Siccome nel preliminare c'è chiaramente scritta la data di consegna, nel caso entro quella la data la casa non sia ultimata, sarebbe inadempimento contrattuale da parte loro e se volessi potrei anche recedere dal contratto ricevendo indietro il doppio della caparra. Corretto?
A me questi "calcoli" mi fanno sempre venire l'orchite.
Perche' non si comprende se uno miri più ad acquisire l'oggetto certificato o a sgraffignare una mezza o doppia caparra.
Circostanza che giocoforza distrae dalle altre questioni non meno importanti.
Considerato, che in linea di principio, un immobile non dotato del certificato o si adegua o andrebbe abbattuto.
Anche solo per l'effetto dell'esposto di un pincopallino qualsiasi, che ci passa li' davanti per caso e non ha nemmeno alcun interesse né economico e ne' personale, sul fabbricato dichiarato non agibile.
Salvo casi più unici che rari, come il mostro ecologico di Bari, mai successo sulla faccia della terra, che un immobile regolarmente censito, venga raso al suolo.
Fatto implodere su se stesso non certo per questioni legate all' abitabilita'.
Nel tuo caso basta inserire nel contratto, financo sul rogito, che la concessione resta a cura e spese del venditore.
L'acquirente, puo' trattenere ed imputare i costi e gli oneri necessari, per il rilascio della certificazione.
Sempre meglio che impiegare soldi, tempo e risorse, da destinare ad avvocati, giudici e tribunali.