Forse la colpa non sarà del notaio, però il tecnico ha semplicemente reperito due piante catastali e ad occhio si è subito accorto che erano diverse. Non c'è bisogno di vedere alcun immobile per accorgersi del vizio.
Il notaio poteva semplicemente presentare tutta la documentazione necessaria (piante catastali e visure) a riguardo e metterla agli atti senza bisogno di esprimere un giudizio tecnico.
Nell'atto abbiamo firmato, venditore e compratore, solo l'ultima pianta catastale, l'unica messa a disposizione dal notaio.
A mio parere non si è dato da fare tanto.
Aggiungo che, secondo me, il venditore non sa nulla.
Vedremo.
Il notaio non fa controlli, si limita ad asseverare ciò che la parte venditrice dichiara, sotto responsabilità civile e penale.
E' normale che il notaio presenti solo l'ultima planimetria catastale, perchè solo un tecnico può fare il confronto tra quanto depositato in catasto e quanto invece licenziato a suo tempo dal Comune...
La legge 122/2010 sulla conformità catastale recita infatti:
gli atti pubblici e le scritture private autenticate tra vivi aventi a oggetto il trasferimento, la costituzione o lo scioglimento di comunione di diritti reali su immobili già esistenti, a esclusione dei diritti reali di garanzia, devono contenere, a pena di nullità, per le unità immobiliari urbane sia l’identificazione catastale, sia il riferimento alle planimetrie depositate in catasto, nonché la dichiarazione, resa in atti dagli intestatari, della conformità allo stato di fatto dei dati catastali e delle planimetrie, sulla base delle disposizioni vigenti in materia catastale.
Lo Stato però non si è preoccupato di precisare che controllare la confromità catastale riporta necessariamente alla conformità urbanistica... ed è qui che casca l'asino....