Benissimo, abbiamo risolto il quesito, come al solito Isabella ha ragione, Non vi è plusvalenza se l'abitazione che viene venduta è stata adibita ad abitazione principale, la legge recita "per un periodo congruo" . Il fatto che tale immobile sia stato adibito ad abitaziione principale va dimostrato in caso di controllo, quindi bollette luce e gas intestate e congrue per consumi effettuati sono un'ottima prova. In questa fattispecie, e cioè il non riacquisto di un'altra abitazione, l'agenzia delle entrate calcolerà una maggiore imposta sulla rendita catastale pari al 7% + il 30% di sanzione, che sarà calcolata non sulla rendita rivalutata per il coefficente di 116 (prima casa) ma sul coefficente di 127 (seconda casa). In caso di plusvalenza invece, come dice Isabella, il contribuente potrà optare per l'imposta sostitutiva del 20% o se portarlo come reddito, e lì chiaramente dipende dalla condizione di chi vende. Attenzione, perchè più di un fiscalista, o di qualche "esperto" del settore (leggi impiegati di banca e qualche consulente di associazione di categoria varia) ti dice che la plusvalenza c'è in ogni caso!