un codice e tantomeno un organo di controllo quindi nemmeno sanzioni, ovviamente.
Al massimo, se l'agente ha aderito a una associazione di categoria, la stessa potrebbe, forse, decidere di revocare l'iscrizione.
Capirai che gran danno... La stragrande maggioranza degli agenti immobiliari vi si iscrive per un solo motivo: per poter usufruire dello sconto sull'assicurazione professionale in convenzione. (*)
E, forse, non converrebbe nemmeno all'associazione perdere una quota per una diatriba tutta da dimostrare.
E allora? Ci si attiene "semplicemente" alle norme di legge e alla propria coscienza e diligenza professionale.
Molti agenti non ritirano ulteriori proposte.
Tra questi alcuni bloccano le visite.
Altri (specie in presenza di sospensive) proseguono con le visite ma ben informando della cosa acquirenti e venditori.
Altri invece raccolgono più proposte perché, giustamente, affermano che decide il proprietario e non l'agenzia e inoltre potrebbero arrecare un danno al venditore non raccogliendo proposte migliorative.
Alcuni raccolgono proposte in collaborazione con altre agenzie, altri non lo fanno a prescindere.
Tutti questi comportamenti nascondono delle insidie, nel senso che possono potenzialmente scontentare una delle parti. In qualche caso possono anche esporre l'agente a grattacapi.
Ma se ho ben capito il tuo scritto la tua lamentela nasce dal fatto che, in occasioni differenti, l'agente si è comportato con te in maniera differente?
(*) Spottone per il custode: ma se è solo per quello c'è la polizza di immobilio!