L'incertezza, come la chiami tu, si basa su certezze, ossia ...è tutto fermo, il lavoro non va, le aziende chiudono, i professionisti e/o artigiani pure. Non è questione di ottimismo o pessimismo, è quello che vedi tutti i giorni. Non che leggi su giornali o forum o altro, che scrivono quello che vogliono sia la visione della realtà e spesso riescono pure. Infatti non contesto quello che dici a proposito del pessimismo dilagante che non fa spendere, è vero che si cerca di mettere via i soldi per eventuali momenti di magra se si perde il lavoro, diminuisce il fatturato, ecc., ma il problema è che molti non riescono a mettere via niente, pur non spendendo, perchè non hanno niente più da salvare.
Tu vedi segni di una larvata ripresa? Io no, eppure di aziende ne giro parecchie per lavoro, di tutti i settori produttivi e ho anche imparato a fare la tara ai piagnistei dei datori di lavoro che si lamentano sempre e comunque. Mi fanno ridere e allo stesso tempo incavolare i discorsi che si sentono spesso, anche da parte di chi dovrebbe farci ripartire, che sostiene che dobbiamo "migliorare la produttività": di capacità produttiva, nonostante il lavoro costi tanto anche per sprechi, diritti acquisiti, sindacati, ecc., ne abbiamo fin troppa, tanto che il mercato non assorbe nulla di ciò che produciamo. Cominciamo ad alleggerire le imprese dalla burocrazia, prima ancora che dalle tasse, vedrai se non arrivano anche dall'estero ad investire! Tu, onestamente, se dovessi aprire un'azienda produttiva di un qualunque tipo da zero, la apriresti in Italia? Prima di rispondere, prova a pensare alla burocrazia che incontreresti, ai costi di tasse, logistica, clienti che non pagano, sindacati che combattono a prescindere perchè ancora convinti che ci sia il "padrone cattivo" e gli schiavi, al fisco che pretende che paghi quando ritiene che tu abbia un minimo sotto il quale secondo lui è impossibile che tu vada e devi tu dimostrare di essere nel giusto, a tutti i tuoi possibili concorrenti in nero che ovviamente possono fare prezzi migliori dei tuoi (chiaramente supponendo che tu sia onesto e cristallino), ai dipendenti per i quali tutto è dovuto come lo stipendio a fine mese, a prescindere da quanto tu hai fatturato/incassato/venduto.
Se le imprese adesso "fanno piani per licenziare" è per cercare di non lasciare a casa tutti i dipendenti, ma solo una parte: parlando con vari imprenditori (veri, non finanzieri, ma gente che ha messo in piedi aziende produttive e ci lavora tutti i giorni) scopri che per loro è una sofferenza lasciare a casa qualcuno, a meno che sia un inutile peso morto, lo vivono come un fallimento personale. Quando riusciranno ad incrementare il fatturato in maniera stabile, riprenderanno ad assumere, senza dubbio: vedrai che dopo un annetto da quel momento tornerà il sereno anche per voi AI che ricomincerete a vendere case.
Per ora non vedo avvisaglie di quel momento, purtroppo.
Vedo più realistico il tonfo dei prezzi degli immobili prospettato nell'articolo. Nonostante le banche e nonostante i costruttori.