Il certificato medico è di prassi per gli ultraottantenni aspiranti venditori, anche presunti sani, e chi non vi si attiene rischia grosso inutilmente per aver ignorato questa semplice "linea guida".Dipende dal notaio.
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Il certificato medico è di prassi per gli ultraottantenni aspiranti venditori, anche presunti sani, e chi non vi si attiene rischia grosso inutilmente per aver ignorato questa semplice "linea guida".Dipende dal notaio.
E' un lungo ma interessante sunto di un convegno notarile:Il notaio non reputa, ma chiede un certificato del medico di base (o neurologo o geriatra dell'ATS) che attesti la piena capacità di intendere e volere di entrambi.
È solo un convegno, per di più del 2014... anni luce, non fa testo.E' un lungo ma interessante sunto di un convegno notarile:
:http://www.gliamicidiguidostanzani....ubblico-il-ruolo-ed-il-rischio-del-notaio.pdf
Copio un paio di pezzi:
“Ciò non toglie, tuttavia, che il notaio, per i connotati tipici della propria funzione e, comunque, in base al combinato disposto degli art. 47 L.N. e 67 R.N., laddove abbia sentore di elementi o indizi che inducano a dubitare della piena facoltà di intendere e volere del comparente, dovrà avere cura di porre sempre in essere tutta la necessaria e dovuta attenzione per acquisire notizie in merito alla capacità naturale della parte. A rafforzare coerentemente questo compito, interviene lo stesso Codice Deontologico dei notai italiani, stabilendo all’art. 37 che l’indagine sulla volontà delle parti debba essere svolta <<in modo approfondito e completo mediante proposizione di domande e scambio di informazioni tese a ricercare anche i motivi e le possibili modificazioni della determinazione volitiva come prospettatagli>>.
Pertanto, possiamo tranquillamente dedurre dall’insieme delle considerazioni quivi
esposte che gravi sul notaio una sorta di onere (virtuale) che impone al medesimo, lungi dal limitarsi al mero accertamento dell’identità del comparente, di valutare la capacità del soggetto, affidandosi al suo intuito umano-giuridico, come taluni
hanno felicemente riferito .”
In definitiva, nessun obbligo di certificato medico, ma possibile richiederlo in caso di forti dubbi.
- “Da quanto sin qui esposto emerge chiaramente che l'atto compiuto dall'incapace - pur in presenza di un’evidente e conclamata causa di incapacità del soggetto ad intendere o a volere - sia destinato a esplicare i suoi effetti nel mondo dei rapporti giuridici, fin quando non venga posto nel nulla con effetto retroattivo da un accertamento giudiziale.”
Atto valido, fino ad eventuale accertamento giudiziale dell’incapacità e del pregiudizio.
Sull’obbligatorietà confesso che non mi trovo d’accordo, avendo visti atti fatti da quasi novantenni arzilli senza alcun certificato medico, ultimo da poco.
Mio padre 86 anni ha appena venduto un immobile, insieme ad altri cugini altrettanto giovani, e per nessuno il notaio ha chiesto nulla ( peraltro tutti in possesso di patente di guida, rinnovata annualmente senza problemi).
A rafforzare coerentemente questo compito, interviene lo stesso Codice Deontologico
che l’indagine sulla volontà delle parti debba essere svolta <<in modo approfondito e completo mediante proposizione di domande e scambio di informazioni tese a ricercare anche i motivi e le possibili modificazioni della determinazione volitiva come prospettatagli>>.
Ognuno porta la sua esperienza: la mia è che non viene richiesto nessun certificato, nemmeno dopo gli 85 anni, e sta tutto nella discrezionalità del notaio, che si fa un’idea parlando a tu per tu e accertando la lucidità , ovviamente escludendo i casi di conclamata e riconoscibile incapacità.Attualmente nessuno rischia
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